Antonio Pitoni, la Stampa 22/11/2012, 22 novembre 2012
FAMIGLIE E IMPRESE VITTIME DELL’USURA
Ieri è stata presentata la terza edizione del No Usura Day: qual è la fotografia d’insieme scattata sul Paese?
Dal 2010 al 2012, 245 mila imprese hanno chiuso i battenti a causa del sovraindebitamento e dell’usura. Circa 200 mila commercianti sono rimasti coinvolti in rapporti usurai, ma le posizioni debitorie raggiungono anche le 600 mila unità. Quasi raddoppiato il numero degli usurai, passati, nel giro di pochi anni, da 25 mila a oltre 40 mila. L’unico comparto lavorativo con segno positivo in campo occupazionale. Una cifra che comprende di tutto: dallo strozzino di quartiere all’usura di mafia, praticata da pericolosi clan di camorra e ‘ndrangheta e da famiglie rom. Mentre le denunce continuano inesorabilmente a calare, il sistema giudiziario è lentissimo e il risarcimento delle vittime una pura chimera. L’usura è, di fatto, un reato depenalizzato (il 70% delle indagini per il reato di usura viene archiviato).
Qual è il contesto sociale nel quale si dispiega il fenomeno dell’usura?
Stando ai più recenti dati Istat, il 56% delle famiglie italiane versa in condizioni di difficoltà economica, il 38,4% non saprebbe come fronteggiare un’emergenza il cui costo fosse superiore agli 800 euro, il 46,5% ha rinunciato definitivamente alle vacanze. Arriva al 17,9%, inoltre, la percentuale di famiglie che rinuncia a riscaldare l’abitazione. La quota di individui che vive in famiglie deprivate, ovvero con tre o più sintomi di disagio economico, è salita in un solo anno dal 16 al 22,2%.
Esiste un legame tra l’andamento economico del Paese e quello del mercato nero del credito?
La Banca d’Italia conferma che l’indebitamento medio di ciascuna famiglia italiana oscilla intorno ai 22 mila euro. Un trend in continua ascesa e che si sta avvicinando alla soglia dei 30 mila, con una crescita media, dal settembre 2008, del 28,7%. Debiti ai quali è strettamente legato il rischio di incappare nella spirale del credito illegale, che risente dell’andamento economico del Paese: come lo Stato paga interessi più bassi all’aumentare del suo livello di affidabilità, anche nel mercato del credito in nero incidono le stesse dinamiche.
Spesso ci si rivolge all’usuraio per l’impossibilità di accesso al credito legale: qual è la situazione al riguardo?
Nel terzo trimestre 2012 si è intensificata la contrazione dei finanziamenti bancari alle imprese (-5,9% a fine settembre su base annua), penalizzando maggiormente le imprese con meno di 20 dipendenti e, più di tutte, quelle con un numero di addetti tra 6 e 19. Crescono anche i protesti e le cambiali non pagate: secondo i dati delle Camere di Commercio, elaborati da Unioncamere, nei primi quattro mesi del 2012 il numero dei protesti (cambiali, tratte e assegni) è cresciuto del 3%, passando da 429 mila a 442 mila.
In che modo il fenomeno si distribuisce sul territorio nazionale?
La classifica regionale dei protesti vede al primo posto la Lombardia (192 milioni di euro), seguita dal Lazio (187) e dalla Campania (161). Roma, Milano, Napoli e Caserta guidano quella delle province. Le situazioni più gravi sono nel Mezzogiorno, dove si registra anche la maggior concentrazione di famiglie povere (22,7%) rispetto al Centro-Nord (5,2%). Anche la classifica dei fallimenti è emblematica: quasi 35 al giorno, per un totale di 6.321, nei primi sei mesi dell’anno. Volendo tirare le somme, sono circa cinque milioni gli italiani tagliati fuori dal sistema del credito legale.
Quanto è stretto il legame tra usura e criminalità organizzata?
Sos Impresa ha esaminato i diversi casi di usura tra il 2008 e il 2011: l’usura criminale mafiosa è passata dal 20,1% sul totale dei casi nel 2008 al 40% del 2011. Si calcola che non meno di 200 mila commercianti siano strozzati da rapporti usurai, mentre sono oltre 600 mila le esposizioni debitorie (ogni commerciante spesso si indebita con più di uno strozzino), di cui almeno 180 mila fanno capo ad associazioni a delinquere di tipo mafioso finalizzate all’usura. Nel complesso, si stima che il volume complessivo d’affari si aggiri intorno ai 20 miliardi di euro all’anno. Quanto al numero degli usurai, si è passati dai circa 25 mila del 2000 ai circa 40 mila di oggi.
Qual è il rapporto tra l’ammontare dei prestiti e il tasso di interesse?
Il prestito iniziale medio, nel 40% dei casi, non supera i cinquemila euro e nel 39% arriva fino a 20 mila. Le cifre salgono se si considera il prestito totale: tra i 10 e i 20 mila (nel 26% dei casi), tra i 20 e i 50 mila euro (27%), oltre i 100 mila (7%). Elevatissimi i tassi di interesse, che oscillano tra il 120 e il 240% annuo (10-20% mensile). Nel 65% dei casi, inoltre, l’usuraio consuma il reato in concorso con altri, il 25% agisce nell’ambito di un’associazione a delinquere (16%) oppure mafiosa (9%), mentre solo il 10% opera da solo.
A CURA DI ANTONIO PITONI ROMA