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 2012  novembre 16 Venerdì calendario

LA SOLITUDINE DEL GENERALE STAR “MA NON HO PASSATO SEGRETI”

[La confessione di Petraeus a un amico: “Mi sono fottuto”] –
«Steve, mi sono fottuto». Venerdì sera, quando le prime voci sullo scandalo hanno cominciato a uscire, così il generale David Petraeus ha risposto ad uno dei suoi migliori amici che lo chiamava al telefono dal Kansas. «Ho fatto del male alla mia famiglia. Ho sbagliato tutto: ho avuto poco giudizio, mi sono lasciato andare e ho preso la decisione sbagliata. Ora lascio, è la cosa giusta da fare». Steve, al secolo il colonnello Steven Boylan, l’uomo che negli anni più caldi della guerra in Iraq è stato l’ombra di Petraeus, il suo portavoce, il suo confidente, il suo compagno di esercizi fisici e conversazioni notturne è rimasto paralizzato. «Non potevo crederci - racconta - ero senza parole. Mi sono infuriato: con lui, con la situazione in cui si era messo. Non me lo sarei mai aspettato da lui, mai. Poi, superato lo shock, ho scelto: resto al suo fianco».
E così è stato. Nella settimana più calda della vita di David Petraeus, Steven Boylan è stata una delle pochissime persone che hanno avuto accesso all’ex generale e alla sua famiglia. I due hanno parlato tutti i giorni, confrontandosi sugli sviluppi dello scandalo, sulla reazione dei media, sui prossimi passi da fare. Oggi è uno dei pochi a poter raccontare davvero come sta l’uomo più discusso d’America. «È triste, naturalmente. Ed è imbarazzato: sa di aver fatto un errore terribile - racconta al telefono - è a casa, non ha quasi messo piede fuori da quando è successo tutto. Insieme a lui ci sono la moglie e i figli. Potete immaginare come stanno: Holly (la signora Petraeus, ndr) è a dir poco furiosa. I figli sono quantomeno delusi. Ma sono insieme: e stanno provando ad affrontare tutto questo insieme. Sono sempre stati un gruppo molto unito: oggi è dura, anche perché stanno vivendo questa crisi in modo molto pubblico. Bisogna dargli tempo e spazio. Tutto quello che posso dire ora è che non scapperanno: Holly ha un lavoro e non lo abbandonerà. Non ha alcuna intenzione di nascondersi».
Pur nella polvere, il marito ha fatto la stessa scelta: contrariamente a quanto annunciato nei giorni scorsi, Petraeus sarà oggi al Senato per testimoniare sull’attacco di Bengasi in qualità di ex direttore dei Servizi segreti americani. Una prova difficilissima anche per uno come lui, abituato a vivere sotto l’occhio dei media: «Sarà dura e lo sa bene - racconta Boylan - ma ha deciso lui di farlo. Vuole ribadire che questo scandalo non c’entra nulla con quello che è accaduto a Bengasi, che la Cia ha fatto tutto il suo dovere. Vuole dire una volta per tutte che non ha passato nessun tipo di informazione segreta a nessuno, neanche a Paula Broadwell. E vuole che sia chiaro che Jill Kelley non è stata la sua amante: solo un’amica di famiglia. Sa che andare a parlare al Senato è la cosa giusta da fare: e la farà».
Intorno a Petraeus ci sarà la scorta e i suoi assistenti più stretti, ma non più quel codazzo di giornalisti e collaboratori adoranti che in questi anni lo hanno circondato. Ad essere sotto esame in queste ore non è solo il suo comportamento privato, ma anche il suo passato militare: con un Iraq insanguinato da attentati quasi quotidiani, un Afghanistan quanto mai instabile e un Pakistan sempre più insofferente all’uso di droni sul suo territorio voluto dallo stesso Petraeus, sul banco degli imputati oggi non ci sarà solo l’uomo, ma anche il generale più famoso della sua generazione. Boylan non assisterà di persona alla deposizione: «Non serve che vada - spiega - forse non avrà amici intorno, ma ci sarà il suo staff. Non sarà facile: sa di averli delusi, di averli abbandonati in un momento difficile e in una maniera orribile. Si sente molto in colpa per questo: è consapevole di aver perso il loro rispetto e oggi dovrà guardarli negli occhi. Ma anche questa passerà e non sarà la fine di tutto».
Cosa vuol dire, colonnello? «Il generale non parla della sua carriera: se guarda al futuro vede solo la necessità di ricostruire il rapporto con la sua famiglia. Però io sono certo che questo scandalo non sarà l’ultima cosa che sentiremo su David Petraeus: ma la scelta dei tempi sarà solo sua».