Valerio Cattano, il Fatto Quotidiano 21/11/2012, 21 novembre 2012
TAGLI IN CORSIA “OPERAZIONI B L O C C AT E CI VEDIAMO TRA 2 MESI”
[Da livorno alla sicilia, il conto della spending review: garantite solo quelle di emergenza. anche 8 mesi di attesa per un intervento alla tiroide] –
Installazione di una protesi? Operazione per rimuovere un’ernia? Parola d’ordine, ripassare dopo la prima metà di gennaio. Succede nella regione Toscana, dove un tempo la sanità era modello inattaccabile. Ma non solo. Da Livorno a Milano, far quadrare i conti in base alle indicazioni della spending review diventa impresa improba. Ospedali di Livorno e Cecina: dal 3 dicembre saranno garantiti solo gli interventi d’emergenza; per il resto i pazienti saranno costretti ad attendere sino al 14 gennaio. A quanto sembra, l’esigenza è anche quella di far smaltire ferie arretrate al personale. Non è migliore la situazione a Lucca, dove la riduzione degli interventi programmati appare come rischio concreto, con allungamento dei tempi di attesa. “Accade tutti gli anni - spiega Monica Calamai, direttore generale dell’Asl di Livorno - , abbiamo solo anticipato una riduzione dell’attività complessiva anticipando i ritmi del periodo natalizio. Saranno mantenuti tutti gli interventi di urgenza e anche l’attività già programmata”.
La guerra quotidiana e il rischio default
“Una notizia che definirei curiosa, quella della “chiusura per ferie”, senza nemmeno fare un piano e ragionare sulle conseguenze - ribatte Costantino Troise, segretario nazionale dell’Anaoo, l’associazione dei medici dirigenti - : La verità è diversa. Era ipocrisia pensare che si sarebbero applicati i tagli alla sanità senza variare la qualità dei servizi. Ora assistiamo a questo dilazionare gli interventi chirurgici non urgenti, manovra grazie a cui si vuol mettere in atto un tentativo disperato di evitare un default. Ma qui siamo dinanzi ad un bollettino di guerra, da Alessandria sino alla Sicilia. A partire dall’anno prossimo tutte le regioni saranno in queste condizioni, non solo la Toscana”. Insomma, per far quadrare i conti la scelta è quella di spostare gli interventi chirurgici programmati per dicembre al prossimo anno, così da mettere a posto il bilancio contabile. Per esempio, in Toscana l’intento è recuperare quasi 70 milioni di euro. "Se fosse vero quanto si dice circa alcuni presunti inviti ai primari toscani a operare di meno a dicembre e a rinviare gli interventi al prossimo anno per contenere la spesa corrente – ha detto all’AdnKronos Salute Lucio Barani, capogruppo Pdl in commissione Affari sociali della Camera - la cosa sarebbe di una gravità assoluta. Tali manovre sarebbero in palese violazione del diritto alla salute costituzionalmente tutelato”.
Sanità privata, rimborsi con il contagocce
Di liste d’attesa lunghe chilometri, che con una politica di sospensione di interventi diventeranno ancor più imponenti, si è occupato il Tribunale dei diritti del Malato, organismo di Cittadinanzattiva, nel XV rapporto Pit Salute, basato su 26 mila segnalazioni dei cittadini registrate nel 2011. Il documento è stato presentato il 15 novembre: non è un caso che sia stato intitolato “Servizio sanitario nazionale e cittadini: lo Stato (A)Sociale”; i reparti di Pronto soccorso hanno carenza di personale, le difficoltà per ottenere un ricovero sono aumentate notevolmente a causa del taglio di 20.000 posti letto, e si raggiungono veri e propri record in negativo come nei casi di otto mesi per un intervento alla tiroide e sedici per una plastica ricostruttiva. A Milano la musica è la stessa. Se ci si rivolge per un intervento di routine all’Istituto Auxologico, si scopre che non c’è una data disponibile nell’immediato: la questione è rimandata a gennaio causa risparmi in corso. E poi chissà. Ma se la situazione si fa grave, se i rischi ventilati diventano concreti? In quel caso la speranza di essere operati si fa più solida. Come dire che in ospedale si deve già arrivare in barella per essere presi in considerazione. Altrimenti c’è la sanità privata. Ma anche qui non sono rose e fiori. Gli istituti privati e le cliniche convenzionate hanno già superato il tetto di spesa ad inizio del mese; la Regione Lombardia non rimborsa più un centesimo.