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 2012  novembre 21 Mercoledì calendario

UNA TRUFFA DIVENTATA SEQUESTRO: LO STRANO PASTICCIO DEI MALVIVENTI

[Il dettaglio inspiegabile della vicenda èl’accavallarsi dei due reati: se la banda voleva offrire il dvd al Cav c’erano anche altre strade] –
«Andiamoci piano con la fantasia», di­cono gli inquirenti del caso Spinelli: ai quali la rid­da di ipotesi sollevate dalle tan­te e vistose incongruenze della vicenda dà visibilmente fasti­dio. Così gli investigatori invita­no a stare con i piedi per terra, e a non escludere in partenza che la verità possa essere più ba­nale di quanto si arzigogola in queste ore. Potrebbe non esiste­re un «secondo livello», potreb­be non esserci nessun movente diverso dai quattrini. E il caso che ha lasciata esterrefatta l’Ita­lia potrebbe non essere altro che l’impresa di una banda di ta­gliagole a caccia di denaro faci­le. Eppure, con tutta la buona volontà, qualcosa continua a non tornare. È possibile- e forse probabile - che oggi, quando rice­veranno in carcere la visi­ta del giudice per il primo in­terrogatorio, anche i sei ar­restati porti­no acqua a questa versio­ne minimali­sta della vicen­da.
Giuridica­mente, Fran­ces­co Leone e i suoi compari so­no in una posizione difficile.
An­che se è durato poche ore, quel­lo del ragioniere di Berlusconi è a tutti gli effetti un sequestro di persona a scopo di estorsione, punito con il carcere da venti­cinque a trent’anni. Tentare di ridimensionare tutto a una sor­ta di grosso bluff è una delle po­che strade che la banda ha a di­sposizione per cercare di limita­re i danni. Però una inchiesta non può accontentarsi di verità di comodo. La stessa Procura se bene che se non venisse chia­rita da subito e fino in fondo, questa storia e i suoi misteri con­tinuerebbero ad aleggiare al­l’infinito, e diverrebbero essi stessi materia di ricatto.
Così si torna ai buchi neri e ai passaggi assurdi che erano già saltati all’occhio l’altro ieri, al momento degli arresti. L’avvo­cato Niccolò Ghedini, con il suo lungo comunicato di ieri, mette una serie di punti fermi sulla fa­se finale del sequestro, quella che inizia alle otto e mezza del 16 ottobre, quando Spinelli, an­cora in ostaggio della banda, te­lefona a Silvio Berlusconi, e che termina due giorni dopo quan­do Spinelli e la moglie vengono interrogati da Ilda Boccassini. Ma il comunicato di Ghedini nulla può chiarire sul prima, sul­la genesi del sequestro, sui lavo­ri­preparatori iniziati prima del­l’estate con i sopralluoghi sotto la casa di Spinelli. E non fa luce sul vero dettaglio inspiegabile della vicenda.
Questo dettaglio è l’accavalla­mento delle operazioni crimina­li. Francesco Leone è uno specia­lista dei sequestri lampo, e se si fosse limitato a prendere in ostaggio Spinelli e a chiedere un riscatto la faccenda sarebbe ­nella sua brutalità- semplice. In­vece al sequestro si somma e si incrocia la trattativa sul materia­le giudiziario, il dvd che oltre al­le prove delle collusioni tra Gian­franco Fini e i giudici portereb­be anche rivelazioni sconvol­ge­nti anche sulla vicenda del Lo­do Mondadori. Che senso ha mi­schiare le due trattative? Se la banda voleva offrire il dvd a Ber­lusconi avrebbe potuto farlo con le buone, rischiando al mas­simo una accusa di estorsione, pena base cinque anni; o ancora meglio truffa, da sei mesi a tre an­ni. Invece Leone e i suoi si vanno a infilare in un guaio che rischia di chiuderli in cella per un quar­to di secolo. La cosa non ha sen­so. E siccome le cose senza sen­so non accadono, la verità è per forza un’altra.
C’è una ipotesi che circola: è un po’ vaga ma metterebbe qual­che tassello a posto. Il sequestro di Spinelli potrebbe essere stato la «fase due» di una operazione iniziata già molti mesi prima. In questa prima fase qualcuno mette in circolazione del mate­riale che potrebbe giovare alla causa di Berlusconi. Questo ma­teriale trova un acquirente. Un prezzo viene chiesto e promes­so, in parte forse pagato. Poi i contatti si interrompono. Prima dell’estate,entrano in scena Le­one e la sua banda. Hanno avuto l’incarico di portare all’incasso una sorta di cambiale? O hanno ereditato la pratica da chi ha ge­stito la prima fase? Se le loro pre­tese fossero rimaste inascoltate, potrebbero essere passati alle maniere forti.
Ipotesi, nulla più. Ma meno inverosimili della consolatoria versione della truffa finita male che sta circolando nelle ultime ore. Una fola cui non credono nemmeno gli inquirenti, e che però avallano per poter cercare in pace la vera storia del seque­stro Spinelli.