Erica Orsini, il Giornale 14/11/2012, 14 novembre 2012
La lista degli evasori che fa tremare l’Italia - Il «corvo» che ha messo nei guai la più grande banca londinese ora fa tremare anche l’Italia
La lista degli evasori che fa tremare l’Italia - Il «corvo» che ha messo nei guai la più grande banca londinese ora fa tremare anche l’Italia. Sarebbero infatti più di 160 i nomi degli italiani emersi nell’ambito dell’inchiesta per riciclaggio che in questi giorni sconquassa il colosso finanziario Hsbc e l’intera City di Londra. La scorsa settimana il Daily Telegraph è venuto in possesso di una lista fornita al Fisco inglese da una misteriosa gola profonda che contiene i dettagli di 8388 clienti dell’istituto detentori di conti offshore nel paradisco fiscale dell’isola di Jersey. Più della metà sono cittadini britannici, l’altra metà è composta da israeliani, francesi, spagnoli, americani. Per il mondo finanziario inglese, ormai vaccinato contro scandali del genere, è l’ennesima bomba destinata a distruggere l’ormai gia’ tormentata reputazione degli istituti di credito. Ma il giornale fa di più, pubblica i nomi di alcuni dei possessori dei conti sbattendo in prima pagina cantanti pop e macellai, tassisti e figli di papà, spacciatori di droga e delinquenti comuni. Dei conti italiani per ora dice poco, in redazione bocche cucite. «Tutto quello che possiamo confermare lo potete leggere online» dichiarano, ma l’atmosfera rimane piena di punti di domanda. Fino ad ora a circolare sono tre nomi. Quelli di Antonio Creanza e Fulvio Molvetti, della sede milanese di JP Morgan e Claudio Arosio di Deutsche Bank, tutti e tre imputati nel processo per la presunta truffa dei titoli derivati venduti al Comune di Milano tra il 2001 e il 2005. Secondo quanto appreso dal Telegraph , Arosio sarebbe il detentore del conto offshore più cospicuo ( 1 ,9 milioni di sterline) seguito da Molvetti con 264mila sterline e da Creanza con 192mila sterline. Gli ultimi due hanno vissuto a Londra, il primo a Canary Wharf, nel cuore della City, e il secondo a Little Venice. Come pena per aver venduto titoli derivati con certificazioni manipolate per un danno totale di 200 milioni di euro la procura ha chiesto pene che vanno dagli 8 ai 12 mesi di reclusione. Adesso vedremo come si svilupperà il processo a loro carico alla luce delle nuove informazioni che i pm di casa nostra stanno acquisendo in seguito allo scandalo inglese. Ora l’interrogativo si sposta sulla possibile diffusione di altri nomi italiani «eccellenti». Del resto, se accadesse, sarebbe un film già visto. Ricordate la «lista Falciani»? C’erano dozzine di nomi di italiani arcinoti nella lista dei 700 evasori fiscali che avevano aperto dei conti nella filiale svizzera della stessa Hsbc. I loro dettagli erano stati trafugati da Hervé Falciani, dipendente della stessa banca che li aveva poi consegnati alla polizia francese. A Londra nel frattempo la City affronta le polemiche, ma la situazione è difficile. Le banche sono nel perenne mirino del governo e dei media, sia che si tratti di benefit immeritati e milionari sia che si parli di condotta eticamente scorretta. Nei giorni scorsi in uno scarno comunicato stampa l’ufficio stampa della HSBC si è dichiarato pronto a collaborare con le indagini cospargendosi il capo di cenere, ma non ha rilasciato alcuna informazione dettagliata sui conti dell’isola di Jersey poiché i dati sono strettamente confidenziali. «Non possiamo fare alcun commentosui clienti neppure per confermare o smentire se si tratta di clienti oppure no» hanno fatto sapere pur ammettendo - sempre secondo fonti del Telegraph - che l’istituto non era in grado di controllare i dati o il passato di ogni cliente.