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 2012  novembre 15 Giovedì calendario

ITALIA DEI RIFIUTI ADDIO, VEOLIA SE NE VA

[Dopo 5 anni di battaglie la più grande multiutility del mondo lascia il Paese. Creando subito un problema in Calabria.] –
Sta finendo nel peggiore dei modi la disavventura nella spazzatura italiana della multiutility numero uno del pianeta: la francese Veolia. Dopo 5 anni vissuti pericolosamente questo colosso da 29,6 miliardi di fatturato, che smaltisce i rifiuti di oltre 60 milioni di persone nel mondo, sta scappando dall’Italia. Uno dopo l’altro, ha abbandonato i termovalorizzatori e gli impianti di trattamento dei rifiuti che gestiva a Brindisi, a Vercelli e in Versilia. L’inceneritore che aveva in Molise è stato appena venduto alla concorrente emiliana Hera. Venerdì 23 novembre la Veolia se ne andrà anche dalla Calabria, dove ha in gestione quasi l’intero sistema di smaltimento dei rifiuti. E non importa se il commissario regionale all’emergenza rifiuti e la regione non avranno ancora avviato la gara per trovare un gestore alternativo e la Calabria potrebbe precipitare nel baratro. Ritirati in corner tanti ultimatum, stavolta non ci saranno proroghe dell’ultimora, ha assicurato la stessa società.
La Veolia servizi ambientali Tecnitalia ha nel frattempo già chiesto e ottenuto dal Tribunale di La Spezia di essere ammessa alla procedura di concordato preventivo. Entro venerdì 30 novembre presenterà il suo piano per soddisfare i creditori, ultima possibilità prima del fallimento. Dietro di sé lascia più di 360 milioni di debiti, 88 dei quali con le banche, e avanza oltre 128 milioni di crediti, la maggior parte a causa dei conti mai saldati dalle amministrazioni locali italiane. Per recuperarli la società si è impantanata in un contenzioso giudiziario impressionante, una valanga di lodi arbitrali, di ricorsi e controricorsi alla giustizia amministrativa o a quella civile, molti dei quali ancora aperti. Una battaglia legale durissima l’ha contrapposta alla sua ex socia italiana, la Termomeccanica.
Ma in questi 5 anni italiani la Veolia si è ritrovata anche sul banco degli imputati con gravi accuse per inquinamento. A gennaio 2013 inizierà il processo più impegnativo, con dirigenti e responsabili del termovalorizzatore che la società aveva in Versilia accusati di avere sversato in un torrente acque reflue contenenti diossina.