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 2012  novembre 22 Giovedì calendario

«JACKO ODIAVA SUO PADRE PER QUESTO CAMBIÒ VOLTO»

[Il biografo narra i segreti dell’icona pop «La famiglia, che lo sfruttava, fu per lui una catastrofe. Trasformò i suoi lineamenti per non assomigliare a genitori e fratelli»] –
Rolling Stone gli ha chiesto di scrivere«l’articolo del secolo su Michael Jackson» e lui, Ran­dall Sullivan, l’ha trasformato in M. Vita morte, segreti e leggen­da del re del pop (Piemme) il li­bro definitivo sulla sua storia e soprattutto sui suoi ultimi quat­tro anni di vita. Così abbiamo pensato di sentire l’opinio­ne di Sullivan sull’artista.
Jackson è morto come i maledetti del rock Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison ma era molto diverso da loro.
«Si, Hendrix e la Jo­plin sono morti gio­vani all’apice del successo. Morri­son cercando di fuggire dallo sta­tus di rockstar.
Michael se n’è an­dato a 50 anni dopo essere sopravvissuto a una serie di catastrofi perso­nali (non ultima la famiglia che gli viveva sulle spalle da quan­do aveva 7 anni). La sua morte paradossalmente nasce da un eccesso di cure mediche».
Cioè?
«La negligen­za del dr. Mur­ray è stata la causa diretta della morte, ma l’enorme pressio­ne che c’era su di lui per i concerti allo “02” di Londra ha contri­buito.
Lo stress lo ha distrutto. Tom Mesereau, che lo ha difeso nel processo per pedofilia, ha detto che ne è uscito talmente ferito da non riprendersi più. Penso che Michael sia stato pro­cessato per un crimine che non ha mai commesso».
Cosa lascia Michael Jackson come testamento artistico?
«Nessuno può negare il suo ruolo di primo piano nella pop music. È stato la prima icona Usa amata da gente di tutte le razze. Al tempo stesso la sua musica e la sua vita sono diven­tati uno spettacolo pubblico ed è stato deriso da molti. Ha paga­to caro le sue trasformazioni e i suoi strani comportamenti».
Cos’è successo veramente prima dei concerti londinesi?
«I concerti allo “02” sarebbero stati il più grande ritorno nella sto­ria dello show busi­ness. Pochi pensavano che avrebbe retto 50 concerti ma all’inizio lui stava bene, grazie all’aiuto del suo manager Thome Tho­me. Ma questi fu allontanato e Michael cominciò a perdere pe­so e a prendere sempre più dro­ghe. Non stava bene e voleva darsi al cinema, ma con i suoi guai Hollywood non l’avrebbe mai preso sul serio».
Perché un’icona pop diven­ta un giocattolo nelle mani del business?
«Per soldi. Michael era una parte importante dell’impero della Sony. Il suo catalogo vale­va milioni di dollari».
Cosa pensa della presunta pedofilia di Michael?
«Ho studiato gli atti e ho visto quanto le prove contro di lui fos­sero deboli. Non penso fosse un pedofilo, né che abbia mai abusato di bambini. Dopo aver incontrato il primo bambino che lo accusava ho avuto qual­che dubbio, ma le prove sono sempre a favore di Michael».
Cosa dice di un album mitico co­me Thril­ler?
«È stato l’apice della sua carriera, anche se Off the Wall se­condo me è migliore.
Thriller è ispi­rato dal Lago dei cigni di Tchaikovsky e in esso c’è una perfezio­ne difficile da imitare. Quella perfezione che poi ha nuociuto agli album suc­cessivi, cui mancava la carica e l’autenticità dei precedenti».
Michael è morto ricco o pove­ro?
«Paradossalmente entrambe le cose. Aveva debiti enormi ma possedeva pur sempre un patri­monio di 500 milioni di dollari. Ma i debiti lo lasciavano spesso senza contanti. Nel 2007 gli fu tolta la sua unica carta di credito e lui e i suoi figli furono caccia­ti da una serie di alberghi. Nel 2008 il suo debito fu rifinanzia­to, ma l’accordo con la Sony lo mise alle strette; doveva guadagnare 100 milioni di dollari in due anni o avrebbe per­so tutto. Per questo accettò di fare i concerti di Londra».
Perché tutti quegli in­terventi estetici?
«L’unico e vero motivo è che non voleva somigliare a suo pa­dre, che odiava. Poi perché vole­va­essere un essere unico e parti­colare, ma tutto nasce dal suo odio per il padre e per la fami­glia. Le contraddizioni della sua psiche lo hanno reso ostag­gio di ogni tipo di gente, che ha cercato di trarne vantaggio».