VARIE 16/11/2012, 16 novembre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - SI VOTA IL 10 MARZO
REPUBBLICA.IT
ROMA - Il Consiglio di Stato ha sospeso in via cautelare la sentenza del Tar del Lazio che imponeva alla presidente della Regione Renata Polverini di indire le elezioni entro venerdì 16 novembre. La corte, con decreto monocratico, ha dunque accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla governatrice nel ricorso contro la sentenza di primo grado. Si riaprono così i giochi sulla data delle prossime elezioni regionali.
DOPO IL 27 NOVEMBRE - È opportuno che la fissazione della data del voto in Lazio avvenga dopo un provvedimento del Consiglio di Stato «dotato di stabilità» e quindi dopo la camera di consiglio del 27 novembre e la relativa decisione. Nel provvedimento di sospensione il Consiglio di Stato spiega che «nelle more della decisione collegiale della domanda cautelare, la necessaria esecuzione della sentenza impugnata da parte della Presidente della Regione ovvero del commissario ad acta in via sostitutiva arrecherebbe all’appellante Regione un pregiudizio di estrema gravità quanto ai termini per l’esercizio del potere di indizione delle elezioni e ai contenuti che - a suo avviso - il provvedimento potrebbe avere». Per i giudici quindi «ricorre un caso di estrema gravità e urgenza, in relazione al fine di evitare che la pronuncia collegiale sulla domanda cautelare intervenga quando le situazioni soggettive dedotte in giudizio sono state pregiudicate ed anche all’esigenza che il procedimento elettorale abbia inizio con un provvedimento dotato di stabilità».
VERSO L’ELECTION DAY - Tutto da decidere dunque: il Lazio potrebbe addirittura stabilire di andare alle urne in una data diversa da quelle fissate per Lombardia e Molise lo scorso martedì 13 novembre, quando il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri aveva annunciato di aver invitato i prefetti di Milano e Campobasso a convocare i comizi per il voto - previsto per il 10 e 11 febbraio - e informato della decisione la governatrice del Lazio. Ma soprattutto la sentenza del Consiglio di Stato dà tempo a Polverini e a quanti altri - specie nel centrodestra - spingono perché si trovi una data unica per le prossime elezioni che accorpi regionali, comunali (a Roma la giunta Alemanno terminerà il suo mandato nell’aprile 2013) e politiche. Con la conseguenza che potrebbero slittare perfino le consultazioni in Lombardia e Molise nel caso si trovasse l’accordo politico sull’ «election day» nazionale.
NIENTE DECRETO PER LA PISANA - Renata Polverini non firmerà dunque - non questa settimana - il decreto che avrebbe dovuto convocare i cittadini del Lazio alle urne. Eppure era stata proprio Polverini, martedì, ad assicurare che - dopo la sentenza del Tar che la impegnava in tal senso - avrebbe annunciato la data del voto entro venerdì. Invece la decisione del Consiglio di Stato ha tolto d’impaccio la governatrice. Saltata l’ipotesi del voto a fine gennaio, salterà molto probabilmente anche la data 10-11 febbraio per le urne nel Lazio. Nel primo caso, le liste avrebbero dovuto essere presentate entro il 20 dicembre. Nel secondo ci sarebbe stato tempo fino al 10 gennaio.
QUASI DUE MESI DI ATTESA - Giorni fa Polverini aveva promesso di fare presto: dopo oltre 50 giorni di attesa (si era dimessa il 27 settembre scorso), aveva promesso che in settimana avrebbe annunciato la data delle elezioni per il rinnovo degli organi della Regione Lazio. Invece la sentenza del Tar che le aveva imposto di «decidere entro 5 giorni (ndr. a far data da lunedì 12) la data del voto è stata sospesa.
REPUBBLICA.IT
ROMA - In una nota diffusa dal Quirinale dopo l’incontro tra il presidente Napolitano, il premier Mario Monti e i presidenti di Camera e Senato Fini e Schifani, si considera "auspicabile" votare il 10 marzo per le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise e arrivare a una nuova legge elettorale prima di procedere a nuove elezioni politiche. "Una costruttiva conclusione della legislatura - dettata anche dalla serietà dei problemi che il Paese ha di fronte e dall’acutezza di fenomeni di disagio sociale che si vanno manifestando - sconsiglia un affannoso succedersi di prove elettorali".
"La convocazione, che comunque non spetta al presidente della Repubblica, di elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali scioltisi in Lazio e Lombardia per crisi politiche e in Molise per giudizio di illegittimità - rileva il comunicato del Quirinale -, è regolata da diverse normative regionali, pur dovendosi considerare i principi generali posti dalla sentenza n. 196/2003 della Corte costituzionale e rispecchiatisi nella recente sentenza del Tar Lazio".
"E’ però indubbia, per valutazioni d’interesse generale, l’esigenza di un contestuale svolgimento delle elezioni nelle tre suddette regioni. Si è a tale proposito ritenuta appropriata la data del 10 marzo 2013", si legge nella nota, diffusa dopo l’incontro tra il presidente
Per quanto riguarda le elezioni politiche,
invece, Napolitano ritiene "ineludibile" l’approvazione della legge di stabilità e della legge di bilancio, mentre è "auspicabile" una nuova legge elettorale. "L’esigenza di regole più soddisfacenti per lo svolgimento della competizione politica e a garanzia della stabilità di governo, e le aspettative dei cittadini per un loro effettivo coinvolgimento nella scelta degli eletti in Parlamento, rendono altresì altamente auspicabile la conclusione - invano a più riprese sollecitata dal Presidente della Repubblica - del confronto in atto da molti mesi per una riforma della legge elettorale", si legge nella nota diramata dal Quirinale dopo l’incontro tra le massime cariche dello Stato. "Il Capo dello Stato ha richiamato l’orientamento e l’impegno a concordare tale riforma che erano risultati già dagli incontri da lui tenuti alla fine dello scorso mese di gennaio con gli esponenti dei cinque partiti rappresentati in Parlamento".
"Distinta" dalla questione delle elezioni alle regionali "e rimessa all’esercizio di una prerogativa propria ed esclusiva del presidente della Repubblica", è "la questione delle elezioni per il rinnovo delle Camere" aggiunge il Quirinale. "In proposito si ricorda che il capo dello Stato aveva rilevato, il 3 novembre scorso, la carenza, fino a quel momento, di condizioni oggettive e di ’motivazioni plausibili’ per un’anticipazione sia pur lieve della convocazione delle elezioni politiche. Si attende dunque il verificarsi delle condizioni opportune per la decisione che la Costituzione riserva al capo dello Stato".
(16 novembre 2012)