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 2012  novembre 20 Martedì calendario

UN FONDO CON IL QATAR DA DUE MILIARDI DI EURO PER IL «MADE IN ITALY»


Al made in Italy, alle eccellenze imprenditoriali italiane, servono soldi. Per crescere, esplorare nuovi mercati, affermarsi come player internazionali. Il fondo sovrano del Qatar, uno dei più attivi in questo settore, ci crede. E da ieri, con la firma degli accordi alla presenza del premier, ha deciso di investire un miliardo di euro nel settore della moda, del lusso, del design, del turismo e dell’intrattenimento tricolore.
È la prima volta, ed uno dei risultati più concreti del governo. Finora Monti ha chiesto denaro in Asia, ai cinesi, ai giapponesi, negli Stati Uniti agli americani, ma i risultati sono stati inferiori alle attese. L’accordo di ieri siglato a Doha, con un fondo che ha già investimenti di rilievo nell’eurozona, dall’Inghilterra (Harrods) alla Germania (Volkswagen), è innovativo nel metodo e molto consistente nell’entità delle risorse che l’emiro del piccolo Stato ha deciso di investire.
Al termine degli incontri avuti ieri dal presidente del Consiglio è stata annunciata la costituzione di una joint venture da 2 miliardi di euro tra il Fondo strategico italiano (Fsi) e la Qatar Holding. La holding controllata dalla Cassa depositi e prestiti e la società del Qatar hanno firmato un accordo per la creazione di «Iq Made in Italy Venture», una joint venture dotata di 300 milioni di euro iniziali e un capitale complessivo fino a 2 miliardi, «che sarà versato pariteticamente da Fsi e Qh nel corso dei primi quattro anni».
Non è poco e non era scontato. Alla conclusione dell’accordo hanno partecipato, in veste di consulenti, il team italiano dello studio legale Cleary Gottlieb, che ha assistito la Qatar Investment Authority, e il gruppo di Clifford Chance, che ha assistito il Fondo strategico italiano. La nuova società investirà nelle aziende italiane che operano in settori chiave del made in Italy: alimentare e distribuzione alimentare, moda e lusso, arredamento e design, turismo e stile di vita. Settori «che rappresentano l’eccellenza italiana, contribuiscono in misura determinante alle esportazioni e presentano diverse aziende di elevata qualità, con un significativo potenziale di crescita e di espansione internazionale». Nel corso dei negoziati informali manifestazioni di interesse sono state avanzate sui gruppi Armani, Versace e Dolce & Gabbana.
L’accordo, si legge nel comunicato congiunto fra le due società, diffuso a Doha, «è stato raggiunto grazie alle eccellenti relazioni tenute in occasione della visita del primo ministro Mario Monti in Qatar». Al fianco di Monti c’era il presidente della Cassa depositi e prestiti, di cui il Fondo strategico è una controllata: «Questo primo accordo — ha dichiarato Franco Bassanini — con i grandi investitori dei Paesi del Golfo è di grande importanza per tutto il gruppo Cdp, anche perché potrà favorire il perfezionamento di altri accordi di co-investimento sia con il Fondo strategico italiano sia con altri strumenti del gruppo».
«Siamo molto soddisfatti — ha sottolineato Giovanni Gorno Tempini, amministratore delegato della Cdp e presidente di Fsi, anch’egli a Doha, come Bassanini — dell’accordo con un partner di elevata qualità. La joint venture dimostra come alcuni settori dell’economia italiana possano essere molto attraenti per quegli investitori stranieri che ne intravedono il potenziale di crescita, consolidamento ed espansione internazionale. Oltre alla significativa potenza di fuoco in termini di capitale disponibile la joint venture mette insieme due partner con competenze complementari. Questa combinazione può offrire a molte imprese italiane opportunità concrete di trasformazione e creazione di valore».
Mario Monti ha commentato l’accordo anche in questo modo: «Chi pensasse che queste operazioni di acquisizioni, di investimenti esteri in Italia siano modi per svendere società italiane o beni italiani farebbe un grandissimo errore».
Marco Galluzzo
mgalluzzo@corriere.it