Eleonora Barbieri, il Giornale 13/11/2012, 13 novembre 2012
Se passare lo straccio è zen - Quando ha visto il Manuale di pulizie di un monaco buddhista (sottotitolo: Spazziamo via la polvere e le nubi dell’anima ) sul tavolo di casa, un trentenne ha commentato soddisfatto: «L’ho sempre pensato» (ovviamente è disordinatissimo)
Se passare lo straccio è zen - Quando ha visto il Manuale di pulizie di un monaco buddhista (sottotitolo: Spazziamo via la polvere e le nubi dell’anima ) sul tavolo di casa, un trentenne ha commentato soddisfatto: «L’ho sempre pensato» (ovviamente è disordinatissimo). Quando l’ha visto un collega l’ha osservato soddisfatto, pure lui, e poi ha riso di gusto (la sua scrivania accoglie stratificazioni di materiali vari corrispondenti a una ventina di scrivanie). Sarà la forma piccola, la copertina liscia e arancione, il disegno del monaco che sfrega il pavimento con il suo gesto ostinato e leggero, fatto sta che quando leggi il Manuale quasi ti viene voglia, davvero, di metterti a pulire la casa. Quasi passare lo straccio ti sembra zen, o quantomeno, se hai un po’ di senso del limite e riesci ancora a non confonderti con un seguace del Buddha, ti sembra comunque molto chic. Se perfino le starlette si divertono a mettere in rete, su twitter e su facebook, le loro foto mentre rassettano e lavano il piano cucina o il piatto doccia, figuriamoci se non ci si possa sentire filosofi a lucidare il pavimento, dopo avere letto le considerazioni di Keisuke Matsumoto, bonzo hi-tech del tempio Komyoji di Tokyo (il Manuale , pubblicato da Vallardi, è pure breve). Tutto comincia sotto i migliori auspici, quando si leggono le sue parole: «Per purificarsi dalle passioni oscuranti, spolverare. Per abbandonare ogni attaccamento materiale, pulir via le macchie». E poi: «Il tempo impiegato per pulire accuratamente ogni angolo del tempio è qualcosa che arricchisce l’anima». La rende pura come specchi, finestre, piastrelle, parquet, ripiani in marmo, mensole della libreria e ante appena passati di fresco. Quasi ti stupisci: e come mai fino ad ora non hai mai avuto tutto l’entusiasmo del caso? Perché non si tratta di azioni banali o da compiere lamentandosi e sbuffando: i monaci cominciano la giornata ramazzando, dice Matsumoto, e questo per «eliminare dallo spirito qualsiasi ombra», entrare in sintonia con la natura, vivere in maniera «ordinata e serena » in ogni ambito. Pulire è «una pratica spirituale quotidiana » e come tutti i riti rigorosi non conosce deroghe: ogni giorno, al mattino bisogna pulire e alla sera rassettare, e soprattutto, regola base, «non rimandare a domani quello che puoi fare oggi». È questo, paradossalmente, l’antidotoalla mancanza di tempo cronica da cui chiunque si sente schiacciare. Ed è qui che cominciano i dubbi: quando si scopre che un discepolo del Buddha ha trovato il Nirvana ramazzando; quando si legge che se, sfregando per terra si trova una macchia, quello è un nodo da sciogliere nella nostra anima; o che la muffa, prima che negli angoli, si forma dentro di noi; o che bagni, pavimenti e ingresso vanno tirati a lucido ogni giorno, e non deve apparire nemmeno una impronta digitale. È a questo punto che si verifica il solito effetto: quello che fanno tutti libri del genere, le trasmissioni e i siti che ultimamente hanno tentato di trasformare le pulizie di casa in una attività chic (ma perché? per istinto democratico? o per passione sincera?). Quasi da sentirsi privilegiati, a passare l’aspirapolvere con la fascetta in testa come Demi Moore ( lei mise in circolazione quelle foto quando ancora era galvanizzata dal toy boy, però) oppure con l’asciugamano, anzi il tenugui con cui si avvolgono il capo i monaci. Le regole sono zen finché non si seguono, o meglio finché le seguono gli altri: poi, nel caos di casa, di zen rimane solo il tentativo di controllarsi. E spesso non riesce bene, come le pulizie, del resto.