Angelo Aquaro, la Repubblica 15/11/2012, 15 novembre 2012
NEL REGNO DI JILL, LA SIGNORA DEI GENERALI
Adesso tutti si chiedono perché Tampa e invece dovrebbero chiedersi perché no: cibo buono, ottimi drink, la vita sociale intorno alla base è stata sempre attivissima, charity e mondanità, io stesso avrò partecipato a migliaia di feste». Migliaia di feste? Aaron Fodiman, direttore di Tampa Bay Magazine e amico di famiglia di Jill Kelley, la donna che scambiava email bollenti col comandante in Afghanistan John Allen (roba da “sesso telefonico”, però il generale ora dice che chiarirà) e ha fatto scoprire (per caso?) l’affaire tra il capo della Cia David Petraeus e la sua agiografa Paula Broadwell, non fa una piega: “«Guardi: all’ultima festa sono stato giusto ieri sera».
Mare Profumo di mare / Con L’Amore Io Voglio Giocare... Benvenuti nella MacDill Airforce Base, la base dell’amore dove succedevano cose che neppure nei telefilm di Love Boat.
È ancora qui la festa: anche se la casalinga disperata Jill adesso s’è autoreclusa nel villone alla Via col Vento di 1005 Bayshore Boulevard, tre piani di mattoni rossi col portico a sei colonne sulla baia, un milione e mezzo di dollari di mutuo evidentemente ancora da saldare se Regions Bank ha chiesto il pignoramento per 1.7 milioni. Il palazzetto da 2.2 milioni a Downtown per la verità gliel’hanno già sequestrato, e dopo le inchieste
del Tampa Bay Times ora tutti sanno che il marito Scott, apprezzatissimo dottore anticancro, sceso con lei qui dal New Jersey 12 anni fa, ha la Visa bucata, è indietro coi pagamenti di 70mila dollari e non ha mai chiuso un altro prestito per altri 250mila. Ma allora com’è possibile che i generali più famosi del mondo sfilassero proprio in quest’ambientino?
La MacDill Air è a poche miglia da Villa Kelley, giusto in fondo alla baia, e quando dici il destino: è stato l’11 settembre che a George W. Bush fu annunciato proprio a mezz’ora da qui, nella scuola di Sarasota dove leggeva con i bambini la favola della capretta, a trasformare questa sonnecchiosa base nel cuore della guerra al terrore. Qui ha sede CentCom, il supercomando delle guerre d’Iraq e d’Afghanistan. E prima ancora di Allen, prima ancora di Petraeus, indovinate chi furono i generalissimi accalappiati dai Kelley? Tommy Frank, l’uomo che guidò la caccia a Bin Laden in Afghanistan
dopo le Due Torri. E John Abizaid, il primo proconsole dell’Iraq senza Saddam. Quanto per chiedersi se Mrs. Kelley, che da signorina fa Kawham e con la gemella Nathalie e il fratello David atterrò bambina a Philadelphia al seguito dei genitori immigrati dal Libano, sia qualcosa di più che l’amorevole moglie di cui tutti qui ti parlano. Basta la parola: spia?
Piano. Adesso Paula, l’amante di Petraeus, ammette di essersi portata a casa informazioni riservate che l’Fbi sta setacciando nell’archivio prelevato nella sua Charlotte, North Carolina: ma finora l’unica cosa che Jill s’è vista sequestrare è la tessera di Amica della MacDill che le permetteva di entrare indisturbata nella base. Certo: troppe cose non quadrano. Il governo nientedimeno della Sud Corea le ha regalato il titolo di “console onorario” che la signora sfodera sulla targa dell’auto e l’altra sera ha esibito in una telefonata al 113: pretendendo che la carica onorifica dovesse proteggerla dall’assedio dei giornalisti. E da chiarire resta il ruolo dell’amico agente dell’Fbi, Fred Humphries, anche lui un personaggio, lo 007 che era riuscito a sventare l’attentato all’aeroporto di Los Angeles nel ‘99. A lui Jill si era rivolta dopo aver ricevuto le minacce che poi scoprirà partite da Paula: giù le mani dal mio Petraeus. Dicono che gli abbiano poi tolto il caso per aver spedito una foto a torso nudo alla signora: bugie, lo difende ora il portavoce, era uno scherzo che risale a tempo fa, Fred è amicissimo di Jill e del marito Scott.
Amici e amici degli amici. Forse ha ragione il direttore di
Tampa Bay Magazine quando dice di sentirsi “scioccato” dalle rivelazioni sui generali e i Kelley ma di non vederci “niente di strano” nel turbinio di relazioni mondane. In fondo basta fare due conti. La guerra in Afghanistan costa agli Usa 100 miliardi all’anno, l’indotto MacDill regala a Tampa 6.7 miliardi all’anno: e chi se ne frega allora dei pettegolezzi sulla Love Base? Venghino, i generali, venghino. E pazienza se Petraeus e Allen (ma pure, guarda te, il senatore John Kerry in odore di nomina proprio alla Difesa) sono così ciechi da raccomandare al giudice la gemella Nathalie nella causa d’affidamento del figlioletto: dipingendola come madre integerrima, lei che accusava l’ex marito di costringerla a guardare film porno e di malmenarla, accuse che il giudice ha definito «palesemente incredibili».
Sì, forse ha ragione anche il vecchio Joe Redner, il patron del mitico Mons Venus, l’imprenditore del sesso che ha fatto della superconservatrice Tampa, scelta infatti da Mitt Romney per la sua Convention, la capitale Usa dello striptease. «Comandanti supremi, generalissimi. Si nascondono dietro stellette e paroloni» dice lui che a 72 anni si presenta ancora in t-shirt e calzoncini «ma sono né più né meno come i soldati che a decine ogni sera bussano da me. Anche perché li faccio entrare gratis: e per loro gratis è pure il primo giro di lapdance». Mare profumo di mare? Altro che gratis però. Il sesso è tutto da provare, i misteri ancora da sciogliere: ma quanto costeranno a Barack Obama le relazioni pericolose nella base dell’amore?