B.B., Libero 15/11/2012, 15 novembre 2012
MARIO SVELA IL MENU SERVITO ALLA SUA LOBBY: «HO ILLUSTRATO LE MISURE CONTRO LA CRISI»
Mario Monti è andato alla cena del Gruppo Bilderberg. Per parlare di crisi, ha spiegato rompendo il silenzio sulla misteriosissima partecipazione al club dei potenti. Invece, alla riunione operativa di ieri, era assente. Troppe polemiche. E non solo per via degli strali di Francesco Storace, leader della Destra, che definisce il clan Bilderberg «peggio della P2» e chiede di conoscere la verità. Il nostro premier ha disertato l’invito ufficialmente «perché impegnato in un vertice bilaterale in Algeria ». Gli eventi, del resto, gli imponevano, ieri, di non essere all’Hotel de Russie nel conclave dei banchieri. Fuori, la città in subbuglio, con le cariche della polizia, i ragazzi in strada, il centro bloccato, i cori contro il governo. Dentro il luxury hotel, un vertice blindatissimo al riparo da curiosi e contestatori. Per riunirsi ha scelto uno dei giorni più “caldi” per Roma e per l’Europa il gruppo Bilderberg, sbarcato nella capitale a inizio settimana per la sua 61esima sessione straordinaria di lavori. Club ristretto ai veri «guru» del mondo, capi di banche d’affari e multinazionali in grado, chissà perché, d’intuire prima degli altri la rotta da seguire e i “cavalli” su cui puntare. Un’associazione talmente elitaria da farla confondere con un movimento para-massonico: almeno, così, Bilderberg è conosciuto dall’opinione pubblica. La fama di lobby che decide i destini del mondo (anche se i membri minimizzano) si è accresciuta negli anni ad esempio se si pensa che George H. W. Bush ha partecipato nel 1985 ed è stato eletto presidente Usa nell’88. Romano Prodi (ieri nella lista) ha partecipato nel 1997 e lo stesso anno è diventato presidente della Commissione Europea. Si dice che anche Barack Obama e Hillary Clinton hanno avuto un meeting segreto al Bilderberg nel 2008 e nello stesso anno lui è diventato il primo presidente afroamericano della storia degli States. Guarda caso, uno degli italiani habitué del Gruppo è il nostro prof bocconiano, Mario Monti, tanto osannato dai big stranieri come salvatore della Patria, l’anno scorso diventato premier. Monti ha partecipato alla cena di gala offerta da Telecom di Franco Bernabé (un altro illustre frequentatore), martedì sera a Roma. E vi ha partecipato da protagonista, dopo il bilaterale con il premier britannico Cameron e la telefonata di Obama. Solo uno speech su eurozona e questioni economiche, ha fatto sapere il suo staff, che si è affrettato a smentire qualunque ipotesi di loggia o summit occulto. Ma allora perché nascondersi? Forse perché qualcuno potrebbe obiettare che per il capo di governo presenziare a un meeting che ha per oggetto il rischio commissariamento di Italia, Spagna, Grecia è un tantino fuori luogo? Passi per Lilli Gruber (che non è ancora ministro), ma che ci sta a fare mezzo governo dei sobri a tavola con gli amici di Rockfeller? L’austerity vale solo per i poveracci? Alla fine Monti ha ammesso: «Sì, sono andato a cena per parlare delle misure adottate dall’Italia per combattere la crisi ». Speriamo che almeno abbia convinto i magnati stranieri come Tom Enders della Eads, MarcusAgius di Barclays o Kenneth Jacobs di Lazard a non infierire sul nostro Paese. Loro, nonostante i cortei, si sono riuniti a porte chiuse all’Hotel de Russie. Monti ha avuto il buon gusto di non andarci: era in Algeria. Il Gotha dell’economia, invece, c’era. Italiani compresi.