Filippo Facci, Libero 22/11/2012, 22 novembre 2012
APPUNTO
[La ragione si dà ai tecnici] –
La Fornero è insopportabile, ma ha quasi sempre ragione. Noi ci incazziamo perché i politici non dicono la verità, perché parlano in politichese, perché fanno giri di parole e non rispondono alle domande: ma fanno bene. Se dire pubblicamente la verità (intesa come ovvietà, banalità) ogni volta conduce a polemiche e presunte gaffes, beh, allora fanno bene. Ieri la Fornero ha abbandonato una conferenza stampa perché una «iena» la vessava con domande che non c’entravano niente: ha fatto bene, ma non si può dire. La Fornero disse che i giovani non devono essere schizzinosi quando entrano nel mondo del lavoro: ovvio, banale. Disse che i giornalisti spesso isolano una battuta e fanno il titolo su quella, tralasciando tutto il resto: è vero, aveva ragione, ma noi non siamo disposti a dargliela. Il viceministro Martone disse che un 28 enne non ancora laureato è spesso uno sfigato: il che è evidente, ma non era il caso di dirlo. E così quando Monti parlò della «monotonia del posto fisso», quando la Cancellieri parlò degli italiani «mammoni» (cifre alla mano, come nel caso dei «bamboccioni», altra gaffe) e via con altri equivoci dovuti a parlato semplice e «tecnico» che ai politici non è concesso: perché si scontenta sempre qualcuno, c’è sempre un bicchiere mezzo vuoto, degli animi da non frustrare. Agli italiani piace l’uomo che dice la verità: ma se non è la loro, quello è un uomo morto.