Luigi Grassia, La Stampa 19/11/2012, 19 novembre 2012
LO STUDIO SUI COMANDANTI EUROPEI: SOTTO ACCUSA GLI ORARI DI LAVORO
[Piloti addormentati in volo È successo a uno su tre] –
Non è una bella notizia da dare, ma non si possono censurare le notizie che innervosiscono. Dice l’associazione europea dei piloti Eca (European Cockpit Association), dopo aver sondato ben 6 mila dei suoi aderenti (cioè un campione enorme), che un pilota su tre confessa di essersi addormentato qualche volta quando era ai comandi dell’aereo, mentre nove su dieci ammettono di essersi trovati a volare anche quando erano un po’ troppo stanchi per farlo, aumentando così il rischio di errori di manovra. Il difetto del sistema? Sono i turni di lavoro troppo lunghi, anche per la pressione delle compagnie aeree che pur rispettando i limiti previsti dai regolamenti tendono a portarli ai limiti estremi. È la mania del momento, tagliare i costi.
I piloti europei criticano anche le nuove regole che sta mettendo a punto l’Ente continentale di vigilanza sulla sicurezza aerea (Easa) secondo cui l’utilizzo notturno dei piloti può essere prorogato fino a un massimo di 11ore consecutive, mentre i medici consigliano di conservare il limite a 10. Il massimo complessivo nella giornata è invece di 13 ore, prorogabili a 15, ma il comandante Giovanni Galiotto, presidente del sindacato Ipa (che fra una settimana tornerà a chiamarsi Anpac), dice che in certi casi «si arriva superare le 20». Le compagnie aeree vorrebbero aumentare da 900 a 1000 ore annue l’utilizzo dei piloti, ma Galiotto spiega che «il problema non sono tanto i limiti annuali ma i turni settimanali, i troppi voli notturni, le troppe ore affrontate magari col maltempo, o l’accumulo di fusi orari in direzione Est e poi in direzione Ovest in pochi giorni».
Ma questi colpi di sonno dei piloti rappresentano un pericolo vero o soltanto teorico, perché poi le situazioni si risolvono per il meglio? Il rischio può essere reale. Tre anni fa a Buffalo, in America, un aereo si schiantò perché tutti e due i piloti pur non essendosi addormentati erano stanchi e avevano i riflessi appannati. L’anno scorso due piloti britannici che non avevano potuto rispettare i turni di riposi si sono entrambi appisolati lasciando l’aereo in balia di se stesso per dieci minuti. Ancora negli Usa due piloti assonnati hanno proseguito oltre la città di destinazione e poi al risveglio hanno dovuto virare e tornare indietro.
Ci sono procedure di sicurezza? Dice il comandante Galiotto: «Nei voli lunghi ogni 30 minuti una delle hostess citofona e chiede ai piloti se tutto va bene. Questo serve anche a tenerli svegli». Comunque «la fatica dei piloti è concausa del 20% degli incidenti aerei».