Filippo Santelli, la Repubblica 21/11/2012, 21 novembre 2012
LA CACCIA 20 ANNI DOPO ALLA RAGAZZA DEI BACI
QUATTRO secondi in bianco e nero, in faccia la si vede appena. Di quello spot non era la protagonista. Lei era l’adolescente un po’ bisbetica che per sedersi al telefono, nel 1994 i cellulari non erano così diffusi, lanciava via l’orsacchiotto della sorellina. E per punizione, al cenone di Natale, si beccava dalla piccola solo un Bacio, un cioccolatino.
Mica come il nonno dalla barba bianca, «buono, direi tre Baci», o la mamma che è sempre la mamma, «tanti Baci ». Oggi però la cercano, proprio lei, quella «non tanto buona ». Anche se l’annuncio pubblicato sui giornali evita ogni giudizio di valore: «Importante! Nestlé ricerca la sorella maggiore che nello spot parlava al telefono nella casa di famiglia». Si faccia viva, le spettano i diritti
di immagine.
Perché oggi Perugina vorrebbe riutilizzare quella pubblicità. Quest’anno i Baci festeggiano 90 anni di vita e Nestlé, dal 1998 proprietaria del marchio, ha pensato di ripercorrere la storia del cioccolatino usando le immagini delle vecchie campagne.
Il materiale non manca: i dolcetti nati nel 1922 come «Cazzotti» per la loro forma irregolare, poi ribattezzati con un più affettuoso «Baci», di marketing ne hanno fatto sempre tanto. E sulla televisione hanno puntato fin dagli albori della Rai. Nel 1959, durante Carosello, Vittorio Gassman si prendeva in giro facendo finta di non voler svendere la sua arte alla pubblicità: «Io uno spot? Dopo Amleto, dopo Otello, dopo Edipo, e prima di Riccardo II, Riccardo III, Enrico quarto, quinto, sesto e ottavo?». Ma poi finiva a recitare il marchio, in testa
un pacchiano cappello con la scritta «Baci». Mentre nel 1986, per lanciare la nuova scatola a forma di tubo, una 15enne Claudia Gerini canticchiava: «Tubiamo». Altra generazione.
E poi ci sono tutti gli altri, le comparse. I dilettanti nei quali i pubblicitari di ieri e di oggi hanno visto facce capace di comunicare.
«Li abbiamo contattati quasi tutti», dicono da Nestlé. Qualche decina di persone, compresi il nonno barbuto e la bambina del Natale ‘94. «Manca solo lei, della sorella cattiva non c’è traccia negli archivi ». Che nel frattempo sia diventata «qualcuno» è possibile, tanti hanno cominciato dagli spot. Jodie Foster aveva tre anni nella pubblicità della crema abbronzante Coppertone. Era il 1965, dieci anni prima che Martin Scorsese la scegliesse per Taxi Driver. In Italia ricordiamo un Elio Germano bambino che nel 1988, a 8 anni, cantava «ba, ba, ba, ba», nella reclame del pandoro Bauli. O un giovane Stefano Accorsi che, molto prima di Letitia Casta, sfoderava il suo inglese per abbordare due ragazze americane: «Du gust is megl’che uan!».
Ad altri attori di pubblicità però non è andata altrettanto
bene. Fioravante Palestini, giovane ed erculeo sculture della scritta Plasmon nella pubblicità del Carosello, nel 1983 fu fermato con 223 kilogrammi tra cocaina ed eroina. Scontò 25 anni di carcere in Egitto, oggi Wikipedia lo ricorda come «attore e criminale italiano».
Ma la cosa più probabile è che la ragazza dei Baci sia diventata una 34enne come altre. Che da buona «meteora», ci hanno fatto anche un programma televisivo, viva lontano dai riflettori, il nome sconosciuto ai
più. Quanto alla sua immagine, è nella memoria collettiva. E su Youtube, basta digitare «Perugina spot 1994». Parecchi, leggendo l’annuncio pubblicato sui giornali, lo avranno fatto. E magari, riguardando la storia della ragazza «non tanto buona », potrebbero averla trovata più simpatica dei suoi familiari. Più del nonno con la perfetta barba bianca o della bambina che distribuisce premi e penitenze a colpi di Baci. In fondo, i tempi sono cambiati.