Mariolina Iossa, Corriere della Sera 21/11/2012, 21 novembre 2012
CONDOMINI, SI’ AGLI ANIMALI E AL RISCALDAMENTO FAI DA TE —
La speranza è che le liti condominiali diminuiscano e che sia più facile decidere e mettersi d’accordo. La certezza è che ci sono da oggi 31 articoli nuovi di zecca che riformano la disciplina dei regolamenti di condominio, approvati dalla commissione Giustizia del Senato in sede deliberante così come la Camera li aveva licenziati a fine settembre.
Punto primo, tra i più qualificanti, quello che interessa moltissime famiglie che vivono nei condomini: gli animali domestici. Il regolamento condominiale non potrà più «vietare di possedere o detenere animali domestici», e tra essi il Parlamento ha inteso comprendere tutti gli animali da compagnia (pur non modificando il testo per evitare che tornasse alla Camera per la seconda lettura), quindi anche criceti, furetti, canarini, eccetera. Esultano le associazioni animaliste, la deputata Pdl e animalista convinta Michela Vittoria Brambilla parla di «liberalizzazione» e di «passo avanti importantissimo per tutelare milioni di italiani che vivono con animali d’affezione».
Punto secondo, anche questo molto importante e sentito nei condomini: il riscaldamento. Chi vuole si potrà «staccare» dall’impianto centralizzato senza dover attendere il parere positivo dell’assemblea, ma a patto di non creare pregiudizi agli altri condomini e di continuare a pagare la manutenzione straordinaria dell’impianto condominiale.
La nuova disciplina, poi, si occupa delle barriere architettoniche. Per la messa a norma in sicurezza e per l’eliminazione delle barriere architettoniche del palazzo basterà che in assemblea siano presenti i condomini che rappresentano un terzo dei millesimi complessivi. A questo punto, sarà sufficiente la maggioranza per decidere, ovvero il 50 per cento più uno dei votanti-presenti.
Altro aspetto che spesso produce liti e ricorsi in tribunale: la destinazione d’uso dei locali comuni. Adesso per decidere il cambio di destinazione d’uso basterà il sì dei quattro quinti dei condomini. L’assemblea condominiale potrà anche decidere di creare un sito internet del condominio, ad accesso individuale e protetto, per consultare tutti gli atti e i rendiconti mensili.
Niente registro degli amministratori ma la nuova disciplina prevede comunque che chi amministra un condominio debba possedere alcuni requisiti obbligatori: godimento dei diritti civili, titolo di studio, formazione e assicurazione professionale. In pratica per fare l’amministratore bisognerà frequentare un corso di formazione oltre ad aver conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado. All’atto della nomina, poi l’amministratore dovrà presentare ai condomini una polizza individuale di responsabilità civile che copre gli atti compiuti nell’esercizio del mandato. Polizza che sarà comunque pagata dai condomini.
C’era chi sperava di ottenere modifiche più sostanziali. Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, si rammarica perché la nuova disciplina non assegna la capacità giuridica al condominio stesso, come avviene in molti Paesi europei. Tuttavia, continua, «la legge è nel complesso positiva» perché «rispettosa dei diritti dei proprietari». «Una riforma storica di una disciplina che risale al 1942 e che tocca la vita quotidiana di molti milioni di famiglie italiane», ha commentato il senatore del Pd Giovanni Legnini, primo firmatario del provvedimento. E questo, «nonostante la Camera abbia inteso eliminare diverse norme innovative». Pensiero simile quello del senatore dell’Idv Luigi Li Gotti: «Alcune cose potevano cambiarsi ma il testo sarebbe riandato alla Camera e sarebbe stato a rischio».
Mariolina Iossa