Francesca Angeli, il Giornale 15/11/2012, 15 novembre 2012
La nostra «monnezza»? In Svezia è oro - Cercasi rifiuti disperatamente. In Italia non sappiamo come disfarci della “monnezza“
La nostra «monnezza»? In Svezia è oro - Cercasi rifiuti disperatamente. In Italia non sappiamo come disfarci della “monnezza“. Invece in Svezia (dove hanno imparato a riciclarla usandola come fonte di energia decenni fa) non ne producono abbastanza e dunque sono disposti a pagare pur di importare un po’ di pattume. Un vero colpo di fortuna per le tante amministrazioni d’Italia sommerse da rifiuti e in perenne litigio su dove sia meglio scaricarli. A lanciare l’appello a caccia di spazzatura assortita è Catarina Ostlund, consulente dell’Agenzia svedese per la protezione dell’ambiente. «La Svezia produce una quantità di rifiuti inferiore al fabbisogno energetico alternativo -spiega la Ostlund- Speriamo dunque di portare rifiuti provenienti da Italia, Romania, Bulgaria e altri paesi Baltici, perché là sono immagazzinati in grande quantità ». La Ostlund infatti sa bene che questi paesi «devono ancora trovare una soluzione sullo smaltimento dei rifiuti» mentre altri paesi, gli scandinavi in testa, hanno cominciato a lavorarci decenni fa ed ora sono in grado di riutilizzarli al meglio. La Svezia infatti ha bisogno di rifiuti perché è in grado di riciclare gran parte del suo prodotto per rigenerare nuova energia. Nel Paese si riesce a riciclare il 36 per cento dei rifiuti domestici, soltanto la Danimarca riesce a fare meglio con il 54 per cento. Stoccolma distribuisce così il resto dei rifiuti domestici: il 14 per cento viene compostato e il 29 per cento finisce negli inceneritori. Resta soltanto una minima percentuale inferiore al 5 per cento sul totale che finisce nelle discariche. Si è così generato un paradosso: la Svezia produce meno rifiuti di quelli che occorrono per produrre energia. Grazie allo smaltimento infatti si riesce ad assicurare il 20 per cento del riscaldamento urbano di tutto il paese ed a fornire l’elettricità a 250.000 famiglie. Qualsiasi italiano abbia viaggiato da Stoccolma a Goteborg sarà rimasto colpito dalle indicazioni esposte nei bagni pubblici, dove si può scegliere di riciclare la propria pipì ad esempio trasformandola in fertilizzante scegliendo uno o l’altro tasto di scarico. Anche nella maggioranza delle abitazioni private poi è in uso da anni il “nomix toilet“ che separa subito il solido dal liquido per meglio riciclarlo. Insomma come trasformare,metaforicamente, la cacca in oro. La Svezia è in grado di dare esempi a tutta la Ue anche in tema di riciclaggio di rifiuti elettronici dai frigoriferi ai frullatori. La quota di riciclaggio per abitante è di 16 , 5 chili. In Italia siamo a 3 chiletti scarsi a testa. Grazie a questo sistema la Svezia riesce a recuperare 75.000 tonnellate di ferro, 41.000 di vetro , 8.000 di plastica, 5.000 di alluminio e 3.000 di rame. La Norvegia rifornisce già da qualche anno la vicina Svezia ma ora le 80.000 tonnellate annue che arrivano da Oslo non bastano più. É stato calcolato che il fabbisogno di immondizia importato per la Svezia sarà di 800.000 tonnellate all’anno. Ma gli altri paesi come si comportano? Allora l’ultima relazione sulla gestione dei rifiuti urbani riferita ai 27 paesi membri della Ue promuove a pieni voti Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Paesi Bassi e appunto la Svezia. Tutti questi paesi dispongono di sistemi completi di raccolta dei rifiuti e meno del 5 per cento del totale finisce in discarica. Bocciati o rimandati invece Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e naturalmente Italia.