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 2012  novembre 16 Venerdì calendario

IL PERSUASORE ANTI-OBESI


[Oklahoma City]

Michael Bailey è uno strano tipo di volontario. Non pulisce spiagge, non guida ambulanze, non rimette in sesto un parco dopo un uragano come i newyorkesi che, a migliaia, si sono riversati a Central Park e nelle altre oasi verdi della città per curare le ferite provocate dal passaggio di “Sandy”. Mike è un persuasore di quartiere, un virtuoso del “porta a porta”. Ma non è un volontario del Partito democratico, né di quello repubblicano. Non va a vendere alla gente di Oklahoma City, la sua città, Barack Obama, né Mitt Romney, né altri politici locali. Mike è una specie di predicatore che gira nei quartieri più poveri cercando di convincere la gente che, continuando a mangiare junk food, si sta lentamente suicidando. I dati delle epidemie di obesità e diabete infantile sono sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vederle, quelli delle malattie cardiovascolari sono spaventosi. Ma nei quartieri più poveri di informazioni ne circolano poche e il cibo dei fast food è quasi sempre il più economico e quello più attraente soprattutto per i giovani. Così pollo fritto, hot dog e patatine diventano la dieta di default nelle zone più degradate. Quella battuta da Mike ha un tasso di morti per malattie cardiache 10 volte superiore rispetto ai quartieri residenziali della città. Il cui sindaco Mick Cornett, benché repubblicano, ha deciso di utilizzare il programma di prevenzione (e il relativo stanziamento federale) inserito nella riforma sanitaria di Obama. Il suo partito lo considera uno spreco, e anche molti salutisti del fronte democratico ritengono che questo tipo di persuasione non funzioni, anche se per motivi opposti: loro vorrebbero regole e divieti draconiani. Disincentivare il consumo di cibi grassi e bevande zuccherate e gassate tassando tutto e vietando pubblicità e vendita diretta di questi cibi ai minori. Ma l’esperimento in corso a New York indica che la gente non accetta facilmente i divieti. E allora Michael Davis predica: nelle case, nei centri sociali, dal barbiere (foto a sinistra). Forse non riuscirà a cambiare le abitudini di gente che ha dimenticato come si cucina, che vive di cibi industriali, che non ha soldi, tempo e pazienza per acquistare pomodori e verdure, preparare un pasto diverso e convincere i figli a sostituire il fritto con un’insalata. Ma lui pensa che perseverando, i risultati arriveranno: in fondo col fumo, il più grande caso di cambiamento dei comportamenti collettivi della società americana, c’è voluto quasi mezzo secolo per convincere la maggioranza dei cittadini ad abbandonare la sigaretta.