Paolo Mastrolilli, La Stampa 19/11/2012, 19 novembre 2012
BROOKLYN, IL SERIAL KILLER OSSESSIONATO DAL NUMERO 8
[Ha ucciso tre negozianti, tutti con quel numero nel loro indirizzo] –
Tre omicidi, e un solo indizio che li collega: il numero 8. Non è la trama di un thriller di Hollywood, ma il rompicapo che da luglio ossessiona la polizia di New York. Qualcuno, un serial killer di cui esiste anche l’identikit, sta ammazzando i gestori di piccoli negozi di abbigliamento a Brooklyn. Entra, spara con una pistola calibro 22, e sparisce nel nulla. Alcune volte porta via i soldi, altre no. Questo fa sospettare che abbia motivi diversi dalla semplice rapina, anche perché prende di mira sempre vittime di origine mediorientale.
L’altro punto in comune, che sta intrigando gli investigatori, è il fatto che in tutti i casi c’era il numero 8 nell’indirizzo del negozio. Magari è un caso, ma gli inquirenti lo considerano un potenziale indizio, per il significato particolare che questo numero ha in diverse culture.
L’incubo è cominciato il 6 luglio scorso, quando il killer ha colpito la prima volta. La vittima, Mohammed Gebeli, 65 anni, gestiva un negozio di vestiti al numero 7718 di Fifth Avenue, nel quartiere Bay Ridge di Brooklyn. Nessuno si era accorto di nulla, ma quando le luci sono rimaste accese oltre l’orario di chiusura, i passanti hanno dato l’allarme. Dentro c’era il cadavere di Gebeli, ucciso da un proiettile sparato nel collo. Il corpo era copertoe la cassa vuota.
Meno di un mese dopo, il 2 agosto, è toccato a Isaac Kadare, 59 anni, proprietario di un «99 cent store», colpito con una calibro 22 sopra l’occhio. Il cadavere era stato coperto con un panno, e i soldi erano spariti. Indirizzo del negozio, nella zona Bensonhurst di Brooklyn: 1877 86th Street. Sembrava finita, ma venerdì l’incubo è tornato. Dopo l’orario di chiusura, la gente che camminava lungo Flatbush Avenue ha notato che le luci erano ancora accese nella «She She Boutique», al numero civico 834. Chiama la polizia, che trova il cadavere del proprietario, Vahidipour Rahmatollah, 78 anni. Due colpi in testa calibro 22, e uno al petto. Cadavere coperto con un tessuto, e tutti i soldi ancora in cassa.
Secondo il protocollo della polizia di New York, un omicida diventa serial killer quando uccide tre volte, a distanza di tempo, con almeno una pausa significativa tra un’azione e l’altra. Il caso di venerdì, quindi, ha creato ufficialmente il mostro, descritto come un uomo nero con i capelli corti e gli occhiali da sole, nell’identikit tracciato dopo il secondo attacco. La polizia ha messo sulla sua testa una taglia da 22.000 dollari. Forse venerdì non ha preso i soldi perché non ha fatto in tempo, ma i poliziotti temono che uccida per altri motivi. Perciò si sono concentrati sul numero 8, che è quello più fortunato nella cultura cinese, simboleggia ricchezza e abbondanza tra gli induisti, e a Babilonia era associato al paradiso. L’illuminazione buddista segue otto sentieri, mentre per i musulmani ci sono sette inferni e otto paradisi. Nella Kabbalah l’8 descrive un’entità superiore all’ordine naturale, mentre alcuni cristiani lo associano alla resurrezione di Cristo. Superstizione, caso? Forse, ma è anche l’unica pista per gli investigatori.