Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  novembre 15 Giovedì calendario

La nostra «monnezza»? In Svezia è oro - Cercasi rifiuti disperata­mente. In Italia non sappiamo come disfarci della “monnez­za“

La nostra «monnezza»? In Svezia è oro - Cercasi rifiuti disperata­mente. In Italia non sappiamo come disfarci della “monnez­za“. Invece in Svezia (dove han­no impar­ato a riciclarla usando­la come fonte di energia decen­ni fa) non ne producono abba­stanza e dunque sono disposti a pagare pur di importare un po’ di pat­tume. Un vero col­po di fortuna per le tante amministra­zioni d’Italia sommerse da rifiuti e in pe­renne litigio su dove sia meglio scaricarli. A lanciare l’appello a caccia di spazzatura assortita è Catari­na Ostlund, consulente del­l’Agenzia svedese per la prote­zione dell’ambiente. «La Sve­zia produce una quantità di ri­fiuti inferiore al fabbisogno energetico alternativo -spiega la Ostlund- Speriamo dunque di portare rifiuti provenienti da Italia, Romania, Bulgaria e altri paesi Baltici, perché là sono im­magazzinati in grande quanti­tà ». La Ostlund infatti sa bene che questi paesi «devono ancora trovare una soluzione sullo smaltimento dei rifiuti» men­tre altri paesi, gli scandinavi in testa, hanno cominciato a lavo­rarci decenni fa ed ora sono in grado di riutilizzarli al meglio. La Svezia infatti ha bisogno di rifiuti perché è in grado di rici­clare gran parte del suo prodot­to per rigenerare nuova ener­gia. Nel Paese si riesce a ricicla­re il 36 per cento dei rifiuti do­mestici, soltanto la Danimarca riesce a fare meglio con il 54 per cento. Stoccolma distribuisce così il resto dei rifiuti domesti­ci: il 14 per cento viene compo­stato e il 29 per cento finisce ne­gli inceneritori. Resta soltanto una minima percentuale infe­riore al 5 per cento sul totale che finisce nelle discariche. Si è così generato un parados­so: la Svezia produce meno ri­fiuti di quelli che occorrono per produrre energia. Grazie allo smaltimento infatti si riesce ad assicurare il 20 per cento del ri­scaldamento urbano di tutto il paese ed a fornire l’elettricità a 250.000 famiglie. Qualsiasi italiano abbia viag­giato da Stoccolma a Goteborg sarà rimasto colpito dalle indi­cazioni esposte nei bagni pub­blici, dove si può scegliere di ri­ciclare la propria pipì ad esem­pio trasformandola in fertiliz­zante scegliendo uno o l’altro tasto di scarico. Anche nella maggioranza delle abitazioni private poi è in uso da anni il “nomix toilet“ che separa subi­to il solido dal liquido per me­glio riciclarlo. Insomma come trasformare,metaforicamente, la cacca in oro. La Svezia è in grado di dare esempi a tutta la Ue anche in te­ma di riciclaggio di rifiuti elet­tronici dai frigoriferi ai frullato­ri. La quota di riciclaggio per abitante è di 16 , 5 chili. In Italia siamo a 3 chiletti scarsi a testa. Grazie a questo sistema la Sve­zia riesce a recuperare 75.000 tonnellate di ferro, 41.000 di ve­tro , 8.000 di plastica, 5.000 di al­luminio e 3.000 di rame. La Norvegia rifornisce già da qualche anno la vicina Svezia ma ora le 80.000 tonnellate an­nue che arrivano da Oslo non bastano più. É stato calcolato che il fabbisogno di immondi­zia importato per la Svezia sarà di 800.000 tonnellate all’anno. Ma gli altri paesi come si com­portano? Allora l’ultima rela­zione sulla gestione dei rifiuti urbani riferita ai 27 paesi mem­bri della Ue promuove a pieni voti Austria, Belgio, Danimar­ca, Germania, Paesi Bassi e ap­punto la Svezia. Tutti questi pa­esi dispongono di sistemi com­pleti di raccolta dei rifiuti e me­no del 5 per cento del totale fini­sce in discarica. Bocciati o ri­mandati invece Bulgaria, Ci­pro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Re­pubblica Ceca, Romania, Slo­vacchia e naturalmente Italia.