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 2012  novembre 18 Domenica calendario

IL FARAONE SULLE ORME DI MEAZZA

Bisogna cominciare a cercare punti di riferimento per El Shaarawy. A memoria solo Meazza ha fatto qualcosa del genere a Milano. Meazza segnò 11 reti a 18 anni e 33 a 19 (nell’Inter). El Shaarawy è a 10 gol in 13 partite, tira in porta da qualunque posizione, ha la precisione di un orefice. A Napoli ha salvato il Milan quasi da solo. Lui e Montolivo, una strana coppia che non sta insieme, caratteristiche opposte, un calcio tanto in punta di piedi da sembrare volatile, praticamente snob, ha fatto squadra in quasi ogni settore di campo. Montolivo non ha giocato una sola palla banale. El Shaarawy sembra un laser, sembra sapere sempre prima dove il pallone andrà a chiudersi. Mai visto un ragazzino così leggero e così continuo, così insistente nelle cose impossibili. E un Montolivo così sicuro di sé, al punto da cancellare De Jong dal suo ruolo e dal campo per sostituirlo spontaneamente nella doppia posizione. È stato dunque un buon Milan? Direi di sì, un Milan avventuroso e distratto, quasi travolto a tratti e quasi travolgente in altri. Bruttino in compenso il Napoli, macchinoso e contorto, incapace di portare Cavani a un tiro. Forte solo nel prendersi la buona sorte di due tiri diventati rocambolescamente gol. Un Napoli quasi mai veloce, quindi quasi inutile. Il Napoli non ha gran calcio se gioca lento. È prevedibile, senza qualità. Insigne è un esterno di talento che non insegue il proprio avversario. Finché la squadra attacca funziona, quando hanno la palla gli altri non ha abbastanza qualità da far paura nei recuperi. Il Milan ha così potuto cucire il suo gioco. Senza El Shaarawy avrebbe potuto tenere il pallone altre due ore e non segnare mai, ma il ragazzo era e resta suo. Non è dunque un pareggio inutile né tantomeno rubato. Semmai è il Napoli a non essersi dimostrato degno della sua classifica. Il Milan ha fatto il suo dovere di squadra spezzata, non ancora nata, ma di nuovo con un po’ di orgoglio. La Juve non va oltre lo 0-0 nonostante 90 minuti all’attacco. Si apre una piccola fase nuova del campionato. Vedremo oggi chi saprà approfittarne.
Mario Sconcerti