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 2012  novembre 19 Lunedì calendario

MONTI MINACCIA TUTTI GLI ELETTORI: «SENZA DI ME NIENTE INVESTIMENTI»

[Il premier dal Kuwait avverte la sua maggioranza: «Ora l’Italia èpiù attraente e la strada ègiusta, ma sul futuro non garantisco». Per i sondaggi il Prof vale il 15%] –
Altro che Luca. Indeciso a tutto, è Supermario il vero Monti-zemolo. Lo abbiamo la­sciato alla Bocconi a fare il vago sul suo futuro mentre fuori poli­zia e centri sociali si scambiava­no pietre e fumogeni: «Nessu­no me li domanda e io, oggi, non do impegni». Lo ritrovia­mo poche ore dopo a Kuwait ci­ty a rilanciare il made in Italy e forse anche se stesso. «Abbia­mo­realizzato una serie di rifor­me strutturali, ora il Paese è più competitivo, più affidabile e più attraente per gli investitori stranieri. Siamo sulla strada giu­sta ». Quanto al dopo, «non pos­so garantire». Dopo di me il diluvio. «Chi go­vernerà nella prossima legisla­tura - annuncia il Professore ­deve avere come obbiettivo quello di continuare a garanti­re crescita, giustizia, lotta alla corruzione e all’evasione». Sì, ma chi governerà? Quello di Monti sembra l’embrione di un programma elettorale, ma re­sta sul tappeto la domanda prin­cipale: si candiderà per Palazzo Chigi? Casini lo spinge da tem­po a scendere in campo. Ameri­cani, Vaticano, Europa, ban­che e industriali italiani spera­no che si decida. E Montezemo­lo sabato lo ha invitato ufficial­mente, mettendogli a disposi­zione il suo movimento verso la
terza Repubblica : «Daremo al premier un fondamento eletto­rale ». Lui però frena, non si im­pegna, concede al massimo del­le mezze promesse.
Tanta prudenza si spiega con i dubbi personali del presiden­te del Consiglio, con la ritrosia di un tecnico che vuole restare tecnico.Però c’è anche un moti­vo più politico, la tenuta del suo governo attuale: qualunque co­sa abbia veramente in testa, il Prof resterà ufficialmente fuori dai giochi almeno fino alla fine dell’anno.Prima dell’approva­zione della legge di stabilità e del bilancio dello Stato di schie­rarsi non se parla nemmeno, lui vuole, deve, rimanere neu­trale e sopra le parti.
Il dopo, il 2013, è aperto. Il Pd è fortemente contrario a un Monti-bis, almeno ora. «Può certamente dare ancora un con­tributo enorme - precisa Pier Luigi Bersani - tuttavia questo pretende una maggioranza po­litica ». Il Pdl pure. «Stimiamo Monti - dice Angelino Alfano ­ma non si può governare il Pae­se senza chiedere il parere de­gli elettori. E un bis tecnico non è possibile perché noi non vo­gliamo collaborare con Bersa­ni ». Ancora più duro il giudizio di Lega, «Montezemolo ha sba­gliato cavallo», e di Antonio Di Pietro, «Monti dal Kuwait ricat­ta l’Italia».
In questo quadro, sembra or­mai sfumata la possibilità di una seconda chiamata dall’al­to. Se un anno fa a Giorgio Napo­lita­no era bastato nominarlo se­natore a vita per poi piazzarlo pochi giorni dopo a Palazzo Chigi, adesso la situazione è di­versa. Per restare al governo sta­volta il Professore deve passare dalle urne.
Troverà, nel caso, già pronte le armate di Casini e Monteze­molo, un esercito alla perenne ricerca di un generale adegua­to. Secondo il professor Rober­to D’Alimonte, autore di una proposta di mediazione sulla ri­forma elettorale con un premio di maggioranza «in due tempi», il nuovo centro moderato «vale almeno il 15 per cento», purché esca fuori un leader. «Eppure un candidato naturale esiste già - sostiene D’Alimonte - e si chiama Monti. Bisogna vedere se ne ha voglia». Appunto.