Francesco Borgonovo, Libero 15/11/2012, 15 novembre 2012
ANCHE LA RAI DEI SOBRI PAGA IL SISTEMA BENIGNI
Sarà anche la Rai dei tecnici e dei sobri, ma i compensi di Roberto Benigni sono quelli milionari di sempre. Ieri sul Fatto quotidiano il bravo Carlo Tecce ha scodellato le cifre riguardanti il ritorno in video del comico toscano, che il 17 dicembre prossimo condurrà una prima serata su RaiUno. Il programma si intitolerà La più bella del mondo e si occuperà, almeno nella seconda metà, della Costituzione italiana. La prima parte, invece, dovrebbe comporsi di un classico monologo satirico a base di battute più o meno politiche. Bene, per questo show, rivela Tecce, la televisione pubblica sborserà 1,8 milioni di euro. Tutto compreso: regia, scenografia, registrazione a Cinecittà. Produzione a cura della Melampo di Benigni e della Arcobaleno 3 di Lucio Presta. La domanda più ovvia è: vale la pena spendere tutti questi soldi per Robertaccio? Risposta: per quanto le posizioni politiche del guitto possano non piacere a tutti, sì. Basta guardare gli ascolti ovvero l’unica legge che conti in televisione. L’ultima volta che il nostro si è palesato sul piccolo schermo, cioè a Sanremo 2011, ha fatto il botto: 50% di share, con 15 milioni di italiani incollati allo schermo per vederlo discettare dell’inno nazionale. Un’infornata di retorica piuttosto stucchevole, ma di innegabile successo, mediatico e commerciale. Identica storia nel novembre 2010, quanto Benigni partecipò al soporifero Vieni via con me della coppia Fazio-Saviano: 25,48% di share, miglior risultato di RaiTre in dieci anni.
UN AFFARE
Dunque non c’è dubbio che la presenza di Roberto sia un affare. Certo, qualche perplessità nasce nel leggere l’indiscrezione del Fatto, e cioè che «la Rai non potrà riconvertire l’indice Auditel in monetapubblicitaria. Non ci sarà un guadagno immediato, dicono. Ma sperano che Benigni sia l’in - nesco per trascinare i telespettatori verso il pagamento del canone senza sentirsi obbligati e, soprattutto, delusi». Messa così, la faccenda appare un po’ velleitaria. Ma concediamo pure che un po’ di ascolto record (puntano al 45%) dia ossigeno all’emittente di Stato e l’evento eccezionale galvanizzi gli utenti. A questo punto, si apre un altro dilemma. Se le apparizioni di Benigni sono cosa buona e giusta, se non altro in termini di marketing, un po’ più contestabile è il «sistema Benigni». La prima serata su RaiUno, infatti, fa parte di un pacchetto più ampio. Lo show del comico non si può comprare da solo. La Rai dovrà incamerare anche altre dodici puntate di Tutto Dante. Prezzo: 300 mila euro circa l’una, per un valore complessivo di quattro milioni. In sostanza, il ritorno di Benigni ci costa 5,8 milioni di euro. Mica bruscolini. Le serate dedicate alla lettura della Divina Commedia andranno in onda a marzo su RaiDue, anche se non si sa ancora in quale fascia oraria. Un’operazione simile fu fatta nel 2008, quando Benigni portò Dante su RaiUno in prima serata. Ottimi ascolti e 2,9 milioni dieuro di spese. Poi però la Rai dovette acquistare anche altre dodici serate dantesche da trasmettere su RaiDue al prezzo di 4,8 milioni di euro. Insomma, funziona un po come in certe televendite: se vuoi il materasso devi accollarti anche il servizio di pentole in acciaio inox. Non a caso i dirigenti dell’emittente di Stato hanno sempre definito «complessi» gli accordi con Benigni. Nel 2009, per dire, il comico partecipò a Sanremo e chiese 350mila euro. Ai quali però si dovevano aggiungere i diritti di sfruttamento del suo repertorio Rai. La trattativa fu lunga e pare che la Melampo di Robertaccio, alla fine, abbia ottenuto di poter commercializzare i suoi vecchi show. Non a caso, da poco sono usciti - distribuiti daCGHomevideo - quattro dvd con le puntate di Onda Libera. Materiale che forse la Rai avrebbe potuto sfruttare in modo diverso, ricavando qualche spicciolo in più. Vicenda simile è quella di Vieni via con me nel 2010. Benigni chiese circa 350mila euro per partecipare. Ne uscirono polemiche feroci sull’entità del compenso, in effetti elevato per un’apparizione di qualche decina di minuti. Finì che, come atto di ribellione contro il regime berlusconiano, Roberto scelse di salire sul palco gratis. Fu ampiamente ricompensato l’anno successivo. Invitato al Sanremo di Gianni Morandi, si dice sia venuto a costare circa 500mila euro. La metà dei quali, secondo una voce circolata in internet, sarebbe finita in dono a un ospedale fiorentino, cosa in realtà mai accaduta. Quella apparizione è divenuta a sua volta un dvd distribuito da CG Home video. In sostanza, la sensazione è che la Rai potrebbe ammortizzare un bel po’ di costi o almeno risparmiare sui portentosi cachet del toscanaccio.
IDEE NUOVE
Ci sarebbe, in realtà, anche una terza possibilità. Ora la Rai compra una serata speciale e ne paga altre dodici su Dante che poi vengono trasformate in dvd da Benigni. Per quale motivo non potrebbe pagarlo - fosse anche profumatamente - per un programma più lungo, che permetterebbe di totalizzare grandi ascolti e attirare pubblicità? Per quale ragione persino la Rai dei tecnici preferisce sfruttare Roberto per tirate patriottiche interessanti fino a un certo punto o per i soliti spettacoli danteschi, invece di farlo scatenare in una grande e nuova performance di intrattenimento? Quando la smette di pontificare e ci mette appena un pizzico di impegno, Benigni sa regalare momenti di straordinaria comicità (si è visto al Tg1 per la presentazione di La più bella al mondo, quando ha simpaticamente massacrato il conduttore Attilio Romita). Ecco, visti i tempi, forse, un po’ di spending review sarebbe il caso di metterla in pratica.