VARIE 19/11/2012, 19 novembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - IL RAPIMENTO DEL RAGIONIER SPINELLI, TESORIERE DI BERLUSCONI
REPUBBLICA.IT
Un sequestro-lampo ha lasciato per una notte intera Giuseppe Spinelli, il ragioniere di Berlusconi, nelle mani di banditi armati e mascherati. L’hanno liberato solo dopo una telefonata di prima mattina all’ex premier. Un’indagine-lampo è stata la risposta a questo attacco anomalo, dai contorni ancora oscuri. Gli arrestati sono sei: Francesco Leone, ex pentito pugliese di 51 anni, specializzato in questo genere di reati, arrestato a Paliano (Frosinone), Pierluigi Tranquilli, di 34 anni, residente a Olevano Romano (Roma), pregiudicato, e Alessio Maier, di 46 anni, residente a Malnate (Varese), anche lui con precedenti. Oltre a questi 3, ritenuti gli organizzatori e gli ideatori del sequestro, ci sono 3 albanesi pregiudicati di 33, 28 e 39 anni. Gli arrestati saranno interrogati mercoledì.
Secondo la ricostruzione di Alessandro Giuliano
e Marco Ciacci, rispettivamente capo della squadra mobile e funzionario capo della polizia giudiziaria di Milano, lunedì 15 ottobre, come spesso capita di lunedì, giorno di pagamenti a ’Olgettine’ e altri, di prelievi in contanti e di gestione dei conti delle dimore berlusconiane, Spinelli torna a casa sua più tardi del solito. Appena esce dall’ascensore e suona alla porta, viene aggredito da un paio di uomini. Hanno le pistole in pugno, lo spingono dentro l’appartamento, immobilizzano la moglie e li costringono a stare su un divano, in attesa del capo, che arriva nel cuore della notte.
Che cosa vogliono? Soldi da parte di Berlusconi. In cambio offrono del materiale informatico che riguarda il Lodo Mondadori, mostrano su un foglio di carta a Spinelli nomi di magistrati, parlano di Gianfranco Fini come di un uomo disposto a trafficare con la magistratura per rovinare Berlusconi. Spinelli in effetti chiama, parla con Berlusconi, i banditi se ne vanno. Vogliono una cifra altissima, sui 35 milioni di euro.
Subito dopo il sequestro, Giuseppe Spinelli, come emerge dalla sua deposizione e da quella della moglie, si reca a casa di Berlusconi. "Io mi spesi molto con il Cavaliere - ha aggiunto sempre ai pm Spinelli - dicendo che si doveva fidare di me, che quello che avevo visto era valido e che conveniva pagare per ottenere questo filmato". A quel punto, Berlusconi fa intervenire la sua scorta: Spinelli e la moglie vengono portati in località segreta. Scorre martedì 16 ottobre, il giorno dopo lo studio Ghedini-Longo avvisa la Procura milanese e interviene Ilda Boccassini, con interrogatori delle vittime e indagini sul territorio. Un mese dopo, gli arresti.
E’ stato un dettaglio quasi da romanzo, le scarpe da ginnastica rosse (del Milan) del capo, a imprimere una svolta alle indagini. Nel senso che tutti erano mascherati, ma interrogati dal procuratore aggiunto antimafia Boccassini, Giuseppe Spinelli e sua moglie Anna, hanno raccontato di aver visto soltanto queste scarpe rosse. E che nei giorni precedenti avevano notato ’movimenti’ di estranei intorno alla casa, e anche all’interno del palazzo, circostanza notata anche da altri inquilini.
Pochi dettagli, ma grazie alle telecamere di sicurezza, la polizia giudiziaria del palazzo di giustizia e la squadra mobile hanno trovato sia un numero di targa, sia un’impronta digitale. E da lì si è snodato il filo, ancora ingarbugliato, di questo sequestro anomalo, organizzato dall’ex pentito barese, affiliato al clan Parisi, Francesco Leone. E’ lui che offre materiale informatico che riguarda anche Carlo De Benedetti e il Lodo Mondadori. Spinelli, minacciato, aveva il compito di spiegare a Berlusconi perché quel materiale potesse essere importante. Berlusconi e l’avvocato Ghedini avevano però preso tempo e, intanto, le intercettazioni telefoniche hanno svelato che la banda stava cercando di recuperare altri milioni di euro, di provenienza ancora oscura.
Nella sua deposizione agli inquirenti Spinelli ha detto di aver visto i documenti in possesso dei sequestratori, ma al momento di questi non ci sono tracce. Insieme agli arresti, proprio per cercare ulteriori prove, sono scattate numerose perquisizioni.
C’è anche l’ipotesi riscatto tra quelle al vaglio della Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta. Riferendosi a una "grossa somma di denaro" che sarebbe attorno agli 8 milioni della quale parlano Leone e Maier al telefono, il pm - è scritto nell’ordinanza di custodia cautelare - "ipotizza che possa trattarsi di una parte del riscatto che potrebbe essere stato pagato in un momento successivo al rilascio degli ostaggi". Il gip, tuttavia, invita alla cautela: "una ricostruzione possibile, come è anche possibile che il denaro sia riconducibile ad altri affari illeciti di Francesco Leone, che non è nuovo alla commissione di reati come quello per cui si procede".
E tornando alle cronache di quei due giorni, L’Huffington Post ricorda una vicenda che alla luce di quanto scoperto oggi fa sorgere il dubbio su un possibile ruolo di Berlusconi nelle ore immediatamente successive al sequestro. Il 17 ottobre, prima della segnalazione alla Procura di quanto avvenuto, Silvio Berlusconi annullò impegni importanti, come un pranzo con Mario Monti e un appuntamento del Partito popolare europeo a Bucarest. La motivazione ufficiale: un improvviso attacco influenzale.
Sulla vicenda Spinelli interviene anche Carlo De Benedetti: "Ritengo assolutamente ridicola
l’ipotesi dell’esistenza di carte che possano ribaltare la sentenza del Lodo Mondadori". Queste le parole del presidente onorario di Cir, che ha risposto ai cronisti a Milano a margine della presentazione del libro di Bruno Tabacci ’Il pensiero libero’. "Si tratta con ogni evidenza - ha proseguito De Benedetti - di criminalità, una materia di cui si deve occupare la giustizia e mi pare che gli inquirenti lo stiano facendo".
(19 novembre 2012)
HUFFINGTON
ncrociando le immagini delle telecamere e dei tabulati telefonici, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire le attività ed i movimenti dei componenti della banda e ad arrestarli.
Sono ancora da ricostruire invece con esattezza:
Cosa è avvenuto per undici ore in casa di Spinelli mentre lui e la moglie erano in balia dei banditi;
Cosa è avvenuto nelle trentasei ore che vanno dalla mattina del 16 ottobre, quando i sequestratori escono dalla casa e il pomeriggio del 17 ottobre, quando gli avvocati di Berlusconi, Ghedini e Longo, segnalano al Procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati il sequestro.
Il punto è: perché è passato così tanto tempo prima che gli avvocati di Berlusconi decidessero di inoltrare la denuncia? I dubbi che circolano: Berlusconi ha avuto un ruolo nelle trentasei ore successive al rilascio di Spinelli? Ha incontrato il suo ragioniere?
C’è anche l’ipotesi riscatto tra quelle al vaglio della procura di Milano. Nell’ordinanza di custodia cautelare il Gip scrive che il pm ipotizza circa "lo spostamento di denaro da una cassetta di sicurezza di uno degli arrestati in una banca svizzera" che "possa trattarsi di una parte del riscatto che potrebbe essere stato pagato in un momento successivo al rilascio degli ostaggi ma non monitorato". Il gip, tuttavia, invita alla cautela: "una ricostruzione possibile, come è anche possibile che il denaro sia riconducibile ad altri affari illeciti di Francesco Leone (ndr uno degli arrestati), che non è nuovo alla commissione di reati come quello per cui si procede".
Il 17 ottobre è avvenuta una cosa che a rileggere oggi è inquietante. Silvio Berlusconi annulla un pranzo con Mario Monti e un appuntamento a Bucarest del Ppe. La motivazione era che Berlusconi era influenzato, ma si pensò ad una assenza strategica.
Paola Di Caro scrive i dubbi sul Corriere della Sera, ma dice che il portavoce del Cavaliere, Paolo Bonaiuti, assicura che di malattia si tratta. I fedelissimi, come al solito più realisti del re, spiegarono che in realtà Berlusconi "non ha alcuna intenzione di mettere la sua faccia accanto a quelle ufficiali del Pdl, nè quando incontra Monti nè al Ppe". Angelino Alfano che l’influenza era "democratica, colpisce tutti".
LA RICOSTRUZIONE DEL RAPIMENTO. Secondo quanto è stato ricostruito finora, Spinelli sarebbe rientrato a casa, a Bresso (Monza), dopo le 22 del 15 ottobre e insieme alla moglie sarebbe rimasto nella mani dei rapitori per 11 ore, fino alle 9 del giorno successivo.
Il ragioniere è stato aggredito rincasando, appena la moglie gli ha aperto la porta di casa. E’ stato travolto e spinto dentro da Francesco Leoni, regista della banda, e due dei tre albanesi. Ma è probabile che l’altro albanese e gli altri 2 italiani fossero nei pressi per dare supporto logistico. Spinelli e la moglie sono stati trattati prima con una certa crudezza, forse per intimorirli, ma poi gentilmente sino al rilascio.
Il sequestro si è protratto fino al giorno dopo semplicemente perchè Spinelli ha detto ai sequestratori di non poter raggiungere telefonicamente Berlusconi prima di quell’ora. E infatti quando ciò è avvenuto, alle 9, i tre se ne sono andati. Il ragioniere, appena rilasciato, è stato "prelevato" dagli uomini della scorta di Berlusconi, mandati dall’ex premier quando ha appreso la situazione.
Spinelli racconta che i sequestratori gli hanno mostrato documenti relativi al Lodo Mondadori, intimandogli di chiamare Berlusconi e di dirgli che in cambio volevano 35 milioni di euro. Durante la telefonata Berlusconi sarebbe stato consapevole della presenza dei malvicventi (secondo il capo della squadra mobile di Milano, Giuliano, non ci sarebbe stato comunque alcun contatto diretto tra i rapitori e Berlusconi), i quali alla fine se ne vanno, dicendo che si sarebbero rifatti vivi.
Spinelli a questo punto viene prelevato dalla scorta di Berlusconi, portato in un luogo sicuro. I sequestratori Leone e Maier hanno tentato due volte di richiamare il ragioniere (sia il 17 che il 18 ottobre) sul telefono fisso utilizzando una cabina telefonica di Malnate, in provincia di Varese.
E’ andata esattamente così? Molto si ragiona in queste ore sul ruolo di Spinelli nella vicenda e nelle vicissitudini, anche quotidiane, delle Olgettine. Spinaus era il loro referente, il loro terminale per avere soldi, per risolvere qualsiasi problema. Lo chiama Nicole Minetti ogni due per tre per gli affitti e altro degli appartamenti delle ragazze, lo chiama Marystelle Polanco, quando ha bisogno di denaro... Lui sempre calmo, mai un gesto di insofferenza, uno scatto di nervi, al più rinviava la soluzione dei loro problemi economici dicendo che non aveva disposizioni e che doveva aspettare che Berlusconi (da Roma dove faceva il presidente del Consiglio) andasse il lunedì a Milano.
Ma il giro delle Olgettine (non sia offesa per nessuna) non era sempre limpidissimo. A volte promiscuo con una certa criminalità. Ad esempio nel 2011 è stato condannato otto anni di carcere Ramirez Della Rosa, all’epoca compagno di Marysthell Garcia Polanco. L’uomo era stato trovato in possesso di 12 chili e 412 grammi di cocaina. E tre chili di quella droga erano a Milano Due, al numero 65, nell’ormai famoso residence Olgettina. Nella cantina dell’appartamento abitato da Marysthell, la cui casa era nel libro paga del premier. E Ramireza Della Rosa viaggiava sull’auto di Nicole Minetti, il consigliere regionale del Pdl accusata di reclutare le ragazze che si prostituivano per il premier.
Presto per risolverli tutti, ma ci sono vari misteri, in questa vicenda.
I documenti del Lodo Mondadori. Secondo quanto dichiarato da Spinelli agli investigatori, gli uomini che lo avevano sequestrato gli fecero vedere della documentazione che sembrava relativa alla vicenda del Lodo Mondadori. Documenti però dei quali non si è trovata traccia.
Chi sono gli arrestati. Due provengono dalla stessa zona, Ciociaria. Francesco Leone, 51 anni, originario di Bari, è stato preso a casa sua a Paliano (provincia di Frosinone), e risulta essere il capo della banda. Ha un passato complicato e un precedente specifico: negli anni Novanta è stato arrestato per il sequestro di un ufficiale dell’Aeronautica di Ciampino ed è stato collaboratore di giustizia fino al 1996, quando dopo aver ottenuto anche un premio economico aveva ricominciato ad organizzare sequestri.
Una sua traccia biologica è stata trovata in casa di Spinelli, ma è stato tradito soprattutto dalla sua passione per il Milan: è stato infatti identificato dopo che Spinelli ha descritto agli investigatori le sue scarpe rosse con i lacci neri. Sono state ritrovate a casa sua. L’11 novembre è stato fotografato seduto allo stadio di San Siro per Milan Fiorentina. Di Olevano Romano (pochissimi chilometri da Paliano) è Pierluigi Tranquilli, 34 anni , figlio di un commerciante di alcolici e bevande. Incensurato, non si capisce ancora come sia finito in combutta con Leone.
Precedenti per traffico di auto ha il terzo italiano della banda, Alessio Maier, 46 anni; mentre i tre albanesi Ilirjan e Laurenc Tanko (fratelli) di 33 e 39 anni e Marjus Anuta, 28 anni hanno precedenti per furti, rapina, immigrazione clandestina..
commento d un lettore
Ma perchè non diciamo invece che Berlusconi ed i suoi hanno avuto comportamenti "strani" per essere persone pubbliche? Dei parlamentari che non si degnano neanche di chiamare subito la procura, mandano una scorta a prendere Spinelli e consorte per portarli in un luogo sicuro. Ma cosa hanno una polizia privata, oppure una cosca?
l ragioniere Giuseppe Spinelli (tesoriere di Berlusconi) e la moglie Anna Rosconi, vittime del sequestro la notte del 15 ottobre, sono stati a lungo interrogati dai magistrati della Procura della Repubblica di Milano.
Ecco stralci dei verbali.
Spinelli: dissi a Berlusconi che il filmato Fini-magistrati era autentico.
"Ho detto al presidente Berlusconi che la sera precedente, tardi, avevo avuto un appuntamento in un luogo non meglio precisato, e mi era stato fatto vedere un pezzo di un filmato che io garantivo come autentico, dove si dava atto di un incontro tra Fini e i magistrati che si sono occupati della causa civile inerente il Lodo Mondadori". E’ quanto il ragioniere Giuseppe Spinelli avrebbe raccontato all’ex presidente del Consiglio, per garantirsi una via di fuga dal sequestro lampo di cui, insieme alla moglie, è stato vittima nella notte tra il 15 e il 16 ottobre scorso.
Una telefonata che è lo stesso Spinelli a ricostruire e a mettere a verbale, così come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. "Ribadisco - si legge - che ho detto a Berlusconi che il filmato che avevo visto era autentico e che le persone che avevano questo filmato erano disposte a cederlo soltanto per una grossa somma di denaro, che era l’equivalente del 6% di 560 milioni di euro, che a dire degli aggressori era l’importo che la Fininvest era stata condannata a pagare, quindi la cifra era dell’importo di 35 milioni di euro".
Anche in una successiva telefonata con l’avvocato Niccolò Ghedini, Spinelli ribadisce di "avere verificato l’autenticità dei filmati, il cui contenuto dicevo di avere visto anche se, in realtà, non avevo visto niente".
La storia del filmato è stata commentata anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini tramite il suo portavoce Fabrizio Alfano, che su Twitter ha scritto: "Un video che mi ritrae con i giudici? Anche se non fa ridere, è una barzelletta".
La moglie: ci seguivano da due mesi.
Erano due mesi che i sequestratori seguivano il ragionier Spinelli. Lo ha raccontato Anna Rasconi, la moglie del ragionier Spinelli, il tesoriere di Berlusconi, agli investigatori che l’hanno sentita dopo il sequestro. "Il terzo aggressore, arrivato successivamente - ha messo a verbale la donna - mi ha detto che erano due mesi che ci stavano seguendo, che addirittura volevano rapire me e che in quel momento vi erano altre tre persone davanti al palazzo".
La moglie: abbiamo pregato.
"Mentre eravamo obbligati a stare seduti sul divano della sala, ho tirato fuori un rosario che avevo a portata di mano e io e mio marito abbiamo cominciato a pregare", ha raccontato Anna Rasconi. Descrivendo i due uomini che poco dopo le 21 hanno bloccato il marito sul pianerottolo di casa, minacciandolo con delle armi, la donna ha detto che "indossavano entrambi i jeans e una camicia un po’ più pesante... dei cappucci neri da cui si vedevano solo le fessure degli occhi". Entrambi, prosegue, "erano di corporatura normale, avevano gli occhi marroni... entrambi parlavano italiano. La persona con gli occhi più scuri era quello che a mio giudizio era più cattivo... mentre invece l’altro sembrava più gentile ed è stato quello che mi ha detto le frasi più rassicuranti".
Gip: su sequestro pare emergere la cifra di 8 milioni. Si fa riferimento a una cifra di 8 milioni di euro che potrebbe essere legata al pagamento di un riscatto per il sequestro Spinelli in una telefonata tra due indagati, Alessio Maier e Francesco Leone, riportata nell’ordinanza di custodia cautelare firmata da Paola Di Lorenzo.
In una telefonata, intercettata, pianificano come poter portare in Svizzera il denaro dopo averlo prelevato dalle cassette di sicurezza. "Se loro li fermano e dicono... ma, eh... aprono e fanno la perquisizione, allora dico eccoli qua che ci stanno aspettando, allora vuol dire che me li riporto a casa, capito?", dice Maier. "Quindi loro con una busta vuota, va l’altro con la busta vuota e tu con tutte e due le buste, quella del Credito Valtellinese e quella di Bugugiate, giusto?", replica Maier.
Maier: "Eh sì, perché se la tesi tua è esatta, se loro stanno aspettando, sanno che sono nelle cassette, bene, e quando vanno là".
Leone: "Stanno aspettando pure il mio carico grosso". Maier: "Ecco".
Leone: "Qua stanno otto milioni, ancora oh!". Da alcune conversazioni intercettate gli investigatori hanno ricostruito l’intenzione di Alessio Maier di coinvolgere l’amico Domenico Papagni "cui affidare buste fasulle contenenti carta straccia e verificare se il medesimo viene sottoposto a controlli sia all’uscita della banca che alla dogana; in caso di via libera passerebbe lui con i veri pacchi". In un’altra conversazione, sempre gli stessi indagati discutono delle modalità da adottare nella mattinata successiva per prelevare dagli istituti bancari di Bugugiate e di Varese il contenuto delle cassette di sicurezza e metterlo a sicuro in una banca di Lubiano.
Anna Rosconi: "Mio marito perdeva sangue, temevo ci ammazzassero".
"Vedevo mio marito che perdeva sangue dalla bocca a causa dell’aggressione e i suoi occhiali rotti a terra. In quel momento ho pensato che ci avrebbero ammazzato". Così la signora Anna Rasconi descrive agli inquirenti quanto accaduto nella sua abitazione a lei e al marito Giuseppe Spinelli. La descrizione della donna è dettagliata: "Mio marito mi ha chiamato sul telefono di casa verso le ore 21 dicendomi che stava arrivando. Successivamente ho cominciato a preparare la cena e verso le 21.45 ho sentito l’ascensore che si fermava al piano e dall’ascensore ho visto uscire mio marito".
"Segnali allarmanti" nei giorni precedenti.
La donna ha raccontato di aver considerato “allarmanti” alcuni episodi verificatisi nei giorni precedenti, come due telefonate “sospette” e la presenza di due persone che salivano a piedi all’ottavo piano, dove risiedono i coniugi Spinelli. “Ho aperto la porta - prosegue la moglie di Spinelli - e improvvisamente ho visto una persona che di corsa scendeva le scale che portano al vano ascensore del piano di sopra, mentre un’altra persona è sbucata dal secondo ingresso. Hanno afferrato mio marito, entrambi erano armati e con due passamontagna, e hanno spinto mio marito dentro casa". La scena "è durata pochi secondi" e "durante l’aggressione a mio marito si sono rotti anche gli occhiali".
Spinelli: "Mi mostrarono un foglio ingiallito con la scritta Lodo Mondadori".
Uno dei rapitori ha fatto vedere al ragionier Spinelli "un foglio A4, un po’ ingiallito e sgualcito, si vedeva che era stato piegato, e su questo foglio c’era scritto quanto segue, almeno per quanto ricordo: in alto Lodo Mondadori, DeBenedetti, l’indicazione di due avvocati di cui una donna, i nominativi dei magistrati di primo grado, il dottor Forno, questo nome lo ricordo bene, secondo grado c’era il nome di un presidente e di un giudice a latere, ma non ricordo i nomi dei magistrati indicati, una cena di Fini con magistrati e i nominativi per quello che ricordo erano gli stessi indicati nel primo e secondo grado, il nome che ricordo è sicuramente quello di Forno".
Lo ha riferito lo stesso Spinelli ai pm, che lo hanno sentito dopo che il contabile di fiducia di Berlusconi e la moglie sono stati sequestrati nella notte tra il 15 e il 16 ottobre scorso. Anche la moglie riferice lo stesso episodio. "Quando mio marito e la terza persona sono tornati indietro dopo essere stati in camera da letto per circa un quarto d’ora - racconta la donna - la terza persona mi ha messo davanti un foglio che non era scritto a mano, dove compariva una scrittura un po’ disordinata, non sono riuscita a capire, anche perché ero sotto choc, quello che vi era scritto, ricordo solo che la terza persona mi disse che questo foglio sarebbe stato lasciato a mio marito, anche se poi se l’è portato via". La donna però non ricorda cosa ci fosse scritto: "Mi disse di leggerlo - ha detto ai pm la moglie di Spinelli - ma io non avevo certamente la testa, e mi disse che era una cosa che interessava al presidente Berlusconi perché era stato danneggiato e che gli avrebbe fatto molto piacere".
Il sequestro Spinelli su HuffPostItalia
I verbali. La moglie: ci seguivano da due mesi.
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BLOG Toni Muzi Falconi: Genesi della Berlusconeide
I rapinatori dovevano prelevare i soldi oggi.
Oggi i rapinatori di Giuseppe Spinelli avrebbero dovuto prelevare il denaro presso la sede della Banca di Credito Cooperativo di Buso Garolfo e Buguggiate che, stando a un’ipotesi dei pm ancora da accertare, potrebbe essere stato il ’prezzo’ pagato per il riscatto. A commento di un’intercettazione ambientale di sabato scorso tra Maier e Leone, scrive il gip, "si apprende che i due convengono di riprovare a ritirare il denaro lunedì prossimo all’orario di apertura degli istituti".
Nel corso della conversazione Maier afferma: "allora programma di settimana prossima io... lunedì mattina appena apre vado a Buguggiate, faccio l’operazione... vado a Varese... metto in sicurezza a casa... Punto... e cosi almeno siamo a cavallo". Il 15 novembre, sempre stando alla ricostruzione contenuta nell’ordinanza, Maier e Papagni, un suo amico, si erano già recati presso la filiale di Buguggiate "ove apprendono che la banca è chiusa per rapina, quindi al Credito Valtellinese che risulta aperto ma è inibito l’accesso al locale delle cassette di sicurezza a causa di un non meglio precisato incidente". Il fatto che entrambe le filiali fossero inaccessibili, spiega il gip, "è uno stratagemma posto in essere dagli operanti per impedire temporaneamente agli indagati di avere accesso alle cassette di sicurezza".
Francesco Leone, il grande capo. Francesco Leone "appare da subito quale ’capo’" della banda che ha rapito Giuseppe Spinelli e la moglie: "Così viene percepito - scrive il gip nella sua ordinanza - dalle stesse persone offese che lo indicano nella persona che è arrivata a casa loro a sequestro già avviato e che indossava scarpe rosse con lacci neri". E che quella persona fosse proprio Leone lo prova "il rinvenimento nell’alloggio di Spinelli di tracce biologiche a lui riferibili con certezza assoluta": infatti "il suo dna è stato trovato su un tappo di bottiglia repertato nel salotto delle vittime". Gli inquirenti sottolineano che "è lui che tiene i contatti più rilevanti con i complici e, a partire dal 9 novembre, emerge tutto il suo interesse per lo spostamento di una grossa somma di denaro da cassette di sicurezza nella disponibilità del Maier ad un rifugio sicuro presso una banca svizzera".
Sono previsti per mercoledì gli interrogatori dei sei arrestati questa mattina nell’ambito delle indagini sul sequestro lampo di Giuseppe Spinelli. Gli interrogatori di garanzia da parte del gip si terranno all’interno del carcere.
FERRARELLA E GUASTELLA SU CORRIERE.IT
MILANO - Il tesoriere e uomo di fiducia di Berlusconi Giuseppe Spinelli e la moglie Anna sono rimasti vittime, giovedì notte, di un sequestro lampo organizzato da una banda di malviventi per usarli come intermediari e proporre a Berlusconi documenti «scottanti» in cambio di 35 milioni di euro. Sei uomini sono stati arrestati lunedì mattina mentre stavano per prelevare in banca una grossa somma di denaro. Gli interrogatori si svolgeranno mercoledì in carcere, davanti al gip Paola Di Lorenzo.
GLI ARRESTATI - In manette tre italiani e tre albanesi. Francesco Leone, ex collaboratore di giustizia, nato a Bari nel 1961, è stato fermato presso la sua abitazione di Paliano (Frosinone) ed è considerato dagli inquirenti l’organizzatore del sequestro. Fino al 1996 ha usufruito del programma di protezione per i collaboratori. Ha al suo attivo condanne per tentato omicidio e sequestro di persona a scopo di estorsione: si tratta di direttori di istituti di credito sequestrati per brevi periodi per rapinare le banche. Gli altri italiani arrestati sono Pierluigi Tranquilli, 34 anni, bloccato presso il casello autostradale di Valmontone (Roma) in direzione di Firenze, e Alessio Maier, nato a Como nel 1966 e arrestato presso la sua abitazione di Malnate (Varese). Gli albanesi sono i fratelli Ilirjan e Laurenc Tanko e Marjus Anuta. I fratelli avevano subito entrambi una condanna a 13 anni di carcere per vari reati tra cui sequestro di persona, rapina, violenza sessuale. Anche Marius Anuta era stato fermato più volte con i fratelli Tanko e arrestato più volte in Toscana.
STUDIATI GLI ORARI - Solo nel pomeriggio del 17 ottobre gli avvocati di Berlusconi hanno denunciato alla polizia il sequestro lampo di cui Spinelli e la moglie sono stati vittima nella notte tra il 15 e il 16 ottobre. Leone, Maier, Tranquilli e gli albanesi hanno studiato le abitudini dei coniugi Spinelli e presumibilmente gli orari lavorativi, i tragitti percorsi ed i mezzi utilizzati dal ragionier Spinelli, quanto meno dal giugno 2012. Due componenti della banda sono entrati in azione verso le ore 21.45 del 15 ottobre 2012: armi alla mano, hanno bloccato Giuseppe Spinelli, appena uscito dall’ascensore, e l’hanno costretto a entrare nella sua abitazione a Bresso (Milano), la cui porta era stata nel frattempo aperta dalla moglie.
Gli inquirenti: «Ecco com’è andata»
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IL SEQUESTRO - Nella colluttazione gli aggressori hanno rotto gli occhiali di Spinelli. Gli aggressori hanno poi costretto i due coniugi a rimanere seduti sul divano, in attesa di un terzo complice che è arrivato verso le 2: Francesco Leone, in quel momento sorvegliato speciale. Per tutta la notte, fino alle 9 del 16 ottobre, le vittime sono state private della libertà personale, sempre sotto la minaccia delle armi. Poi gli aggressori (tra i quali Laurenc Tanko, appena evaso dagli arresti domiciliari) hanno costretto Spinelli, intorno alle 7.30, a telefonare a Silvio Berlusconi chiedendo, quale prezzo della liberazione sua e della moglie, una somma di denaro (attorno ai 35 milioni) in cambio anche di documentazione cartacea e/o su supporto informatico di asserito interesse per lo stesso Berlusconi. Proponevano cioè un audio che, a loro dire, avrebbe potuto ribaltare la sentenza sul «lodo Mondadori», costata all’ex premier oltre 500 milioni di risarcimento a Carlo De Benedetti.
LA CHIAMATA A GHEDINI - Nel periodo in cui è rimasto sotto sequestro il ragionier Spinelli ha fatto anche un’altra telefonata: questa era rivolta a Niccolò Ghedini, uno dei difensori di Silvio Berlusconi. Alle 9 del mattino gli aggressori si sono allontanati dall’appartamento, dopo aver estratto dall’impianto di videosorveglianza la cassetta dove erano registrate le immagini sia dell’aggressione sia dell’arrivo di Leone.
Giuseppe Spinelli e i suoi sequestratori Giuseppe Spinelli e i suoi sequestratori Giuseppe Spinelli e i suoi sequestratori Giuseppe Spinelli e i suoi sequestratori Giuseppe Spinelli e i suoi sequestratori Giuseppe Spinelli e i suoi sequestratori
LE BANCHE - Il blitz che ha portato agli arresti è scattato dopo che erano state intercettate alcune conversazioni in cui i componenti della banda discutevano su come prelevare da due banche varesine il contenuto di tre cassette di sicurezza (una presso il Credito Valtellinese e le altre due presso Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate) e metterlo poi al sicuro presso una banca di Lugano. Il gruppo discuteva al telefono su dove accendere un nuovo conto corrente con annesse cassette di sicurezza. Il 15 novembre scorso la polizia ha adottato uno stratagemma per impedire ai componenti della banda di prelevare il contenuto delle cassette di sicurezza: la banca è stata temporaneamente «chiusa» con la scusa di una rapina, il gruppo non ha quindi potuto fare il prelievo. I malviventi si sono insospettiti e hanno chiesto a un’agenzia specializzata di «bonificare» i loro telefoni.
«Il ragioniere da 13mila euro lordi al mese»
Nino Luca
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L’ALLARME PRECEDENTE - Il 3 ottobre, circa due settimane prima del sequestro, il ragionier Spinelli aveva denunciato ai carabinieri di Bresso alcuni movimenti strani attorno alla sua abitazione.
L’UOMO DI FIDUCIA - Giuseppe Spinelli, classe 1941, è il tesoriere di Silvio Berlusconi e suo uomo di fiducia, oltre che consulente per anni di Veronica Lario, l’ex consorte. Da molti viene considerato uno degli uomini più potenti e vicini al Cavaliere. Nei processi è anche emerso un suo ruolo centrale nel pagare alcune delle ragazze a cui il premier, in alcune occasioni, aveva deciso di elargire somme di denaro. Famoso l’episodio in cui, la mattina del 14 gennaio 2011, i pm che indagano sul caso Ruby si presentarono alla porta dei suoi uffici milanesi per perquisirli, e si sentirono rispondere che non potevano farlo perché lo studio aveva la tutela della segreteria politica di Berlusconi.
Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella