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 2012  novembre 09 Venerdì calendario

POLITICA CHE VAI TALK SHOW CHE TROVI


ROMA. Da almeno un ventennio i nuovi leader (e gli slogan decisivi della politica) nascono quasi sempre nei talk show politici della tv. Nel marasma in cui ci troviamo, tra crisi economica, anda e rianda di Berlusconi, scandali della casta e conseguente successo del populismo in tutte le sue fragranze, i conduttori del talk show saranno decisivi per fare emergere i nuovi, possibili protagonisti: insomma, per fare il casting della Terza Repubblica. Non c’è solo Santoro. Negli anni, la panchina dei scopritori di talenti politici si è allargata: e dopo una fase interminabile di tentativi non riusciti, ora anche il centro destra ha due conduttori che fanno ascolto. Paolo Del Debbio e Gianluigi Paragone. Entrambi capaci di gestire da destra l’antipolitica. Qualcosa ci dice che l’irrefrenabile tentazione berlusconiana di far saltare il tavolo (una pulsione che, come si è visto, Letta e Gonfalonieri fanno fatica ad arginare) non sia stata provocata solo dall’osservazione del successo di Grillo, ma anche dallo studio di questi nuovi fenomeni televisivi. Perché ci sono due cose che Silvio conosce bene. E la seconda è la televisione.
Ecco un dossier riassuntivo.

Conduttore: MICHELE SANTORO
Programma: Servizio Pubblico
Rete: La 7
PUNTI DI FORZA: è il più bravo. Ha una visione personale, ma lucida della situazione politica, il populismo non lo spaventa di certo. Ha molto carisma, e tende a giocare con gli ospiti come il gatto col topo. Conosce a menadito le regole tecniche della tv. È molto esigente con i suoi collaboratori. È un drammaturgo, con tendenze al grande melodramma.
PUNTI DEBOLI: è Michele Santoro. Tende all’autoreferenzialità. Con il suo stile nelle inchieste filmate ha fatto scuola, ma quando si sente sfidato o sotto esame preferisce mettere tra parentesi l’orchestra e giocare da solista. Vive con un certo imbarazzo i collaboratori con tendenze al primadonnismo.
LINGUAGGIO TELEVISIVO: sostanzialmente lo stesso da Samarcanda ad oggi. Gli innesti internettari sembrano la cravatta regalata a Natale e indossata sopra un antico vestito di sartoria.
COLLOCAZIONE POLITICA: santoriano. Starebbe con Grillo se Grillo lo seguisse (ma potrebbe valere anche per Bersani).
RATING: AAA


Conduttore: GIOVANNI FLORIS
Programma: Ballarò
Rete: Rai 3
PUNTI DI FORZA: ha rubato la Terza Camera a Vespa. Riesce a mantenere un’idea di centralità al suo programma (e cioè: «Di qui devi passare, sennò non sei nessuno»). Se Santoro sovrasta l’avversario, Floris è mezzala, e talvolta ala tornante. Modello: Gianni Rivera (inteso come calciatore). È una persona educata.
PUNTI DEBOLI: mostra troppa condiscendenza verso i sondaggi e gli economisti. Vive Crozza come il primo invitato alla cena che mette in imbarazzo gli altri commensali. È una persona educata.
LINGUAGGIO TELEVISIVO: Molto Rai 3.
COLLOCAZIONE POLITICA: Tendenza Rai 3.
RATING: AAA


Conduttore: PAOLO DEL DEBBIO
Programma: Quinta Colonna
Rete: Retequattro
PUNTI DI FORZA: intelligente, colto, furbo (è stato uno dei maître à penser della prima Forza Italia). Sposato con Gina Nieri, una delle vere menti politiche di Mediaset. Ha cavalcato tra i primi l’ondata della «destra indignata»: aveva ben chiaro in testa che oggi, alla telespettatrice di Retequattro puoi solo dire che sono tutti ladri, quelli del Pdl per primi («Ma anche tutti gli altri, capito?»). Linea: antipolitica, ma da «padre di famiglia».
PUNTI DEBOLI: è un professore. Abito, look e occhiali fanno temere l’interrogazione non programmata. Sorride poco.
COLLOCAZIONE POLITICA: (Post) berlusconiano.
RATING: AA+


Conduttore: CORRADO FORMIGLI
Programma: Piazza pulita
Rete: La 7
PUNTI DI FORZA: ne sa più di quanto faccia credere. Ha insistito per il titolo Piazzapulita quando Giorgio Gori (il suo produttore, almeno fino a qualche mese fa) aveva ancora qualche dubbio. Sembrava l’alunno secchione senza lo smalto del Maestro, invece ha tirato fuori le unghie e si è difeso bene. È vissuto come «uno nuovo».
PUNTI DEBOLI: non ha il carisma e la velocità di Santoro. È più giornalista che drammaturgo. Imbrocca il suo look una volta su dieci.
LINGUAGGIO TELEVISIVO: è partito dal modello santoriano, ma nel tempo si è evoluto, rinnovando abbastanza il linguaggio e il ritmo del talk politico. Ha collaboratori giovani ed è permeabile ai nuovi stili della comunicazione.
COLLOCAZIONE POLITICA: ha l’atteggiamento politico dei trenta-quarantenni di sinistra: un grande punto interrogativo sospeso sopra la testa.
RATING: AA+


Conduttore: ANDREA VIANELLO
Programma: Agorà
Rete: Rai 3
PUNTI DI FORZA: sornione. Ha reinventato una fascia oraria che era quasi morta, almeno su Raitre. Giovialmente cinico, fa capire che non si aspetta nulla dai suoi intervistati. Nonostante ciò, riesce spesso a stanare gli ospiti sfidandoli ad essere uomini di mondo. Interpreta il disincantato uomo di sinistra che legge un sacco di giornali. È felice di non doversi più occupare di diritti del cittadino, argomento del quale non gliene fregava una mazza.
PUNTI DEBOLI: è troppo conscio dei limiti dei suoi ospiti per farli rifulgere di luce propria. Dà l’idea di passare un sacco di tempo al telefono con gente che sa.
LINGUAGGIO TELEVISIVO: Vianello e i suoi autori ne hanno inventate di molte, invecchiando di colpo i programmi concorrenti. Dalla canzone pop a mo’ di editoriale al moviolone. Si muove dentro twitter come un pesce nell’acqua.
COLLOCAZIONE POLITICA: abbastanza Pd.
RATING: AA+


Conduttore: GAD LERNER
Programma: L’infedele
Rete:La7
PUNTI DI FORZA: parla spesso di cose serie. Riesce a rendere interessanti i professori. Ha spostato i riflettori su una Milano colta che l’ultimo ventennio ci aveva fatto dimenticare. Aborre il provincialismo.
PUNTI DEBOLI: ama la musica classica e detesta le tattiche dell’ascolto televisivo. Le ha utilizzate con profitto solo in alcune puntate sul velinismo: ma si è messo contro Antonio Ricci. Nasce di Lotta continua (tendenza dialogante), ma se fosse una signora della buona società avrebbe l’abbonamento al turno C della Scala. È in difficoltà con il populismo montante.
COLLOCAZIONE POLITICA: Ah, se ci fosse Prodi.
RATING: AA-


Conduttore: BRUNO VESPA
Programma: Porta a porta
Rete: Rai 1
PUNTI DI FORZA: di solito è più informato dei leader politici che intervista. Nel caso del Pdl sembra spesso il membro interno della commissione d’esame che cerca di suggerire al candidato (però il più delle volte, rassegnato, rinuncia). Ha una redazione solidissima.
PUNTO DEBOLE: vorrebbe fare di Berlusconi un democristiano, ma è come far marciare in parata un ballerino di tango. È troppo identificato con il suo cast storico e con le sue stagioni precedenti (sindrome del Bagaglino). Ma la cura a dosi massicce di nuove personalità politiche giovani rischia di tradursi in un massacro.
LINGUAGGIO TELEVISIVO: tradizionale, di buona fattura. Orientamento politico inserito abilmente (ma ormai sgamabile dal telespettatore tipo).
COLLOCAZIONE POLITICA; se ci fosse ancora la Dc e quel benedetto uomo non si facesse tutti quei lifting, sarebbe tutto più semplice.
RATING: A+


Conduttore: GIANLUIGI PARAGONE
Programma: L’ultima parola
Rete: Rai 2
PUNTI DI FORZA: è stato il primo conduttore di centro-destra a capire che doveva imbroccare con decisione la strada dell’antipolitica, a costo di scontentare un po’ di peones. Adesso che lo hanno copiato in molti è costretto a rincarare la dose. Nelle ultime puntate si è trasformato in un cantante rock con tanto di gruppo al seguito. Gli piace essere «re nel nulla» e sa che il nichilismo ha un grande futuro.
PUNTI DEBOLI: troppo folletto o scheggia impazzita. Va bene mischiare le carte, ma lo spettatore di destra ha diritto anche a qualche punto fermo. Not Ready for Prime Time, come dicono gli americani. Non è ancora pronto per la prima serata. Ma un domani, chissà.
COLLOCAZIONE POLITICA: «Il potere ci teme». Insomma, era tutta colpa dei poteri forti.
RATING: BBB+