Fausta Chiesa, Corriere della Sera 20/11/2012, 20 novembre 2012
SE APPLE CADE E BRUCIA 170 MILIARDI, COME UNA BORSA INTERA
Quando una blue chip perde oltre un quarto del suo valore in Borsa in poco meno di un mese senza che ci sia una particolare notizia negativa e senza che la società abbia lanciato un profit warning è inevitabile che si scateni il dibattito. Soprattutto quando si tratta di un nome eccellente. La società in questione è Apple. Succede che il titolo del produttore di iPad e iPhone ha perso a New York il 28,3% dal 21 settembre, giorno in cui aveva raggiunto il record a 705 dollari ad azione. Ebbene venerdì scorso, la casa di Cupertino ha chiuso a 527 dollari. Un crollo del titolo che significa anche un calo della capitalizzazione di circa 170 miliardi di dollari (circa 132 miliardi di euro). È come se fossero scomparse le Borse di Dublino e Atene messe assieme. Che cosa sta succedendo? Alcuni citano la concorrenza di Samsung e Amazon nel mercato dei tablet. Altri i limiti nella capacità di soddisfare la forte domanda di iPhone 5 e iPad mini o la redditività, più debole del previsto, per due trimestri consecutivi. Altri ancora il cambiamento, a sorpresa, nel top management (di recente i vertici della casa di Cupertino hanno deciso di licenziare Scott Forstall, il responsabile della divisione iOS). Ma a fare luce sui motivi del crollo potrebbe essere un report pubblicato da Reuters. La vera causa sarebbe il fiscal cliff (precipizio fiscale). Gli investitori stanno vendendo oggi perché la tassazione sul capital gain è ancora al 15 per cento, mentre dall’anno potrebbe salire anche fino al 35% per aumentare gli introiti del bilancio Usa.
Fausta Chiesa