Giovanni Cerruti, la Stampa 22/11/2012, 22 novembre 2012
ANCHE IL TEOLOGO CHE SCOPRÌ LA MINETTI SFIDERÀ ALFANO
[Luciano Silighini Garagnani]
Per uno degli strani casi della vita, della politica e della famiglia Pdl, il candidato alle primarie meno conosciuto e più voglioso, questo nobiluomo genovese che vanta un nonno marchese e il grande merito d’aver scoperto il talento di Nicole Minetti, dà appuntamento a metà pomeriggio nel salone al primo piano della Facoltà Teologica di Milano. La lezione sul «Pentateuco», i primi cinque libri della Bibbia, concede una pausa. Mezz’ora e i 150 studenti rientreranno. E con loro Luciano Silighini Garagnani, 36 anni, una laurea in Filosofia, una specializzazione in cristologia, presto docente in questa Facoltà.
Jeans neri, maglioncino grigio senza collo, una vaga somiglianza con il cantante Nicola Arigliano il candidato sceglie un banco del corridoio, dove i suoi colleghi studiano e si parla a bassa voce. Alle sue spalle un enorme crocifisso lo veglia e lo protegge. Ne avrà bisogno. «C’è ostracismo nei nostri confronti», dice subito. E non parla del Pdl, parla di sè e di chi lo ha voluto candidare. «Proprio questa mattina abbiamo spedito le firme raccolte per la mia candidatura. Sono 10 mila 325». Partite dall’ufficio postale di Saronno, dove Silighini si è trasferito da Genova, tra mobilieri, l’Amaretto e i biscotti Lazzaroni.
È piuttosto seccato, il candidato. Anche preoccupato. «Perchè il mio nome non compare mai?». Le firme, dice, le ha raccolte tra Saronno, Lombardia, la sua Liguria, Emilia, Romagna, Lazio, in Sicilia. «Ho appena telefonato a Roma. Io la mia candidatura l’ho annunciata prima ancora di Angelino Alfano. Eppure...». Eppure non se lo filano. Manco Michela Vittoria Brambilla, che pure lo conosce bene, e sa quanto si sia dannato per far nascere i suoi «Circoli della Libertà». «Anche se non lo conosco vorrei essere come Osvaldo Napoli - sospira -. Vorrei poter dire la mia su qualunque cosa e rileggermi il giorno dopo sui quotidiani».
Ora si sentirà più sollevato, non è più il candidato sconosciuto, e pazienza se dovrà ringraziare, sotto questo crocifisso, la cara amica Nicole Minetti. «Lo so, tutti parleranno di questo, ma che ci posso fare se è tutto vero?». Vero che l’ha scoperta lui, che di mestiere è produttore televisivo. «Ho dovuto insistere per farla venire al primo provino, era il 21 dicembre e non voleva lasciare la famiglia, era Natale». Vero, anche, che l’aveva sconsigliata nell’avventura in Regione Lombardia: «Dovresti partire dalla prima casella, rischi di bruciarti». Non l’ha ascoltato. «Però studiava, si applicava, s’impegnava».
È andata come è andata, e sotto il crocifisso della Facoltà Teologica non è il caso di trattare peccaminose vicende. Il candidato capisce e parla di sè come Maradona, in terza persona: «Il Luciano Silighini Garagnani religioso che c’entra con il mondo dello spettacolo? C’entra, ma ha una sua linearità morale. Ed essendo molto religioso ha come caposaldo morale il non giudicare. Se ci sono peccati provvede Dio, se ci sono reati provvederà la magistratura». Amen. «Io non posso dire niente di male nè su Nicole nè su Silvio Berlusconi». Che è un altro grande amico, come Minetti? «A questa domanda preferirei non rispondere».
Piuttosto gli va di rispondere sul perchè si è candidato. «Perchè Berlusconi ha detto che vuole i giovani: eccoci! Con lo stesso spirito del novembre ’93, quando era venuto al Circolo “Sette Nasi” di Genova. Vogliamo quel cambiamento, anche nel Pdl». O magari è una candidatura per ottenerne un’altra, tipo un posticino in Parlamento? «Sarebbe legittimo, ho le carte in regola. Ma potrebbe capitare il contrario: corro, perdo, e mi fanno fuori». È suonata la campanella, il «Pentateuco» non aspetta e Silighini ha una certa ansia. «Che si dice, si faranno queste le primarie? Io ancora non l’ho capito...».