Antonella Mariani, Avvenire 22/11/2012, 22 novembre 2012
TWITTER: LA GUERRA DEI 140 CARATTERI
La guerra combattuta (anche) su Twitter. Un cinguettio stridulo, quello contenuto nella valanga di messaggini che dal 14 novembre, allo scoppio dell’operazione “Colonna di nuvola”, si scambiano i due account ufficiali delle Forze di difesa israeliane (Idf) e delle Brigate al-Qassam, il braccio militare di Hamas. L’uno contro l’altro armato, anche se solo di 140 caratteri, il massimo consentito dal sito di microblogging. Così ieri alle 17.50, a bilancio di una giornata particolarmente dura,@IDFSpokesperson spiegava che l’esercito ha «colpito oltre 50 siti terroristici, inclusi tunnel, postazioni sotterranee di lanciarazzi & centri di comando di Hamas». Dall’altra parte della barricata, @AlqassamBrigade postava tweet bellicosi e violenti come questo: «Sionisti, il governo di Netanyahu vi sta trascinando all’inferno. Potete scegliere se restare all’inferno o di scappare. Tornate in Germania, Polonia, Russia, America» (ore 12.46).
Il microblogging delle Forze armate di Israele, gestito dalla portavoce per i media stranieri Avital Leibovich, sposata, madre di tre figli e «fiera israeliana », non si accontenta dei resoconti minuto per minuto, asettici e per forza di cosa stringati: getta nella rete veri e propri “Warnings”: «Raccomandazione ai giornalisti a Gaza: state lontani dai militanti e dalle strutture di Hamas. Hamas, un gruppo terroristico, vi userà come scudi umani » (23.24 del 20 novembre).
E, ancora, poche ore dopo l’attentato di ieri a Tel Aviv, l’Esercito ha twittato alcune fotografie del bus squarciato, e subito dopo uno spezzone di un video trasmesso dalla tv di Hamas in cui si vedono palestinesi esultanti per l’esplosione. Le Brigate al-Qassam, dal canto loro, fanno sapere con una certa esultanza di aver «bombardato Be’er Sheva con 4 missili Grad» (13.07). Tutto sterilizzato e formale, come se non si parlasse di un conflitto che coinvolge migliaia di persone in carne e ossa (tra l’altro, le vittime non vengono mai riconosciute, né da una parte né dall’altra). La guerra della propaganda però dà i suoi frutti: partito lunedì scorso, 12 novembre, con 106 mila followers, ieri@IDFSpokesperson aveva superato quota 200mila, mentre @Alqassam-Brigade da 11mila è passato a 39 mila.