Rosaria Talarico, La Stampa 15/11/2012, 15 novembre 2012
ARRIVA IL REDDITEST
Non sarà accattivante come un’applicazione per cellulari o divertente come un videogioco, ma certamente il Redditest tornerà utile al contribuente. Almeno così spera l’Agenzia delle entrate, che lo presenterà ufficialmente martedì prossimo. Si tratta di un software che permette una sorta di autovalutazione rispetto ai propri redditi, rispondendo alla fatale domanda: sono congruo o non congruo?
Nell’ultima audizione davanti alla Commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera ha spiegato che il Redditest è nato per favorire la conformità dei redditi dei contribuenti, «utilizzando il modello di analisi e valorizzazione elaborato in collaborazione con la Sose, la società per gli studi di settore». In altre parole, l’utente potrà scaricare sul proprio computer il «software di autodiagnosi», come è pomposamente definito il Redditest, per una verifica preventiva della coerenza tra il reddito familiare prodotto e le spese sostenute nell’anno. In caso di discostamenti significativi sarà così possibile aggiustare il tiro. Per chi avanzasse preoccupazioni relative alla privacy, Befera ha assicurato che i dati inseriti «rimangono noti solo al contribuente e non ne rimane alcuna traccia sul web».
Ma come funziona il Redditest? La verifica della coerenza avviene sulla base delle spese più significative e facilmente individuabili. Le voci di spesa individuate sono un centinaio, riconducibili a sette diverse categorie: abitazione, mezzi di trasporto, assicurazioni e contributi, istruzione, tempo libero e cura della persona, investimenti immobiliari e mobiliari netti e altre spese significative. Così sarà possibile misurare da sé la coerenza tra il reddito del proprio nucleo familiare e le spese sostenute. Il Redditest non autodenuncia nessuno (potrà essere compilato in forma anonima), ma ha lo scopo di mettere a disposizione un’informazione e indurre eventualmente una modifica del comportamento o l’adozione di contromisure. Il risultato che apparirà sarà inequivocabile: verde se coerente, rosso se incoerente. Il test tiene conto delle spese comuni (alimentari, abbigliamento, calzature, etc.) che normalmente sostiene una famiglia del tipo previsto, che vive in una determinata area geografica. A partire da martedì partiranno anche delle campagne pubblicitarie per sensibilizzare gli utenti e far conoscere il nuovo strumento. Il Redditest è figlio del redditometro, messo a punto un anno fa dall’Agenzia delle entrate per migliorare il contrasto agli evasori fiscali.
Grazie a un più efficace incrocio tra le informazioni delle diverse banche dati della pubblica amministrazione e a circa cento diverse voci di spesa, il redditometro rende più facile stimare il reddito e confrontarlo con quanto dichiarato. E non si tratta solo di beni di lusso come aerei, yacht o gioielli: a finire nel redditometro sono anche spese «innocue» come il pagamento di asili nido o master universitari, abbonamenti alla pay tv o donazioni in beneficenza. Insomma, tutto quanto possa mettere in luce una discrepanza tra quanto si dichiara e il proprio tenore di vita. Se il contribuente, consapevole dell’incoerenza, non modifica il comportamento, viene selezionato per ulteriori approfondimenti, se è molto elevato si procede all’accertamento.