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 2012  novembre 18 Domenica calendario

IL SENATORE RUTELLI ALLA CROCIATA DEL RISENTIMENTO

No, non era il senatore Francesco Rutelli quello che giorni fa, con un colpo di mano dell’Api (l’esigua truppa di Alleanza per l’Italia), ha permesso al Senato di approvare a voto segreto un torbido emendamento della Lega che introduce la reclusione fino a un anno per i giornalisti che diffamano. No, non era Rutelli. Sarà stato il solito Corrado Guzzanti («Er Paese non è de destra né de sinistra: er Paese è de Berlusconi!») in vena di scherzi.
Un politico navigato come Rutelli un errore così non l’avrebbe mai commesso. Il risentimento gioca brutti scherzi, appunto. E Rutelli è risentito, oh se è risentito! Per via di Luigi Lusi, quello che ha sottratto 25 milioni di euro dalle casse dell’ex Margherita. La Procura romana ha completamente scagionato Rutelli (mai abbiamo pensato che si sia messo in tasca un solo centesimo), ma gli schizzi di fango hanno macchiato il suo abito e il suo habitat. Com’è possibile non accorgersi di uno che dissangua sistematicamente le casse del partito? Rutelli dormiva? Con Api s’invola? Il risentimento s’appiccica al carattere, non alle idee; il risentimento appartiene agli anfratti dell’animo umano non alla politica; il risentimento varia con l’umore dei singoli ed è insensibile alla riflessione istituzionale. Insomma, combina guai.
Come verrà ricordato il senatore Rutelli? Per le sue battaglie giovanili a fianco di Pannella sui temi dell’antiproibizionismo? Per essere stato un buon sindaco di Roma a «pane e cicoria»? Per i suoi simpatici soprannomi, «Cicciobello» o «Nu bello guaglione»? Per la sua sensibilità all’ambiente e alla cultura? Per essersi presentato al Quirinale in motorino per il giuramento da ministro? Intristito nel livore e nell’astio per il caso Lusi, rischia di essere ricordato solo per questa penosa vicenda, per il suo malanimo nei confronti dei giornalisti, per non aver saputo distinguere i torti. Con il ressentiment non si fa politica. Come insegna la favoletta di Esopo. Chi disprezza quello che non può ottenere, si comporta come la volpe con l’uva: non è ancora matura! Ma il risentito va oltre: odia l’uva matura e preferisce quella acida, buona solo per la vendetta.
Aldo Grasso