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 2012  novembre 17 Sabato calendario

(Per riuscire a parlare con Ernesto Preatoni, 70 anni, imprenditore di gran successo nel ramo alberghiero, proprietario del Coral Bay di Sharm el Sheikh, e chiedergli se davvero — come dicono — stia per candidarsi anche lui alle primarie del Pdl, è necessario un ponte telefonico Roma-Milano-Lugano

(Per riuscire a parlare con Ernesto Preatoni, 70 anni, imprenditore di gran successo nel ramo alberghiero, proprietario del Coral Bay di Sharm el Sheikh, e chiedergli se davvero — come dicono — stia per candidarsi anche lui alle primarie del Pdl, è necessario un ponte telefonico Roma-Milano-Lugano. Ufficio stampa rapido. «Ecco, è in linea...». Ha un tono di voce subito molto cordiale). «E allora, forza, son qui pronto a rispondere ad ogni domanda...». La prima è scontata: ha sul serio intenzione di partecipare alle primarie del Pdl? «No, guardi: mai avuta questa intenzione...». Insisto. «E io le ripeto di no, giuro! Vede, io non ho alcuna intenzione di mettermi a fare politica, ringraziando il cielo non ho bisogno di andarmi a prendere lo stipendio di parlamentare... io credo solo di poter mettere la mia esperienza di imprenditore al servizio del Paese. In questo senso, diciamo così, potrei essere definito quasi un patriota». Un patriota? «Esatto. Perché io non ho interessi personali, lo faccio solo per l’Italia». Preatoni, scusi, c’è qualcosa che sfugge: se non vuol mettersi a fare politica, come intende mettersi al servizio dell’Italia? «Ripeto: metto a disposizione di chiunque voglia farne buon uso...». Anche di Bersani? «Certo! Non ho preclusioni... Dicevo: metto a disposizione di chiunque le mie conoscenze di politica economica. Proprio per questo, il prossimo 28 novembre, a Milano, presso il Circolo della stampa, presenterò il mio "manifesto antidepressivo", che ha un titolo assolutamente eloquente: "Una scelta diversa è possibile"». Nel senso che... «Io dico che non si può continuare con questo rigore. Questo rigore sta uccidendo l’Italia. Dobbiamo ripartire con gli investimenti, bisogna creare occupazione. Ma non solo: l’Europa deve dotarsi immediatamente di una Banca centrale che faccia ciò che è richiesto nei momenti di difficoltà: stampare moneta. E mi lasci dire che si tratta di idee non troppo balzane se al mio fianco, durante l’iniziativa, avrò seduti Giulio Sapelli, Paolo Savona e Giuliano Urbani, mentre da Princeton, collegato in video-conferenza, ci sarà addirittura Paul Krugman». Se Berlusconi decidesse di allestire una lista di imprenditori, lei potrebbe essere della partita? «Io mi muovo solo per il bene del nostro Paese. La politica, ripeto, non mi interessa. E per il bene dell’Italia io potrei persino tornare a fare investimenti in Italia». Ecco, appunto. «Appunto cosa? Io sono stato costretto ad emigrare per fare affari! Negli anni Novanta ero riuscito a scalare le banche popolari e il colpaccio mi stava riuscendo persino con le Generali... Poi mi chiamò il povero Cuccia, e capii che erano molto preoccupati... Così ho girato e fatto affari dal Vietnam alla Russia, dalla Cina a Cuba. Alla reception di Sharm li ho visti tutti, i politici italiani: Fini, Schifani, Prodi... ma non ho mai stretto amicizia. Dalla politica meglio tenersi sempre distanti». Conosce Berlusconi? «L’ho visto due volte, a Sharm. La seconda volta gli chiesi un aiutino: lo pregai di convincere Mubarak di farmi costruire il lago di Como nel deserto». Non ho capito. «No no, ha capito bene. A Sharm, dietro il Coral Bay, c’è una spianata di sabbia piatta ed enorme. Cosa avrei potuto costruirci con la vista sul deserto? Niente. Allora, ho pensato: se ci faccio il lago di Como, le ville avranno la scesa direttamente in acqua e...». Com’è finita? «Non se ne fece nulla. Burocrazie egiziane». Perdoni la curiosità: a quanto ammonta il suo patrimonio? «Ohhh... non lo sanno nemmeno i miei figli... mi permetta di tacere». (Ernesto Preatoni è stato sposato tre volte — con un’italiana, un’islandese e un’estone — e, attualmente, ha sette figli).