Roberto Giardina, ItaliaOggi 17/11/2012, 17 novembre 2012
PECHINO CONQUISTA L’EUROPA DELL’EST
[Grossi investimenti in Polonia e Ungheria ma anche a Berlino] –
C’è uno Stato occulto nell’Unione europea, siamo in 28 e non in 27, scrive Die Welt. L’ospite nell’ombra è la Cina, che seduce i paesi dell’Est Europa, delusi da Bruxelles. Lo scorso settembre 16 paesi, di cui dieci dell’Ue, dall’Albania alla Polonia, sono stati invitati a Pechino per creare una nuova associazione con la Cina.
E naturalmente sono stati dimenticati i rappresentanti dell’Unione.
Un piano di conquista che prevede investimenti rapidi e generosi: il premier Wen Jiabao, durante la recente visita a Varsavia, ha promesso alla Polonia 10 miliardi di dollari, circa 7,6 miliardi di euro, per rafforzare le infrastrutture, in particolare nelle energie alternative. E in cambio, la Cina è pronta a favorire le esportazioni polacche. Giorni fa, la visita del premier polacco Tusk a Berlino si è conclusa senza grandi risultati: l’incontro con la Merkel è stato amichevole e cordiale, ma le posizioni erano lontane. Varsavia ha chiesto che la Germania non insista sulla politica di risparmio e investa anche in Polonia, ma la padrona di casa non si è lasciata convincere.
Negli ultimi anni gli scambi tra Cina e paesi dell’Est Europa si sono moltiplicati: entro il 2015 si raggiungeranno i 100 miliardi di dollari all’anno. Nel 2010, l’import-export è stato intorno ai 41 miliardi. Il premier ungherese Viktor Orban trova scarsa udienza a Bruxelles perché sta spostando troppo a destra l’Ungheria non rispettando i diritti umani? Ai cinesi non interessa: hanno promesso a Orban investimenti per un miliardo di euro, e impianteranno la centrale europea della loro Huawei (alta tecnologia) a Budapest. Se il progetto avrà successo promettono ulteriori investimenti.
Nei primi sei mesi dell’anno i cinesi hanno investito all’estero per 24 miliardi di dollari, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Pechino ha a disposizione 3.400 miliardi di dollari, e punta all’Europa, mentre non si vuole allargare la presenza negli Stati Uniti. Uno sviluppo che è seguito con una certa preoccupazione dalla Germania, che è il primo partner di Pechino: gli scambi raggiungeranno a fine 2012 i 280 miliardi di dollari, contro i 190 dell’anno scorso. Per i cinesi, l’Europa ha il volto di Frau Angela, ma i tedeschi devono stare attenti a non perdere posizioni.
Ma la Cina continua a comprare anche in Germania, soprattutto imprese strategiche, come la Tailored Blank, del gruppo Thyssen, con 900 addetti e un fatturato di 700 milioni di euro, o la Ksm, fornitrice di componenti per l’industria automobilistica (e dunque a conoscenza dei progetti delle principali case). Il governo di Berlino potrebbe bloccare ogni trattativa considerata a rischio, ma finora si è preferito non intervenire per non guastare i rapporti con Pechino.
E, ora, i cinesi stanno per giungere nella capitale, sotto casa di Frau Angela, acquisendo la S-Bahn, il metrò di superficie (che appartiene alle ferrovie federali). Le linee e i vagoni sono invecchiati, alcuni tratti sono da tempo fuori servizio per essere rimodernati, ma i lavori procedono a rilento, anche per la mancanza di capitali. Ma Mtr di Hong Kong spera di battere la concorrenza di inglesi e francesi, a cui fa gola la metropoli prussiana. Domani i berlinesi andranno in ufficio grazie ai cinesi?