Luigi Grassia, TuttoScienze - La Stampa 21/11/2012, 21 novembre 2012
BIG BANG? NO, È STATO IL BIG CHILL
In Australia stanno agli antipodi e forse per questo pensano tutto al contrario. Da noi è in voga la teoria del Big Bang, secondo cui l’Universo è nato da un uovo primordiale che è esploso, dando origine a tutto quanto, cioè alla materia e all’energia, ma anche allo spazio e al tempo che li contengono. Anche in Australia, sia chiaro, questi concetti sono familiari, ma James Quach, fisico dell’università e del politecnico di Melbourne, prova a proporre una teoria alternativa. Anzi, una teoria del tutto opposta.
Secondo Quach, l’Universo non è nato da un Big Bang ma da un «Big Chill», cioè dal brusco raffreddamento di una zuppa primordiale in cui la proto-materia, la proto-energia, il proto-spazio e il proto-tempo stavano mescolati e indistinti, ma non ristretti in un uovo cosmico destinato a scoppiare. In base all’ipotesi di Quach, questo proto-universo era un caos che a un certo punto (il momento della creazione, per quanto ci riguarda) si è congelato e cristallizzato; questo avrebbe fatto emergere le tre dimensioni dello spazio e quella del tempo.
Ma quando l’acqua congela e si cristallizza, non lo fa in modo omogeneo: si formano delle incrinature e, se la teoria del Big Chill è giusta, la stessa cosa (probabilmente) è successa all’Universo. «Se queste crepe ci sono» dice Quach «la luce e le particelle in transito dovrebbero essere deviate o riflesse dai difetti di struttura dello spazio-tempo. Allora dovremmo essere in grado di rilevare le eventuali fratture del cosmo e dimostrare la verità della mia ipotesi». Detto e fatto, dopo la pubblicazione di un suo articolo sulla «Physical Review», il professore ha trovato diversi fisici sperimentali che hanno impostato la ricerca delle prove. Fisici australiani anche loro, manco a dirlo.
Ma questa è solo una metà della faccenda. Secondo Quach, qualora venisse dimostrata l’esistenza di fratture nello spazio-tempo sulle grandi scale dell’Universo, diventerebbe più facile costruire e dimostrare sperimentalmente una solida teoria quantistica della gravità, perché si rafforzerebbe la coerenza tra il cosmo nel suo complesso e la sua struttura fine a livello sub-atomico. Questo sarebbe tanto importante quanto passare dal paradigma del Big Bang a quello del Big Chill, perché rendere coerenti la teoria dei quanti e la teoria della Relatività generale è il grande problema irrisolto lasciatoci dalla generazione di Planck e di Einstein.
Troppa carne al fuoco? Forse. Ma la fisica e la cosmologia sembrano impantanate da troppi anni in una quantità di teorie che diventa sempre più difficile sperimentare; così le teorie restano tali per un tempo indefinito. Servono ipotesi come quella di Quach che possano essere dimostrate vere una volta per tutte oppure smentite e gettate via senza rimpianti, come si deve fare nella ricerca scientifica.