Matteo Scarabelli, Nòva24 18/11/2012, 18 novembre 2012
GOOGLE-ART AGGIUNGE OPERE E ORGANIZZA VIDEO-RITROVI
Ammirare la "Notte Stellata" di Van Gogh al Moma di New York e subito dopo gustarsi l’"Annunciazione" di Leonardo nelle gallerie degli Uffizi a Firenze. In splendida solitudine e senza aver fatto neppure la coda per entrare. Non è un sogno ma il Google Art Project, il più grande museo virtuale del mondo con 15 milioni di visitatori e 35mila opere provenienti da 180 gallerie sparse in oltre 40 Paesi. Il più grande e anche il più social, visto che può vantare due milioni di follower su Google+ e 300mila gallery create dagli utenti. Numeri destinati a crescere ancora perché, pochi giorni fa, il gigante di Mountain View ha avviato la terza fase del progetto, coinvolgendo 29 nuovi musei. Tra questi ce ne sono quattro italiani: i Musei Senesi, i Musei di Strada Nuova a Genova, il Museo Poldi Pezzoli a Milano e il Museo di Palazzo Vecchio a Firenze, che vanno ad aggiungersi alla Galleria degli Uffizi (entrata nel febbraio 2011) e ai Musei Capitolini (aprile 2012).
Oltre ad aumentare il numero delle opere esposte, l’obiettivo di questa terza fase è rendere più coinvolgente l’esperienza per il visitatore. In questa logica è stata pensata l’integrazione di Hangout, i videoritrovi di Google+, grazie ai quali è possibile organizzare visite virtuali guidate da esperti oppure discussioni con i propri contatti. Nuova anche la funzione Confronta, utile per analizzare in parallelo due opere e coglierne analogie e particolarità. «Portare online un’opera d’arte è frutto di un grande impegno e investimento di risorse da parte dei nostri partner», spiega l’indiano Amit Sood, alla guida del Google Art Project. «È incredibile vedere come, in pochi anni, si sia riusciti a portare su un’unica piattaforma online un tale numero di opere. Per questo continuiamo a sviluppare soluzioni tecnologiche sempre più sofisticate». In effetti, lo sforzo tecnologico messo in campo da Google per questo progetto è notevole. Alcune delle immagini che si possono ammirare sono state elaborate con la tecnologia Gigapixel (arrivano fino a 7 miliardi di pixel) e offrono dettagli normalmente invisibili all’occhio umano. Ma il bello è che, in molti casi, si può uscire dal web ed entrare nel museo reale per osservare l’opera nel contesto originale. La navigazione avviene con gli stessi strumenti di Street View, il servizio di Google che permette di girare le città di tutto il mondo. E se le strade sono state fotografate dalle famose Google Car, le gallerie di alcuni musei partner sono state battute da un trolley alto circa due metri e dotato della stessa tecnologia: 15 fotocamere in grado di scattare immagini a 360 gradi.