Marino Niola, la Repubblica 18/11/2012, 18 novembre 2012
NEL CILENTO HO SCOPERTO IL SEGRETO DELLA LONGEVITÀ
La dieta mediterranea allunga la vita. Regala benessere e felicità. Perché non è solo un modello alimentare fatto di stagionalità, tipicità e biodiversità, ma è un modo di vivere che rimette in equilibrio l’ambiente e lo sviluppo. È quanto emerge da uno studio del MedEatResearch, il neonato Centro di ricerca sociale sulla dieta mediterranea dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Il centro di ricerca ha svolto un’indagine in collaborazione con alcuni comuni del Parco Nazionale del Cilento che l’Unesco ha riconosciuto quali comunità emblematiche della dieta mediterranea, dichiarata Patrimonio intangibile dell’umanità il 17 novembre del 2010. Assieme ad altri tre luoghi elettivi del mangiare meridiano, Koroni in Grecia, Soria in Spagna e Chefchaouen in Marocco.
Verdura, olio extravergine d’oliva, frutta, legumi e pasta. Assieme a molto movimento e aria pulita. Ecco la formula ecoalimentare che ha trasformato alcuni paesi costieri della provincia di Salerno in un case study internazionale. Pioppi, Acciaroli, Pollica, San Mauro, Castellabate, Agnone, Velia, un fazzoletto di terra ormai noto come il triangolo della lunga vita. Una definizione coniata da Ancel Keys, il più grande esperto di nutrizione umana del Novecento. Professore all’Università del Minnesota e inventore della razione kappa, il kit per il fabbisogno calorico giornaliero dell’esercito americano.
Lo scienziato arrivò a Napoli nell’immediato dopoguerra e fu subito colpito dai tassi di longevità della popolazione locale. Nella Campania di quegli anni infatti, la durata media della vita superava del quindici per cento quella statunitense e non c’era traccia di infarti. Ma la sorpresa di Keys aumentò a dismisura quando si spinse verso quei paesini della costa cilentana dove il tempo sembrava essersi fermato. E qui decise di fermarsi anche lui. Convinto che nel modo di vivere e di mangiare di quel popolo di contadini e pescatori ci fosse qualcosa di speciale. Diceva sempre di essersi stabilito a Pioppi per allungare la sua vita di almeno vent’anni. E c’è riuscito. Visto che quando è morto, nel 2004, aveva centouno anni. E la moglie Margaret ha raggiunto i novantasei.
Ma la longevità in questa terra è un bene comune. Già negli anni Sessanta qui l’aspettativa di vita media aveva raggiunto quegli standard che il resto del nostro paese
dovrebbe raggiungere nel 2025. È quel che emerge incrociando i dati Istat con quelli forniti dall’anagrafe dei comuni della zona. Secondo le stime ufficiali, le italiane che nascono oggi vivranno in media fino a ottantaquattro
anni e mezzo, i maschi fino a settantanove. Ma per i cilentani queste non sono solo proiezioni ipotetiche. Qui si campa dagli otto ai dieci anni in più che nel resto d’Italia. E le previsioni per il futuro danno cifre da fantascienza. Perché i cilentani nati nel 2011 arriveranno a ottantacinque anni. Mentre le donne supereranno i novantadue.
Aveva ragione Ancel Keys che per definire l’alimentazione ideale inventò l’espressione dieta mediterranea. Ma qui non è solo spaghetti al pomodoro e basilico, come crede il senso comune globale, da New York a Tokyo. Quello è il piatto più amato del mondo, come rivela un’indagine della britannica Oxfam, che ha testato i gusti di diciassettemila persone in sedici paesi. Forse perché come dice lo chef stellato Alfonso Iaccarino i maccheroni rendono meno aggressivi. Ma nel triangolo della lunga vita mangiare mediterraneo significa verdure a chilometro zero, preparate in tutti i modi. Nonché i legumi. E, con moderazione, pesce, carne, soprattutto bianca, e latticini. Meglio ancora il formaggio di capra. E la frutta secca. Delia Morinelli, l’anziana governante
di Ancel Keys ha rivelato che il professore mangiava ogni sera due fichi secchi.
Quantità moderata, qualità stellare. Ecco il segreto della dieta locale. Che non è solo un modo di mangiare. E men che meno una cura dimagrante. È soprattutto una filosofia. Del resto la parola greca “diaita”, da cui il nostro dieta, significa proprio “modo di vivere”. Poco stress, equilibrio ambientale, cibo sano, variato e senza eccessi. Pare proprio che i cilentani abbiano fatto tesoro dell’insegnamento di Ippocrate, padre dell’arte medica occidentale, che diceva “fai che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Insomma i nipotini di Parmenide, il filosofo dell’essere nato proprio a Velia, hanno inventato l’abbondanza frugale con qualche millennio di anticipo sull’ambientalismo contemporaneo. Ecco perché da queste parti l’alternativa essere o benessere non è un problema.