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 2012  novembre 21 Mercoledì calendario

I BUCHI DEL REDDITOMETRO

[Abbiamo provato il nuovo test dell’Agenzia delle entrate: è del tutto inaffidabile e non serve a un accidente contro i grandi evasori. Però fa del terrorismo: l’ultima cosa di cui c’è bisogno] –
Se avessero avuto un Attilio Befera a quei tempi, non ci sarebbero voluti gli Intoccabili per pizzicare finalmente Alphonse Gabriel detto Al Capone. Sarebbe bastato quel meraviglioso Redditest sfornato ieri dall’Agenzia delle Entrate. Al lo avrebbe fatto, rispondendo a tutte le domande, e avrebbe scoperto di essere evasore fiscale, consegnandosi subito al Befera di turno. Piacerebbe sapere a chi è venuta in mente una cosa così: un giochino, un test come quelli che si fanno d’estate sotto l’ombrellone, per scovare gli evasori e farli pentire non appena bocciati, con il risultato che brilla in rosso: “non conforme”. Un test per scoprire l’evasore che c’è in te è talmente geniale, che bisognerebbe mettere subito il copyright ed estenderlo ad altri settori. Ogni moglie ed ogni marito si sentirebbero più sicuri se il governo diffondesse nelle case degli italiani anche un Amortest per scoprire le infedeltà coniugali. L’uno o l’altro rispondono diligentemente alle domande del test, e se alla fine scatta la luce verde, “conforme”, tutti a dormire sonni tranquilli. Se il semaforo diventa rosso, invece drammoni. Eil Sanitest, sai che vantaggi? Niente più code in pronto soccorso o dal medico di famiglia, a meno che uno risulti “non conforme”. Basta un po’ di fantasia e un popolo subito si sentirebbe meglio, isolando automaticamente i “non conformi”.
NON C’È PERICOLO
Il Redditest in queste ore sta seminando non poca paura fra in contribuenti. Si capisce: conoscono ormai a memoria le carezze di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate, e i timori sono naturali. “Devo farlo? Posso non farlo? Qualcuno mi vede? E se sbaglio qualcosa?”. Non c’è proprio da prenderlo sul serio: è poco più di un gioco, e l’idea stessa che attraverso quel test che in redazione ieri abbiamo provato decine di volte, si possano pizzicare evasori e migliorare le entrate, sembra folle. Solo Befera sembra prenderlo sul serio. Ma sicuro che gli evasori avranno problemoni grossi come una casa? Ci immaginiamo tutti gli eredi di Al Capone lì alla prova del Redditest per sapere se sono o meno conformi. Sarà il gioco preferito dell’ultimo autunno-inverno del governo Monti. E se diffondessero anche l’Amortest, attenti a ricoverare subito per depressione il Casanova di turno che solo così scoprirebbe di non essere quel modello di fedeltà che immaginava.
Per fortuna il giochino è un semplice software che l’Agenzia delle Entrate ha messo sul proprio sito Internet e tutti possono scaricare gratuitamente. Sarà costata alle casse dello Stato l’idea e la realizzazione del modellino, ma la distribuzione nelle case dei contribuenti italiani per fortuna è costata zero. Almeno non si buttano via tanti soldi pubblici per realizzare idee così bislacche. A Befera una certezza possiamo darla fin da ora: i grandi evasori non giocheranno con il suo Redditest, se non altro per non sentirsi imbarazzati da quel diabolico semaforo rosso con verdetto senza appello: “non conforme”. Quindi non ne pizzicherà uno in quel modo. In compenso tanta gente normale un po’ spaventata, e sull’onda della campagna dell’Agenzia delle Entrate, proverà a fare quel test. Se alla fine avrà semaforo verde non cambierà nulla: non è un salvacondotto di fronte al fisco, ed Equitalia potrà bussare alla loro porta esattamente come prima. Se invece si accenderà il semaforo rosso, i contribuenti inizieranno a tremare. Non ci sarebbe alcuna ragione al mondo, perché il Redditest è un software pieno di bachi come tutti. Ieri abbiamo fatto decine di prove anche illogiche, dichiarando in alcune categorie di spese considerate “buone” (tipo assicurazione sulla vita) uscite assai superiori alle entrate, e il test ci ha promosso. Inserendo un quinto di quel che dichiaravamo nelle spese voluttuarie in centri benessere (il fisco ha una sua morale, e le considera cattive), è arrivata una inspiegabile bocciatura. Ma come, noi i soldi ce li abbiamo e tu contesti come li spendiamo? Non bisogna avere paura, dunque: qualsiasi cosa dica il Redditest è da prendere con le pinze, e non tocca all’Agenzia delle entrate dare un giudizio su come e quanto spendiamo.
NON È UNO SCHERZO
Questo è il solo tema serio della vicenda: il fisco italiano vada a caccia di chi dichiara poco o nulla e magari non presenta nemmeno la dichiarazione dei redditi. Scopra se mente e faccia pagare il dovuto. Certo se risultano zero entrate e spese da nababbi, sei sulla strada giusta. Ma tocca all’Agenzia delle Entrate scovare e valutare ogni caso. E’ follia pura in un momento come questo fare terrorismo sui consumi e sulla spesa. Ogni famiglia non ha bisogno del Redditest per sapere se spende più di quel che guadagna: lo vede a fine mese. Può accadere: magari la spesa è ridotta all’osso, e di questi tempi le entrate sono venute a mancare. Si indebita. Chiede prestiti per le vie formali, e spesso la banca chiude ogni porta. Allora bussa all’unico welfare che in Italia funziona: quello della grande famiglia.Papà o mamma, nonno o nonna hanno messo qualcosa da parte e sono pronti a farti un prestito perché tu non tolga il pane di bocca ai tuoi figli (e magari sì anche un paio di scarpe o una maglia o un telefonino che non li facciano sfigurare troppo con i loro compagni). È affare del fisco tutto questo? Bisogna inseguirli perché i conti famigliari non tornano e ci si arrangia come si può? È un Paese demente, uno Stato malato quello che utilizza il fisco così.
Gli americani hanno fatto crescere negli anni la loro economia anche così: indebitandosi e consumando quando il reddito non lo avrebbe consentito. Noi perseguitiamo il bisogno. Ed è l’unica politica economica seguita in questo ultimo anno: la depressione. Ecco, sì, quel Redditest è l’arma raffinata per mettere ko un paese. Su questo c’è poco da ridere.