Andrea Galli, Corriere della Sera 20/11/2012, 20 novembre 2012
LA VITA IN PUNTA DI PIEDI DEL RAGIONIERE QUEI VIAGGI CON I SOLDI PER LE OLGETTINE
[Giuseppe Spinelli]
Un segno della croce e un Pater Noster nella cappella San Francesco, chiesetta che pare una mansarda per il soffitto di traverso basso poggiato sulle travi e per le dimensioni: appena tre file di panche e sei di seggiole intorno al leggìo che adesso ospita una Lettura del profeta Geremia laddove il Signore invita ad andare da tutti quelli che egli elencherà per dire tutto quello che ordinerà. Ma è sforzo vano stanare il ragioniere a casa sua, nel suo quartiere. Ed esercizio ingannevole cercare qui i segreti di Giuseppe Spinelli oppure affidarsi agli indizi e ai racconti orali del bar, della gelateria e della farmacia per decriptare se non già interpretare la vita pubblica del signor — come l’han via via ribattezzato le oltraggiose spudorate giovani Olgettine — Spinaus, Spinellino, Spin, Spino. Primo perché Spinaus o Spinellino, nato nel settembre del ’41, uomo di «indubbia gentilezza», non c’è, nascosto; secondo perché di segreti su Spin o Spino, originario di Settala, nell’hinterland, «una persona riservata», non ne esistono. Almeno di facciata. Infatti i banditi l’hanno pedinato, seguito e osservato per mesi, ripetono i poliziotti i quali escludono che nei giorni precedenti il sequestro ci siano stati avvisaglie, minacce, ombre e insomma scombussolamenti nel consueto decennale vivere e lavorare di Spinelli.
Il quotidiano il Giornale comprato dall’edicolante pagando con le monete giuste; la saracinesca nera del box alzata il mattino alle 8 precise; la messa d’ordinanza il sabato sera con la moglie, quella signora Anna Rasconi timorata di Dio e maniaca dei fiori che, preferenza per le rose, dona con generosità alla medesima cappella San Francesco. Non mancano i soldi a casa Spinelli ma ancora una volta non c’è esibizione e nemmeno traccia. Certo abitano (scala E1) in quattro stanze all’ultimo e ottavo piano con ampio terrazzo. Però il complesso è un casermone peraltro facile da violare. Nel complesso edilizio degli anni ’60 dai colori smorti ci sono 279 appartamenti. Il cancello elettrico posizionato due civici prima (al 41) impiega 56 secondi a chiudersi: entra chi vuole. Dai balconi la visuale spazia sul centro di Bresso e la periferia di Milano. Quattro stanze si diceva, gli Spinelli, ricavate con l’acquisto di due appartamenti. Prima uno. Poi l’altro. Una formichina. Un ragioniere per l’appunto. Un braccino corto, sostiene qualcuno. Del resto a guardare alle sue cariche, beh, non si finisce più.
Amministratore, presidente, vicepresidente, consigliere di holding, società immobiliari, editrici di giornali (il Foglio), servizi di vigilanza privata, sempre a Segrate, sempre nella galassia di Berlusconi. Forse fin troppo piena di confini la geografia del ragioniere, una figlia unica, Cristina, che s’è sposata lasciando nell’ex cameretta (cameretta, è la definizione usata dalla mamma) le sue cose da adolescente. In via Papa Giovanni XXIII l’abitazione. Nella stessa strada cappella ed edicola. Segrate. Manca altro? Via Olgettina, a Milano, 11 chilometri di distanza, a lungo meta dei viaggi di Spinelli per la consegna dei soldi alle ragazze che ci abita(va)no e oggi tacciono in fuga. Un tweet solitario di Barbara Guerra che non ha l’aria d’essere un messaggio di solidarietà: «Povero spinellino! Il mio tesssssoro». Dopodiché il vuoto. Elisa Toti, Iris Berardi, Marysthell Polanco, Ioanna Visan, Barbara Faggioli, Miriam Loddo, financo Nicole Minetti. Il Corriere le ha cercate nel pomeriggio con un giro di telefonate e tra le 20.30 e le 21 con un elenco di sms (attendendo fino alle 23). Inutile. Così si fa presto a pensare che subito l’hanno abbandonato al suo destino, che nulla c’entrano con questo nuovo giro di valzer, ché tanto alla fine — se guardate bene — forse forse il ragionier Giuseppe Spinelli non avrebbe gradito. Il suo mondo è comunque altrove. E non è soltanto l’immagine che a sentire il racconto agli investigatori lo vede andarsene in stanza per riposare nonostante in salotto ci fossero i banditi. Casomai è scoprire le sue tane oltre confine. Praticelli e boschetti e una porzione di cascina in un paesino di pochissimi abitanti in Piemonte, amato buen retiro; e una casetta più un garage (in comunione dei beni) ad Alassio, in una via privata che non affaccia sul mare ma che, se può bastare, ci sta vicino.
Andrea Galli