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 2012  novembre 17 Sabato calendario

GLI USA PRONTI A DIVENTARE PRIMI PRODUTTORI DI GREGGIO

Nel 2017 gli Stati Uniti diventeranno li primo produttore mondiale di petrolio, superando l’Arabia Saudita e la Russia. Ancora prima invece, nel 2015, la nazione americana si piazzerà davanti a Mosca per il gas. È quanto prevede l’Agenzia internazionale dell’energia (Aie), secondo cui nel 2030 Washington sarà in grado di soddisfare completamente il proprio fabbisogno di carburante e di diventare addirittura un esportatore di greggio.
Parlare di rivoluzione non è retorico, perché questo scenario ridisegnerà per intero gli equilibri energetici ed economici del pianeta.
A trascinare gli Usa è la spettacolare avanzata dell’estrazione del gas e del petrolio di scisto provenienti dalle rocce che si trovano nel sottosuolo e che, grazie a nuove tecnologie, sta conoscendo un vero e proprio boom. Secondo gli esperti dell’Aie, questo tipo di gas rappresenterà metà della crescita della produzione mondiale di gas negli Stati Uniti, in Cina e in Australia. Uno sviluppo che però deve fare i conti con il rispetto dell’ambiente: in molti mettono in guardia sulla pericolosità di questa pratica.
Nel 2025 le importazioni petrolifere degli Usa dovrebbero ridursi a 4 milioni di barili al giorno rispetto agli attuali 10 milioni. Il 55% di questa flessione sarà imputabile proprio alla produzione di energia non convenzionale. Il restante 45% arriverà invece dalle tecnologie verdi applicate soprattutto all’automobile.
Queste prospettive hanno spinto la ricerca di gas nel sottosuolo americano: dal Dakota al Texas, dalla California alla Pennsylvania è tutto un fiorire di accertamenti per verificare le possibilità estrattive. C’è chi ritiene, anzi, che le stime dell’Aie non tengano conto del fatto che Washington, in realtà, è più avanti di quanto finora pronosticato: i tempi, quindi, potrebbero essere anticipati.
Le conseguenze positive comincino a farsi sentire. Negli ultimi anni il prezzo del gasa americano è sceso di circa un terzo e, nell’arco di un decennio, quello dell’elettricità sarà molto competitivo: in Europa il chilowattora costerà il 50% in più.
Ma dietro l’angolo c’è anche un pericolo: lo sviluppo delle nuove tecnologie potrebbe mettere un freno alle energie rinnovabili. Tutto il contrario di quanto raccomanda l’Aie: per evitare il continuo surriscaldamento del pianeta occorre limitare il ricorso alle energie fossili.