Mario Baudino, La Stampa 20/11/2012, 20 novembre 2012
A QUALCUNO PIACE USATO
[Nell’anno nero dell’editoria, il settore dei libri di seconda mano va in controtendenza Con l’aiuto del web e l’eccezione delle bancarelle] –
Non è solo nostalgia di Charing Cross , del romanzo epistolare di Helene Hanff dedicato alla strada londinese dei vecchi libri, del film con Ann Bancroft o di Notting Hill con Hugh Grant e Julia Roberts star innamorata. È anche frutto della situazione economica e di un calcolo attento fatto da lettori attenti. Il risultato è che nell’anno nero della libreria (e di conseguenza dell’editoria), mentre sia nelle catene sia nelle librerie indipendenti, per non parlare della grande distribuzione, in crisi nera, calano le vendite di libri nuovi, il piccolo settore dell’usato reagisce e cresce. Va meglio per i «grossi», che in questo settore sono pochi, meno bene per la miriade di piccoli negozianti e decisamente male per le bancarelle: ma il calo del nuovo si aggira da gennaio sul 7 per cento, e secondo i dati Nielsen diffusi dal Centro per il libro e la lettura, nel terzo trimestre l’intero mercato italiano ha avuto un altro crollo: -13 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011.
In attesa che Natale ponga qualche rimedio, l’usato sta però piuttosto bene. È un mondo un po’ segreto che si sottrae alle statistiche, nel cui mito convivono il romantico e il gotico, fiorentissimo, fra bancarelle maledette e libri che uccidono: come quello che un indemoniato Terence Stamp confeziona nella propria cantina in un altro classico del ’96, Delitto tra le righe . Armato di una strumentazione d’epoca, crea con infinita pazienza e sapienza tipografica una falsa edizione, molto antecedente e attribuita ad altro autore, del romanzo che un famoso scrittore ha pubblicato con successo: in modo da poterlo accusare di plagio ed eventualmente ridurlo alla follia. Ma prima di fargliela trovare in casa la distribuisce tra i librai di Charing Cross. E dove, se no? Il personaggio di Stamp, nel film, aveva qualche buon motivo di vendetta. I lettori italiani che si stanno convertendo all’usato ne hanno certamente di economici, ma forse non solo.
I pochi dati disponibili confermano che il metà prezzo sta diventando un’abitudine sempre più importante e non solo una pratica tipica della bohème studentesca. Con un grosso aiuto da parte di Internet. «Ieri - racconta ad esempio Tonino Raucci, che a Pavia si divide fra antiquariato e seconda mano nella storica libreria “Parnaso” a due passi dal Ticino, frequentata soprattutto da studenti universitari - in negozio non ho fatto nulla, ma in compenso ho spedito venti raccomandate», per ordini che erano arrivati sul suo sito. È una fotografia estrema di una situazione che si sta sempre più polarizzando.
Ne sanno qualcosa al Libraccio.it, nato nel ’79 fra «studenti impegnati politicamente» che volevano promuovere lo scambio di testi scolastici - come ci racconta uno di loro, l’attuale presidente Edoardo Scioscia -, e diventata una catena di 27 punti vendita in cinque regioni, con 270 dipendenti più magazzini per l’ingrosso. Di recente - per i libri nuovi - si sono alleati con Ibs, la più grande libreria on-line italiana. Per quanto riguarda il Libraccio, Scioscia fa due conti: «La nostra catena non perde sul nuovo e va molto bene sull’usato, che è intorno al 6 per cento in più rispetto all’anno scorso». Data la loro storia, il peso maggiore è per la scolastica. La «varia» rappresenta un po’ meno della metà. Ma sono due categorie molto diverse. «Per la scuola, la domanda è superiore all’offerta, i libri non bastano mai». Per la varia è l’opposto: infiniti «cimiteri dei libri dimenticati» (secondo la popolare invenzione di Carlos Ruiz Zafon nel suo bestseller L’ombra del vento ) giacciono in Italia - e nel mondo - ancora in attesa di un esploratore.
Chi non ha un enorme assortimento può trovarsi di conseguenza in serie difficoltà, ed è quel che avviene alle bancarelle: «Non si vende se non a prezzi bassissimi», spiega per esempio Tonino Raucci, il libraio di Pavia, che pure batte instancabilmente fiere e mercatini in tutto il Nord. Qui entra però in campo Internet. E proprio sulla rete si è affermata una grande bancarella collettiva: comprovendolibri.it, un sito creato un po’ per esperimento e un po’ per gioco da due informatici padovani, nel 2000. Cominciarono anche loro con i libri scolastici, mettendo in contatto diretto acquirenti e venditori. Negli anni è però aumentata enormemente l’offerta di varia. Ogni giorno, sulla home page, è bene in vista il numero di libri in vendita in quel momento. All’atto di scrivere questo articolo erano 1.643.799, di cui 137.644 scolastici. A differenza di altre realtà più centrate sull’antiquariato, come Maremagnum o Abebooks dove sono ammessi solo librai professionali, o di eBay dove comunque si paga e le procedure sono più complicate (tanto è vero che ha maggior successo il settore degli annunci, meno quello delle aste), qui chiunque vende liberamente, dopo essersi registrato. Diventa libraio per qualche minuto o qualche ora.
Il sito fa da tramite, non incassa percentuali, non lucra sullo scambio e vive di donazioni o pubblicità. «Ogni giorno abbiamo un centinaio di nuove registrazioni, in tutto al momento i nostri venditori sono 30 mila», dice Marco Sarain, uno dei due gestori. Gli acquirenti, che invece possono non registrarsi, sono ovviamente molti di più. Passano di mano dagli 8 ai 9 mila libri al mese nei periodi in cui non c’è la scolastica, quando toccano quota a 13 mila, ma queste sono solo le compravendite dichiarate dagli interessati. Ogni venditore può offrire volumi di qualsiasi tipo, anche d’antiquariato: ma se si guarda al classico libro di seconda mano, la valutazione di Sarain è che l’incremento sia del 10 per cento. Resta una domanda cui non è facile rispondere: quanto è vasto questo mondo? Non ci sono dati, bisogna rifugiarsi nelle stime. Secondo Edoardo Scioscia, nell’ambito dei soli libri di varia che si vendono in Italia (per un mercato che si aggira sui mille milioni) dovrebbe rappresentare più o meno un quarto. E dato che questo tipo di libro è venduto in genere a metà prezzo, si può immaginare che siano in gioco ogni anno 150 milioni.
Non è esattamente una nicchia, semmai un sistema fluido: che per quanto riguarda l’attivissima minoranza di lettori-venditori finisce per funzionare come una biblioteca circolante. Compri, leggi, rivendi. Porta via un po’ di tempo, richiede impegno, forse persino dedizione. Ma vuoi mettere, oltre al risparmio, il divertimento?