Rosaria Amato, la Repubblica 18/11/2012, 18 novembre 2012
TUTTO IN UNO SMART [E
non chiamatemi mai più telefonino] –
Una cartella clinica miniaturizzata che si attiva già sull’ambulanza del pronto soccorso. Un blocchetto di buoni pasto e il badge aziendale. Le chiavi di casa e le chiavi della macchina. I punti-premio e la tessera del supermercato. I biglietti per la metropolitana e le mappe della città. E naturalmente la carta di credito. Gli smartphone dotati di tecnologia Nfc (Near Field Communication) funzioneranno tra pochi anni, forse tra pochi mesi, come la borsa di Mary Poppins: la magica nanny riesce a tirar fuori da un borsone da viaggio di modeste dimensioni, sotto gli occhi sbalorditi dei piccoli Banks, un attaccapanni, uno specchio da parete, una voluminosa pianta e una altrettanto voluminosa lampada. E la sim Nfc è ancora meglio: ne stiamo appena testando le possibilità con i pagamenti di prossimità, ma questo non è che l’inizio. «È come se avesse tanti cassetti », spiega Giovanni Miragliotta, professore alla School of Management, dipartimento di ingegneria gestionale del Politecnico di Milano. L’Nfc sta veramente entrando a regime nelle ultime settimane, grazie all’accordo tra Telecom, Vodafone, Wind, 3 e PosteMobile e alle iniziative lanciate da diverse banche.
Se per il Mobile Proximity Payment è decisamente scattata dunque l’ora X, i progetti di altra natura legati all’Nfc (servizi, marketing, distribuzione di informazioni) sono ancora agli inizi, ma già sembrano molto, molto interessanti. Se n’è avuta un’ampia panoramica all’Italian Award for Nfc Mobile Payment and Service che si è tenuto a Milano alla fine di ottobre, promosso dagli Osservatori Ict & Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Telecom Italia e Gsma (associazione internazionale degli operatori telefonici). A ulteriore dimostrazione del fatto che non si sta parlando di un futuro lontano, ma di un processo già in atto, ci sono inoltre i 135 progetti avviati in trenta paesi diversi e censiti dagli studiosi del Politecnico di Milano, che verranno presentati per esteso nella prossima edizione dell’Osservatorio Nfc & Mobile Payment, nel 2013.
Nella lunga lista compilata dal Politecnico c’è un po’ di tutto: una “piattaforma di couponing transfrontaliera” tra Giappone e Corea, che permette, attraverso degli smart-poster pubblicitari Nfc posizionati negli aeroporti di Tokyo e Seul, di avere informazioni su locali e negozi di entrambi i paesi, cartine, guide della città, e di scaricare coupon sconto. Informazioni e coupon anche negli Astral Media Advertising di Toronto e Montreal, in Canada, colonne dotate di tag Nfc. Molto avanti anche la Francia: a Nizza è partito ormai da due anni un esperimento
pilota che ha coinvolto inizialmente solo la società di trasporto urbano, ma che ha l’ambizione di coinvolgere tutti i siti culturali e turistici e i principali servizi amministrativi del Comune. All’aeroporto di Tolosa è stato avviato un progetto pilota che prevede che i clienti vengano dotati di uno smartphone Blackberry Nfc che permette di accedere al parcheggio sotterraneo (all’ingresso c’è una colonna con tag Nfc), al private lounge, di avere un accesso privilegiato all’imbarco e di ricevere tutte le informazioni sul volo. L’applicazione Nfc più conosciuta e forse più usata in questo momento è il portafoglio mobile di Google, Google Wallet, al quale adesso si aggiunge il Google Single Tap che permette, sempre avvicinando lo smartphone al Pos contactless, di scaricare punti fedeltà, sconti e buoni premio. La Pinacoteca Ambrosiana e la Sacrestia del Bramante a Milano hanno realizzato un’app che permette ai visitatori, ai quali viene offerto all’ingresso un Samsung Galaxy S3, di scaricare le informazioni opera d’arte per opera d’arte. Alla Universidad Catòlica San Antonio de Murcia a Guadalupe, in Spagna, gli studenti registrano la loro presenza alla lezione e affittano le biciclette con i telefoni Nfc.
Ma sono di grande interesse anche i quattro progetti che hanno appena ottenuto l’Italian Award for Nfc Mobile Payment and Service. L’“Nfc employees solutions” è un progetto pilota avviato da Unicredit Business Integrated
Solutions a Milano. Ai dipendenti di una sede milanese del gruppo bancario è stato dato in uso un telefonino Nfc che permette loro di accedere alla mensa e di scegliere e pagare i prodotti alle macchine di distribuzione automatica e che fa anche da badge. La giovane società Retapps ha sviluppato invece una soluzione di assistenza allo shopping che permette di effettuare il “self-scanning” (cioè si scelgono i prodotti e se ne registra il prezzo) e di pagare senza file e senza tirar fuori la carta di credito all’uscita del supermercato. La società francese Adelya ha vinto con la “Adelya Platform”, una piattaforma che permette ai piccoli negozi, grazie a una rete Nfc, di lanciare promozioni, raccolte punti e iniziative pubblicitarie come le grandi catene, e che già ha coinvolto in Francia 1500 esercizi commerciali e tre milioni di consumatori. Mentre non è ancora attivo, perché richiede che il sistema sanitario nazionale si doti di lettori Nfc, il “Sistema Salvavita” di Maria Novella Loppel Paternolli, che ha ideato una cartella virtuale di pronto soccorso che contiene gruppo sanguigno, risultati di test allergici, storia clinica del paziente, tutto quello che può servire a indirizzare i medici in un intervento d’urgenza, e che, strumentazione permettendo, potrebbe attivarsi già quando il malato viene caricato sull’ambulanza.
E questo è solo l’inizio, assicura Miragliotta, che ha fatto parte della commissione che ha selezionato i progetti vincitori: «Tempo cinque anni ne vedremo delle belle. Questa è solo la metà della storia. Presto il cinquanta per cento delle nostre azioni quotidiane passeranno per il telefonino. E questo ci faciliterà la vita». Ma potrebbe anche complicarcela: il telefonino si avvia a diventare una sorta di nostro alter ego virtuale, perderlo potrebbe avere conseguenze drammatiche. Oppure no, sostiene Miragliotta: «Adesso se mi rubano il portafoglio devo aspettare mesi per riavere patente, carta d’identità, carta di credito, abbonamento dell’autobus, badge. E invece in futuro basterà chiamare il numero verde, bloccare la sim, andare da un negoziante, provare la propria identità e farsi riattivare i servizi, in tutta sicurezza». Il che non significa che non ci siano problemi legati alla privacy e alla tutela dei dati sensibili: le varie authority nazionali, comprese quella italiana, si stanno già occupando della questione. Mentre le compagnie assicurative stanno già fiutando l’affare: assicurare il cellulare potrebbe diventare presto un’esigenza diffusa.