Maria Novella De Luca, la Repubblica 19/11/2012, 19 novembre 2012
LA FABBRICA DELLE ILLUSIONI
[Spacciano cure a base di bicarbonato e veleno di scorpione. Promettono miracoli contro malattie terminali. Chi sono i nuovi stregoni] –
L’ultimo in ordine di tempo è un farmaco ricavato dal veleno dello scorpione azzurro cubano. L’hanno provato, sembra, oltre ventimila italiani. L’azienda produttrice dice con chiarezza che non è un prodotto antitumorale, nessuno studio ne ha dimostrato l’efficacia anticancro, ma i malati oncologici affermano di sentirsi meglio, e c’è chi parla addirittura di guarigioni. Così in migliaia volano a Cuba, a Tirana, a San Marino per comprarlo, affrontano disperati viaggi della speranza, o più semplicemente se lo procurano di contrabbando, senza alcuna certezza che sia quello autentico. C’è un business mondiale che non conosce crisi, ma cresce, prospera e fa profitti oltre l’immaginazione, venti, forse trenta miliardi di euro l’anno secondo le ultime stime americane. Si chiama «mercato della speranza», attinge e specula nell’immenso bacino della sofferenza, non ha confini fisici (i pazienti sono disposti ad andare ovunque) né economici (si paga qualunque cifra) e comunque c’è la Rete a garantire contatti, spedizioni, che si traducono quasi sempre in illusioni, a volte in truffe, ogni tanto in tragedie.
E dove il cancro rappresenta la voce principale di “reddito” per chi vende illusioni. Dal bicarbonato per endovena all’ascorbato di potassio, dalla tisana Essiac alla cura Di Bella, dalle teorie della Nuova medicina germanica del dottor Hamer, per cui il tumore è soltanto un trauma di cui liberarsi, alla dieta Gesson a base di succhi di frutta, fino all’idea che basti disintossicarsi e liberarsi dei metalli pesanti per sconfiggere la malattia, nella battaglia contro il cancro il ricorso alle cure “altre” è sempre più frequente. In un magma di esperienze dove le cosiddette medicine non convenzionali (omeopatia, agopuntura, fitoterapia, antroposofia, la medicina tradizionale indiana, ayurvedica, o quella cinese) si mescolano a esperimenti assai più discussi e a volte letali. Spesso avviene quando la scienza ammette il proprio limite, quando tutto sembra perduto, ma c’è chi promette ancora l’impossibile, purché a pagamento. Come è accaduto soltanto poche settimane fa a Luca Olivotto, un ragazzo catanese di 27 anni con un grave tumore al cervello, arrivato a Tirana con la famiglia per sottoporsi alla «cura del bicarbonato » di Tullio Simoncini. Oncologo radiato dall’ordine dei medici italiano, più volte processato, Simoncini è riuscito ad aprire nuovi centri per la sua cura all’estero. Luca è morto tra dolori atroci in una clinica albanese dopo aver subito massicce somministrazioni di bicarbonato, e dopo
aver pagato (in contanti) ventimila euro a Simoncini e ai suoi collaboratori. Che avevano promesso ai disperati genitori del ragazzo il 70 per cento di possibilità di regressione del tumore.
«Alcune ricerche americane hanno calcolato che tra il 40 e il 60 per cento dei malati di cancro cerca strade alternative» spiega Giuseppe Curigliano, condirettore della divisione di oncologia medica dell’Istituto dei tumori di Milano, «e si affida a rimedi che, quando va bene, possono accompagnare la terapia tradizionale, ma, quando va male, rischiano di ritardare l’accesso alle cure e rendere letali tumori operabili. Ho visto decine di pazienti illusi dal veleno dello scorpione cubano, o malati che si iniettavano il vaccino della Tbc per aumentare le difese immunitarie, o pazienti con il tumore al seno che si sono affidate alla fitoterapia perdendo tempo prezioso. Ma se tutto questo accade, forse noi medici dobbiamo chiederci perché».
Un perché fatto di sofferenza, di umanissimo desiderio di guarire, di paura che le cure non funzionino, del non volersi arrendere quando la medicina tradizionale allarga le braccia. Ma nella corsa ai rimedi miracolosi si nasconde anche il sospetto, sempre più diffuso, che dietro i protocolli ospedalieri ci siano le multinazionali del farmaco, in una spinta più al consumare che al curare «sulla pelle di noi malati, intossicandoci fino alla morte», scrive Mara sul sito di Luogocomune, portale che promette di rivelare gli scandali nascosti dei poteri dominanti, tra cui, naturalmente, Big Pharma.
«Il vero problema della ricerca sul cancro» ribatte però Giuseppe Curigliano «è che mancano i soldi per farla, altro che speculazioni. Certo, si deve fare uno sforzo per umanizzare la medicina, che troppo spesso si occupa soltanto della malattia e non del malato, ma bisogna essere chiari e netti sui rischi delle terapie alternative ». Che spesso si traducono in truffe economiche, in traumi psicologici e in danni fisici per pazienti gravi che «inseguendo trattamenti futili si negano la possibilità di affrontare in modo dignitoso e con meno sofferenza anche la fase terminale della vita». E all’oceano dei raggiri e degli inganni, un medico-blogger, Salvo Di Grazia, ha dedicato un sito, Medbunker, le scomode verità, dove con pazienza certosina, mostrando documenti e testimonianze, smonta da anni le più note ed estreme teorie “alternative” di cura del cancro.
Medbunker è diventato punto di riferimento di un esercito sempre più folto e dolente di pazienti e familiari di pazienti che raccontano, pentiti, i loro viaggi nell’universo di chi promette guarigioni miracolose. Pellegrinaggi della speranza che spesso si traducono in morti atroci, perché molte di queste teorie non contemplano l’uso della medicina palliativa nemmeno di fronte al dolore più estremo. «Ho iniziato nel 2008, incuriosito dal video di una donna australiana che affermava di essere guarita da un tumore con la cura del bicarbonato di Tullio Simoncini. In realtà, lavorando sul fermo immagine e ingrandendo i referti, si leggeva chiaramente che la donna era stata operata: per questo il suo tumore non c’era più, e non certo per i presunti effetti benefici del bicarbonato. Ormai ricevo centinaia di segnalazioni e decine di cartelle cliniche — racconta ancora Di Grazia — di persone che spiegano come e perché sono state ingannate da questo tipo di guaritori, magari attratte da testimonianze che girano sulla Rete. Ma basta andare a fondo per scoprire che quasi sempre si tratta di Tac falsificate, di fotomontaggi».
Ecco dunque su Medbunker il dossier Vitadox sul veleno dello scorpione cubano, il dossier sul caso Di Bella, il dossier su Simoncini, sull’ascorbato di sodio del biochimico Pantellini, e il dossier su Ryke Geerd Hamer, il medico tedesco padre di Dirk Hamer, il ragazzo che fu ucciso nel 1978 da un colpo partito dal fucile di Vittorio Emanuele sull’isola di Cavallo. Hamer, plurindagato e pluricondannato per omicidio e abuso della professione medica, fondatore della Nuova medicina germanica apertamente antisemita, afferma chiaramente che le cure sul cancro sono un imbroglio, visto che ci si può liberare dalla malattia soltanto superando il trauma che l’ha provocata. E le sue teorie sono tuttora seguite da centinaia di malati di tumore, tra i quali si registrano però altissimi tassi di mortalità. Drammatiche le testimonianze dei parenti delle vittime: «Ho visto mia figlia morire tra dolori terribili,circondatada medici che le promettevano ancora la guarigione».«Mi chiedo come è possibile che medici radiati dai loro albi nazionali poi possano continuare ad esercitare all’estero, come Simoncini», chiede Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli ordini dei medici. «Non dovrebbe essere permesso, così come ci vorrebbe un controllo sul web su quei messaggi ingannevoli che spingono le persone ad abbandonare le cure tradizionali».
Attenzione però a non confondere metodi illeciti e medicina non convenzionale. Spiega Antonella Ronchi, presidente della Fiamo, la Federazione italiana medici omeopati: «Di fronte ad una situazione di emergenza, quale può essere un tumore, anche l’omeopata consiglia al paziente la strada più sicura, e cioè i protocolli ufficiali. L’omeopata è un medico, non un terapeuta improvvisato, e un medico non si sognerebbe mai di far sospendere un trattamento salvavita. L’omeopatia può aiutare a limitare i danni della chemioterapia, e se non sconfigge il tumore può però guarire molti altri tipi di mali e disturbi ». Ma la verità, aggiunge Ronchi, è che i pazienti sono spaventati, «es offrono il rapport con una medicina disumanizzata».