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 2012  novembre 16 Venerdì calendario

BERLUSCONI-TOTÒ E LA POLITICA DELLA BARZELLETTA


«Io non racconto barzellette, ma aneddoti. Ho il mio modo personale di aggredire i problemi». Silvio Berlusconi rispose così, un giorno, a quelli che a sinistra («Loro non capiscono perché sono cupi, tristi, pessimisti») gli rinfacciavano di essere un barzellettiere e di esporre l’Italia a una figuraccia dietro l’altra con la sua passione per certe barzellette a volte scriteriate. Come quella sull’Aids: «Un malato di Aids va dal medico e gli chiede: “Dottore, cosa posso fare per la mia malattia?”. Il medico risponde: “Faccia delle sabbiature”. “Ma dottore, mi faranno veramente bene?”. “Bene no, ma sicuramente si abituerà a stare sotto terra”». Sortita che spinse il verde olandese Luckas Vander Taelen a sbottare: «È una vergogna che sieda qui, nel Parlamento europeo, uno che racconta barzellette come quella».
Non c’era occasione in cui non si lanciasse. Sbarcava a Betlemme? «Giuseppe vede Maria imbronciata e le chiede per tre volte cosa abbia. Maria risponde per tre volte: “Giuseppe, lascia stare...”. Ma Giuseppe insiste e alla fine Maria risponde: “Preferivo una femminuccia...”». Andava al vertice della Fao? «Marx ritorna sulla terra e chiede al soviet di parlare per un mese. Il soviet si rifiuta e allora lui chiede di parlare per una settimana, poi un giorno, poi un’ora. Alla fine si accordano per tre minuti. Allora Marx va in televisione e dice: “Lavoratori di tutto il mondo, scusatemi”». Convocava i governatori a Palazzo Chigi? «In un campo di prigionia il kapò riunisce tutti i prigionieri annunciando loro una notizia buona e una cattiva. La notizia buona è che una parte dei prigionieri del campo verrà trasferita in un altro campo. A quel punto i prigionieri chiedono di sapere la notizia cattiva, e un guardiano, facendo segno con la mano, sentenzia: da metà vita in giù resteranno in questo campo, da metà vita in su saranno trasferiti».
Incontrava delle donne preoccupate per la linea? «Stamattina, a una trasmissione radio, una persona ha raccontato di una dieta fatta dalla moglie: datteri, banane e noci di cocco. Il conduttore gli ha chiesto se poi sua moglie fosse dimagrita, lui ha risposto: “Mica tanto, ma in compenso sale benissimo sugli alberi”»

E il Cavaliere ridacchiò. Va da sé che, quando Angelino Alfano, spazientito per lo sfogo contro le primarie e contro Monti e contro il mondo, è sbottato contro «i barzellettieri», al Cavaliere deve essere venuta in mente una delle sue preferite. Riconoscendosi nel protagonista. Alla napoletana: «“Avete saputo? È muorto Totò!”. “Nooo! E come è muorto?”. “È caduto nella tromba delle scale”. “Oh, povero Totò, muorto spiaccicato al suolo!”. “Nooo, era ancora vivo! L’hanno messo sull’ambulanza ma mentre lo portavano all’ospedale sono stati investiti da un autotreno”. “Oh, povero Totò, muorto travolto dall’autotreno!”. “Nooo, era ancora vivo! L’hanno raccolto e portato all’ospedale con una macchina di passaggio ma quando era quasi al pronto soccorso anche questa si è schiantata contro un tram”. “Oh, povero Totò muorto schiantato sul tram!”. “Nooo, era ancora vivo! L’hanno soccorso ancora e avviato verso la sala operatoria ma l’ascensore mentre saliva ha avuto un guasto ed è precipitato nel vuoto”. “Oh, povero Totò, muorto precipitando con l’ascensore...”. “Nooo, era ancora vivo! Alla fine, gli hanno avuto a sparà”».
E potete scommettere che, ricordando quella sua storiella, il Cavaliere ridacchiava. Non era una barzelletta: era un programma politico. Non sarà facile, per gli aspiranti eredi, liberarsi dell’arzillo vecchietto liftato...