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 2012  novembre 22 Giovedì calendario

1- TERREMOTO NEL QUARTIER GENERALE DI TELEFONICA

C’è grande attesa per la riunione di oggi del Comitato esecutivo di Telecom che potrebbe durare a lungo.
Sul tavolo ci sono i dossier caldi dell’America Latina con l’offerta del faraone Sawiris e dello scorporo della Rete che in caso di cessione alla Cassa Depositi e Prestiti salverebbe i conti di un’azienda.
Samih SawirisSamih Sawiris

È probabile che non sarà spesa una parola sulle notizie circolate due giorni fa in merito alla disponibilità di don Vito Gamberale e del suo fondo F2i a iniettare qualcosa come 500-750 milioni dentro Telco, la scatola finanziaria che controlla TelecomItalia.
Non è un mistero che il manager di Castelguidone, perennemente incazzato, abbia almeno la metà del cuore che palpita per l’azienda dove è entrato nel ’91 dopo aver lasciato l’Eni ed è è stato, insieme al pensionato di lusso Mauro Sentinelli, il protagonista del successo di Tim.
VITO GAMBERALEVITO GAMBERALE

Da parte sua Gamberale, nemico intimo di Bernabè, ha definito prive di fondamento le voci su una possibile partecipazione a un aumento di capitale di Telco, e c’è da credergli perché al momento si trova impelagato in una polemica furibonda sulla quotazione di Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi.

Nella riunione di oggi Franchino non potrà nemmeno tirar fuori l’asso del Qatar perché le notizie raccolte dopo il viaggio di Monti nell’Emirato, insieme a Franco Bassanini, Gorno Tempini e il Monti dell’Ice, hanno fatto capire che i 2 miliardi di investimenti in Italia andranno soprattutto nel turismo, nella moda che sta molto a cuore alla bellissima moglie dell’emiro, e forse nelle reti dell’energia.
logo cassa depositilogo cassa depositi

A questo punto il Comitato esecutivo dovrà vedersela con l’offerta dell’amico amerikano Sawiris che dopo aver scritto una lettera a Franchino ha chiuso la bocca e si è dedicato a sciogliere i nodi della sua presenza in Algeria dove il governo locale gli sta mettendo i bastoni nelle ruote. D’altra parte è noto che, al di là di un atteggiamento possibilista di IntesaSanPaolo, gli altri soci di Telco vedono con il fumo negli occhi del magnate egiziano perché temono che giochi in nome e per conto di quel Carlos Slim che non vede l’ora di spazzare la concorrenza in America Latina.
Franco BernabèFranco Bernabè

L’opposizione più violenta arriva - come già è stato detto - dagli spagnoli di Telefonica che in Telco detengono la quota più alta delle azioni e finora hanno perso un fiume di soldi. Con tutta probabilità oggi non parteciperanno al Comitato anche perché l’uomo che insieme a Cesar Alierta, il capo di Telefonica li rappresentava, ha dato le dimissioni prima dell’estate pur rimanendo legato al Gruppo di Madrid senza particolari poteri.
Questo distacco non è stato giustamente sottolineato, ma Dagospia che nella sua infinita miseria frequenta i bar di plaza Mayor, è in grado di aggiungere ulteriori informazioni sullo stato di salute della Compagnia spagnola.
FRANCO BASSANINIFRANCO BASSANINI

Sembra infatti che nel quartier generale di Telefonica stia avvenendo un autentico terremoto. Negli ultimi giorni anche Luis Abril, il braccio destro di Alierta, ha lasciato ufficialmente la Compagnia per avviare un’attività individuale nel mondo della consulenza. Oltre a questo manager 64enne laureato in legge a Bilbao, anche altri dirigenti ai massimi livelli se ne sono andati. Così è avvenuto per Oscar Maraver, il direttore delle risorse umane, e il suo esodo è stato seguito a stretto giro da una donna che si chiama Belen, ma non ha nulla a che fare con la formosa showgirl italo-argentina. Dietro questa Belen ,che di cognome fa Amatriaìn e gestiva il marketing, se ne è andato anche Calixto Rìos, responsabile dell’Audit.
GORNO TEMPINIGORNO TEMPINI

Nei bar di plaza Mayor ripetono il detto che quando la nave balla i topi fuggono, ma il capo Alierta non sembra intenzionato a farsi spaventare da questa fuga di massa dei suoi top manager e con una mossa squisitamente politica ha nominato come segretario del consiglio di amministrazione e suo assistente, un’altra donna che lavora in Telefonica dal 1993 ed è stata finora responsabile dell’ufficio relazioni con gli investitori.

La mossa è politica perché la signora è sorella del ministro del Commercio nel governo di Mariano Rajoy e finora si è distinto soprattutto per la sua testa pelata alla Kojac.
Fin qui le notizie raccolte da Dagospia che oggi Franchino Bernabè dovrebbe comunicare per forzare la mano agli altri soci di Telco.

La crisi di Telefonica è la dimostrazione che il Gruppo spagnolo non è in grado di affrontare in questo momento operazioni complesse come un aumento di capitale.
A questo punto non resta che puntare tutte le carte sullo scorporo della Rete che teoricamente potrebbe portare 15 miliardi nelle casse di Telecom, ma le incertezze del Governo e il gioco al ribasso del tandem Bassanini-Gorno Tempini fanno pensare che su questa strada le difficoltà saranno enormi.
Carlos Slim worlds richest personCarlos Slim worlds richest person

Non a caso spunta oggi sul "Sole 24 Ore" l’ipotesi di una terza via sul modello dell’inglese British Telecom dove il meccanismo dello scorporo della Rete, finora mai applicato in Europa, verrebbe abbandonato in favore di un "organismo di garanzia" che stabilendo prezzi fissi nell’affitto del doppino in rame ai concorrenti e prezzi liberi nell’accesso alla rete in fibra ottica, consentirebbe a Telecom di non privarsi del gioiello più prezioso.
ALIERTAALIERTA

Anche questa sembra una soluzione complessa ed è probabile che tutto sia rinviato al Consiglio di amministrazione di Telecom del 6 dicembre con la prospettiva di passare il Natale senza nulla di fatto.