Wanda Marra, Il Fatto Quotidiano 16/11/2012, 16 novembre 2012
RENZI, PIETRO ICHINO PRONTO A FARE IL MINISTRO DEL WELFARE
[“La fornero? doveva cancellare del tutto l’articolo 18”] –
Andiamo, andiamo. Cominciamo. Dov’è la musica?”. Leopolda, anno terzo. Si guarda intorno, Matteo Renzi un minuto prima di dare il via alla tre giorni clou di una campagna elettorale cominciata due anni fa, proprio qui, all’insegna della rottamazione, proseguita l’anno scorso con una sfida ai vertici del partito e negli ultimi mesi diventata una vera cavalcata. In camper. La stazione in disuso con la sua architettura industriale, ha lo stesso fascino di sempre. Sulle pareti ci sono le gigantografie delle tappe del viaggio. Sul palco, invece dei dinosauri dell’anno scorso, campeggia la scritta “Viva l’Italia viva. Il meglio deve ancora venire”, lo slogan (il terzo dall’ini zio) ispirato da Obama.
NON CI SONO l’energia pulsante dell’anno scorso e le note del Big bang di Jovanotti. Il rottamatore è cresciuto, e tra dieci giorni la candidatura alla premiership se la gioca davvero. Non urla, non sfida. Ai giornalisti parla senza microfono : “È imbarazzante non solo che non si riesca a fare la legge elettorale, ma che si litighi sulla data del voto”. “Ce la faremo? Non lo so, è molto difficile. Io sto in Emilia Romagna e lì il partito asfalta tutti”, dice Matteo Richetti, presidente dell’assemblea regionale a Bologna, tra i fedelissimi della prima ora. Ci si sente ormai pronti ad accettare un secondo posto? Mai sia, dicono nello staff: l’ultima settimana sarà piena di fuochi d’artificio per guadagnarsi l’ultimo miglio, soprattutto puntando alla partecipazione.
La Velina Rossa saluta la Leopolda piazzando una piccola bomba: una lettera dell’ex procuratore nazionale Pier Luigi Vigna che, dimettendosi dall’incarico di consigliere del sindaco alla sicurezza, scrive: “Non ho mai considerato positivamente chi opta per lo svolgimento di una determinata funzione pubblica come un trampolino di lancio per conseguirne un’altra del tutto diversa”. Proprio con la partecipazione ai funerali di Vigna Renzi motivò uno dei suoi voli privati in elicottero.
Per l’anno terzo della Leopolda c’è il “format” come al solito: apre un’italiana che vive in Inghilterra, interviene un 16 enne che vorrebbe votare e non può. C’è Pietro Ichino in prima fila: “Il bilancio della sinistra nel nostro Paese è fallimentare”, dice. E allora, il tema è sempre quello della flex security. La Fornero ha fallito? “Non è stata sufficientemente efficace nell’andare fino in fondo nella riforma del lavoro”. Che significa “cancellare l’articolo 18”. Prima di salire sul palco, sorride Ichino, non si sottrae: “Io ministro del Lavoro per Renzi? Se me lo chiedessero sono a disposizione”. Poi sale sul palco: “Le 2000 pagine di diritto del lavoro dovrebbero essere stracciate”. Renzi su twitter commenta : ”C’è più sinistra in cinque minuti di Ichino che in dieci anni di discussione dei soliti noti”. Sta al numero due dello staff, Roberto Reggi. fare il cattivo: “Noi rinunciamo a grandi contributi, come quello della famiglia Riva, proprietaria dell’Ilva, chiediamo a Bersani di rinunciare anche lui a contributi significativi che riceve dalla famiglia Riva e di chiedere alla famiglia Riva di destinare quei soldi alla bonifica dell’Ilva”. Poi aggiunge: “Quelli che hanno scritto le regole delle primarie, sono ‘scagnozzi’ di Bersani”.
QUASI un attacco preventivo, visto che come ospite d’onore del primo giorno Renzi ha voluto proprio quel Davide Serra, finanziere, titolare di Algebris, che con le polemiche sui fondi alle Cayman, ha creato anche una flessione nei sondaggi. Per introdurlo sul palco ci sono le note di “Attenti al lupo”: “Qualcuno mi ha dato del bandito, e quindi ho deciso di venire a raccontare la mia storia...”. Sul palco rivendica che “la finanza non è buona o cattiva, dipende dall’obiettivo”. Lui “cuore italiano, testa inglese” cita spesso la parola “servizio” per descrivere il suo impegno pro-Renzi. E dice: “Sarei fiero se diventasse premier”. C’è pure l’ex intellettuale finiana Sofia Ventura: “Renzi sta facendo una cosa liberale”. “ L’altoparlante intanto informa: “Siamo arrivati a quota 1000 registrati”. Giorgio Gori è in disparte. Una certa freddezza tra i due ormai è assodata. “Matteo fa tutto da solo. Sono qui, lo sostengo”. Ma il format di stasera? ”È suo”. Che farà alla fine della campagna? “Torno a Bergamo”. Si vince? “Chiedetelo a loro, ai ragazzi dei comitati”. Arriva un gruppetto di giovani siciliani e sardi. Vincete? “Dobbiamo”.