Camilla Strada, Vanity Fair 14/11/2012, 14 novembre 2012
PER CENA CAVIALE O WURSTEL?
[c’è una foto in allegato]
Perché mentre qualcuno in Italia colleziona case, molti altri, e parliamo di 71 mila persone, vanno a vivere in baracche e roulotte? Tra questi c’è anche la mia parrucchiera, brava peraltro, si è trasferita nel campeggio di Ostia, a Roma non riusciva più a pagare l’affitto». Nel suo libro Ricchi e poveri (Ponte alle grazie, pagg. 266, € 13,50), in uscita il 15 novembre, Nunzia Penelope mette a confronto lo stile di vita di quel 10% di italiani che possiede metà della ricchezza nazionale, e che arriva a spendere anche 10 mila euro al giorno, e il 90% che si divide il resto. Partendo da un’idea: «Non mi interessa che un top manager prenda 400 mila euro al mese, anche se cozzano con i 1.286 di un lavoratore dipendente: il problema non è impoverire i ricchi, ma come riportare soldi nelle tasche dei poveri; e una patrimoniale sui redditi più alti, per poi investire in scuola e sanità, sarebbe un segnale di civiltà». E da un paradosso: «Che per i ricchi la crisi non vale, anzi: la bella vita costa sempre meno. Prendete l’inflazione: nel 2012, a fronte di un costo della vita che per i comuni mortali è aumentato di oltre il 3%, quello dei super-ricchi è sceso dell’1,6%». Non ci credete? Guardate qui a destra.