Sergio Rizzo, Corriere della Sera 21/11/2012, 21 novembre 2012
IL RIGORE E LA CRESCITA LA PORTA STRETTA DEL GOVERNO
La pozione è amara ma è per il bene del Paese. Il Monti-pensiero è molto chiaro e rispecchia in pieno le convinzioni di quei presunti medici che nell’antichità pensavano che molte malattie si potessero risolvere praticando un salasso al paziente. Le conoscenze di anatomia di chi ricorreva a quei rimedi erano talmente scarse da portare spesso benefici nulli e provocare nei casi più gravi la morte del paziente. Oggigiorno è assodata l’inefficacia della flebotomia per la maggior parte delle malattie. Monti è convinto di poter risolvere i problemi alla stessa maniera su un paziente di nome Italia e che si sta lentamente spegnendo. Secoli fa si facevano chiamare medici e campavano vendendo fumo e arricchendosi sulla pelle dei malati. Ora si sentono promossi e si fanno chiamare professori di economia. Si arricchiscono ancora di più, grazie a stipendi faraonici e tenendo il loro patrimonio sapientemente alla larga dalla pozione, alle spalle di chi lavora e non arriva a fine mese.
Gaspare Lenzi
lenzigaspare@gmail.com
Caro Lenzi, in una recente intervista (Il Foglio del 14 novembre), Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, ha ricordato che l’Italia paga ogni anno, per onorare gli interessi sul suo debito pubblico, una somma pari al 5% del suo prodotto interno lordo (Pil). Questo significa che il governo della Repubblica deve iscrivere in cima alla colonna delle spese, quando comincia a scrivere il suo bilancio annuale, una somma non inferiore a 80 miliardi di euro.
Molti lettori hanno scritto negli scorsi giorni per lamentare che nei mesi del governo Monti la percentuale del debito sia ulteriormente aumentata. È vero. Gli ultimi dati segnalano che questa percentuale è passata dal 120,7% del novembre 2011 al 126,4% del novembre 2012. Non è sorprendente. La percentuale del debito dipende in ultima analisi dal denominatore (il Pil) e il nostro, negli ultimi dodici mesi, è sceso di due punti percentuali. Se la ricchezza prodotta dal Paese diminuisce, la percentuale del debito non può che aumentare. È colpa dei salassi del governo Monti? Rispondo, caro Lenzi, servendomi di altri dati ricordati da Giovannini.
La crescita del Pil italiano dal 2000 al 2011 è stata del 4,2% in Italia e del 16,25 nell’Europa a 27. È davvero sorprendente che nel momento in cui tutta l’economia europea si contrae, la contrazione dell’economia italiana sia superiore a quella delle altre? Di fronte a questa situazione il governo Monti ha agito su due piani. Ha fatto del suo meglio, in primo luogo, per ridurre l’interesse sul debito. E ha cercato, in secondo luogo, di creare le condizioni per il rilancio dell’economia. La prima battaglia ha dato complessivamente buoni risultati. L’Italia ha un disavanzo inferiore alla media europea (2,6%) e un avanzo primario considerevole (5%). La seconda battaglia si è scontrata con la miopia dei partiti e la resistenza degli interessi corporativi, procede con grande lentezza e produrrà i suoi effetti, nella migliore delle ipotesi, sul medio periodo. Le responsabilità, in una democrazia, sono sempre del governo. Ma i vizi del Paese sono vecchi e sono rari gli italiani che non abbiano contribuito ad aggravarli. Del governo Monti è certamente lecito parlare male, ma non sino al punto di dimenticare che il Paese ha vissuto lungamento al di sopra dei propri mezzi.
Sergio Rizzo