Francesco Clementi, Il Sole 24 Ore 17/11/2012, 17 novembre 2012
PER LE CAMERE SCIOGLIMENTO ENTRO IL 24 GENNAIO
Il diritto e il tempo hanno un rapporto strettissimo. Al punto tale che la meccanica delle forme di governo parlamentari è nata e poi si è sviluppata solo nel momento in cui, come noto, il Parlamento – di fronte a sovrani decisamente riottosi – è riuscito a convocarsi (e ad essere convocato) con una ritmica annuale, puntuale e precisa. A conferma di ciò – e a presidio del momento elettorale – oggi molte costituzioni moderne non soltanto fissano con geometrica precisione la durata della legislatura ma anche, in qualche caso, esattamente il giorno del voto sul calendario (nel caso statunitense, ad esempio, il martedì dopo il primo lunedì del mese di novembre).
Con questa consapevolezza, dunque, bisogna leggere la nota della Presidenza della Repubblica diffusa ieri dopo l’incontro al Colle tra il presidente Giorgio Napolitano, i presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini e il premier Mario Monti, nella quale il Presidente, proprio per una «costruttiva conclusione della legislatura», sconsiglia da un lato, «un affannoso succedersi di prove elettorali» auspicando l’esigenza di un contestuale svolgimento delle elezioni in Lazio, Lombardia e Molise (pur non essendo una sua prerogativa) e, dall’altro, sottolinea, essendo rimessa invece all’esercizio di una sua prerogativa, il tema del rinnovo delle Camere, nella consapevolezza – come di recente ha ricordato – dell’assenza di condizioni oggettive e di "motivazioni plausibili" per un’anticipazione sia pur lieve della convocazione delle elezioni politiche.
Tuttavia, laddove si decidesse di accorpare alle elezioni regionali di Lazio, Lombardia e Molise anche le elezioni per le politiche, in un election day capace di far risparmiare non poco alle casse pubbliche, quale potrebbe essere la meccanica che ci porterebbe alle elezioni?
La meccanica del procedimento elettorale preparatorio, regolata dalla Costituzione e da fonti normative di rango primario, prevede, riguardo allo scioglimento parlamentare e alla contestuale convocazione dei comizi elettorali, che le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti (articolo 61 della Costituzione, primo comma), per cui i comizi elettorali devono essere convocati con decreto del Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei ministri, non più tardi del quarantacinquesimo giorno antecedente a quello della votazione ai sensi dell’articolo 11 del Dpr 361/1957, e dell’articolo 4 del Dlgs 533/1993.
Se dunque la data del voto fosse il 10 marzo, i decreti di scioglimento delle Camere e di convocazione dei comizi elettorali dovrebbero essere emanati tra il 30 dicembre e il 24 gennaio 2013. Si tratterebbe, naturalmente, di due decreti distinti (quello di scioglimento delle Camere e quello di indizione dei comizi elettorali, contenente anche la prima data di riunione della Camere), sebbene va detto che, di regola, appunto, sono contestuali. A seguire, andrebbero depositati tanto il contrassegno con cui intendono i partiti politici presentarsi quanto le liste dei candidati, oltre - perdurante l’attuale legge elettorale - il programma elettorale e il collegamento con il nome e cognome della persona, indicata come capo della forza politica.
Si aggiunga peraltro che questo anticipo potrebbe aiutare anche a superare il cosiddetto ingorgo istituzionale, nato a seguito del rischio di una sovrapposizione della formazione del nuovo Governo con l’elezione del nuovo Capo dello Stato, posto che il mandato del Presidente Napolitano scade il 15 maggio, e che secondo Costituzione si inizia a votare un mese prima (a partire quindi dal 15 aprile).
Nei due casi precedenti (Ciampi, 2006 e Cossiga 1992) la scelta è stata quella di procedere prima all’elezione del nuovo Presidente e poi alla formazione del Governo, non da ultimo perché il Presidente Napolitano più di una volta non ha nascosto che sarebbe più corretto lasciare al suo successore il diritto di nominare il nuovo Governo.
Non resta che seguire, quindi, con attenzione cosa accadrà.