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 2012  novembre 20 Martedì calendario

DUE ARTICOLI


Il Redditest è pronto al debutto –

L’accertamento da Redditometro con una doppia anima. I tecnici dell’Agenzia delle entrate al lavoro per definire il decreto ministeriale che conterrà le modalità dell’accertamento sintetico, quello, per intendenrci del quinto comma dell’art. 38 D.P.R. 600/73. Le spese del contribuente saranno verificate con quello che il fisco intercetterà tra i mezzi a sua disposizione: dallo spesometro al nuovo redditometro, che debutterà ufficialmente oggi. Mentre per quanto riguarda il normale consumo, le spese per vivere, il fisco si rivolgerà al paniere istat. Al contribuente sarà lasciata la possibilità di fornire prova, che a questo punto rischia di diventare diabolica, degli effetivi consumi. Gli elementi sono emersi ieri in un incontro a porte chiuse tra l’Agenzia e i professionisti e le imprese dove sono stati illustrati alcuni elementi dell’accertamento sintetico futuro. Oggi, invece, il fisco svela il nuovo applicativo Redditest. Il nuovo software autodiagnostico che misurerà, sulla base di apposite funzioni di stima, il tenore di vita attribuibile ai nuclei familiari italiani è destinato a diventare uno dei principali strumenti di compliance fiscale a disposizione delle Entrate. Il compito principale dell’applicativo Redditest non sarà infatti quello di far scattare i temuti accertamenti sintetici sula base della riscrittura dell’articolo 38 del Dpr 600 ad opera del DL 78/2010, ma solo quello di spingere verso l’altro i redditi complessi dichiarati dai contribuenti italiani.

Stando alle anticipazioni ed alle indiscrezioni raccolte, per l’accertamento basato sul nuovo redditometro gli uffici avranno a disposizione altre metodologie di calcolo basate essenzialmente sulle banche dati dell’anagrafe tributaria le cui risultanze potrebbero essere ben diverse da quelle del Redditest.

Quello che occorre capire oggi è soprattutto il livello di protezione da accertamenti sintetici che potrà offrire il nuovo software Redditest, essendo del tutto evidente che l’immissione delle oltre 100 voci di spesa suddivise per ogni componente del nucleo familiare, potrebbe costituire un esercizio inutilmente gravoso se le risultanze dell’applicativo e dell’adeguamento allo stesso non avessero poi una concreta utilità per i contribuenti.

Da quello che è possibile capire oggi, la corretta e fedele compilazione del Redditest da parte del contribuente, che non mente a sé stesso né omette o trascura alcuni degli elementi rilevanti, costituirà un buon livello di protezione dagli accertamenti dell’ufficio ogni qual volta il responso del software sarà di coerenza fra reddito familiare e tenore di vita (segnale di luce verde).

Se ciò sarà oggi confermato durante la presentazione al pubblico del nuovo strumento di compliance fiscale allora i problemi che da domani i contribuenti dovranno affrontare saranno essenzialmente due: l’applicazione retroattiva del Redditest a partire dal periodo d’imposta 2009 e la necessità di avere a disposizione tutti i documenti di spesa richiesti dal software. Quanto alla prima questione è infatti da capire quale valore possa avere oggi per i contribuenti effettuare l’autodiagnosi del reddito familiare per gli anni 2009 e 2010, quando per gli anni stessi non è più possibile intervenire nemmeno tramite dichiarazione integrativa. L’effetto compliance per tali annualità, salvo novità che potrebbero emergere oggi in sede di presentazione, sembra infatti compromesso.

Quanto al problema della documentazione delle spese rilevanti ai fini del Redditest si tratta di questione tutt’altro che semplice. Anche in questo caso per i periodi d’imposta pregressi sembra difficile poter pensare che i nuclei familiari italiani abbiano conservato, una ad una, le diverse tipologie di spese sostenute suddivise per ciascun componente della famiglia di riferimento.

Per il futuro, una volta compreso appieno sia il funzionamento del software, sia il perimetro del nuovo paniere di beni e servizi, sarà possibile anche ipotizzare l’utilità della suddetta conservazione, facilitata sia dai nuovi limiti di tracciabilità sia dall’utilizzo sempre più massiccio di carte di credito, pagobancomat ed altri strumenti di pagamento che facilitano la ricostruzione delle spese sostenute. Restando in tema di documentazione delle spese resta da capire quali e quante informazioni sono a disposizione del fisco premesso che non tutte le uscite delle famiglie italiane sono censite in anagrafe tributaria. Certo anche in questo caso la tracciabilità avrà il suo peso ma bisogna sempre ricordare che strumenti come lo spesometro o l’elenco clienti e fornitori contengono esenzioni e vuoti informativi non facilmente colmabili per il fisco e che allo stesso tempo non si possono immaginare campagne massicce e costanti di acquisizione dati presso le agenzie di viaggi, i circoli esclusivi, le palestre.

Andrea Bongi e Cristina Bartelli

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Redditometro, «nella prima fase saremo cauti» Befera: «Non cerchiamo la piccola evasione» –

«Nella prima fase di uso del nuovo redditometro saremo molto cauti e il margine di coerenza sarà ancora maggiore» rispetto al 20 per cento già definito per legge. Lo ha ribadito il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera, intervistato da Radio 24. L’uso del nuovo accertamento sintetico, ha, «vuole essere abbastanza largo, non cerchiamo la piccola evasione o l’errore materiale».
IL SISTEMA - Befera ha sottolineato come il nuovo sistema di controllo preveda alcune garanzie: «La prima è che l’agenzia obbligata a un contraddittorio per discutere con il contribuente sullo scostamento, che può essere dato da redditi esenti, aiuti della famiglia, vincite su giochi, ereditá, o altri motivi». Se questo primo incontro non scioglie i dubbi dell’Agenzia, Befera ha ricordato che c’è «l’obbligo di secondo incontro» che deve essere sempre «civile, corretto e trasparente».

Corriere.it