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 2012  novembre 14 Mercoledì calendario

Che idiozia demolire casa Hitler - Sta facendo discutere l’iniziativa del deputato russo Franz Klinzewit­sch (del partito putinia­no Russia Unita), che sta raccogliendo la somma necessaria per acquista­re la casa natale di Adolf Hitler a Braunau am Inn, in Austria

Che idiozia demolire casa Hitler - Sta facendo discutere l’iniziativa del deputato russo Franz Klinzewit­sch (del partito putinia­no Russia Unita), che sta raccogliendo la somma necessaria per acquista­re la casa natale di Adolf Hitler a Braunau am Inn, in Austria. L’iniziativa è sostenuta dal deputato comunista Vadim Solo­viov, secondo cui anche i suoi colleghi di partito so­no pronti a contribuire. «Oggi mi appare prov­videnziale e fortu­nata la circostanza che il destino mi abbia assegna­to come luogo di nascita preci­samente Braunau sull’Inn», scrive Adolf Hitler in Mein Kam­pf . La cittadina austriaca gli «sembra il simbolo di una gran­de missione perché è alla fron­tiera di due Stati tedeschi», la cui riunione è «un compito fon­damentale che va realizzato a tutti i costi». Hitler riuscì nell’in­tento, con l’Anschluss del 1938, ma oggi gli austriaci non gliene sono grati, né Braunau è fiera di avere dato i natali al simbolo della malvagità e della follia umane. Tuttavia neanche lì, è presu­mibile, sono contenti dell’idea avuta da un parlamentare rus­so putiniano - Franz Klinzewit­sch, secondo la trascrizione te­desca - che sta raccogliendo i 2.200.000 euro necessari per comprare il grande edificio al numero 15 della Salzburger­strasse: era una locanda, quan­do Hitler vi nacque, alle 18.30 del 20 aprile 1889. Klinzewit­sch, infatti, la vuole comprare per abbatterla. L’idea non è nuova, anzi è an­tichissima. Da sempre i vincito­ri distruggono i simboli e i luo­ghi simbolici del nemico scon­fitto. È nella memoria di tutti che, al motto di delenda Cartha­go , la civiltà romana distrusse la capitale del nemico vinto e -per non farci ricrescere nulla ­cosparse il luogo di sale. A scuo­la pensavano che, in realtà, i ro­mani non ne potessero più di Catone il Censore, che fineva ogni suo discorso in Senato, diqualunque argomento trattas­se, con la frase «Ceterum cen­seo Carthaginem delendam es­se ». Invece si trattava appunto di una specie di rito sacro e puri­ficatore: ancora presente, evi­dentemente, nella natura uma­na, specie in quella forse irsuta del deputato russo, fra l’altro ca­po dell’associazione dei reduci dell’Afghanistan. La cultura dell’Europa occi­dentale oggi è, per fortuna, di­versa. Anche alla caduta dela fa­scismo si distrussero un po’ di fasci sui monumenti e sui muri, ma ci si guardò bene dall’abbat­tere Palazzo Venezia (che oggi è una magnifica sede museale) o la casa natale del duce, dive­nuta un centro di attrazione più folcloristico che pericoloso. La cultura dell’Europa occi­dentale è più rispettosa della memoria- e della proprietà pri­vata- di quanto lo siano gli ex so­vietici. Nel dopoguerra la casa dove nacque Hitler venne resti­tuita ai proprietari, che pronta­mente la riaffittarono alle istitu­zioni,desiderose che non di­ventasse chi sa che luogo di no­stalgia:prima fu biblioteca, poi banca, poi scuola e attualmen­te è sede di un’associazione a fa­vore degli invalidi. Nella civilissima Austria si pensò a lungo di mettere sull’ edificio una targa commemora­tiva, ma la civilissima proprietà si oppose, e un tribunale le det­te ragione: non solo si sarebbe violata la proprietà, ma la si sa­rebbe messa a richio di attenta­ti filo o antinazisti. La vicenda venne risolta nel 1989 (centesi­mo anniversario di Hitler, oltre che anno del crollo sovietico) piazzando lì davanti una pie­tra, proveniente dal campo di concentramento di Mauthau­sen, con l’iscrizione «Per la pa­ce, la libertà / e la democrazia. / Mai più fascismo. / Milioni di morti rammentano». Abbattere l’edificio non sa­rebbe meglio, è un’idea fessissi­ma. Ma è un’idea che fa una gran pubblicità, a costo zero, al­lo sconosciuto deputato russo, che oggi compare sui giornali di tutto il mondo. Buon pro gli faccia.