(m.p.), la Repubblica 15/11/2012, 15 novembre 2012
«PERCHE’ I MIEI COETANEI MI ODIANO TANTO?»
«Ho avuto paura, forse per la prima volta da quando sono in servizio ho avuto davvero paura. Sono rimasto al mio posto però anche quando mi hanno colpito perché è il mio dovere...» dice l’assistente di polizia Massimo C., 36 anni, il più grave dei tre poliziotti feriti a Torino.
Che cosa è accaduto precisamente?
«Proteggevo una sede della Provincia. Ci sono arrivati addosso in una quarantina mascherati con caschi e sciarpe. Impugnavano mazze da baseball, bastoni, spranghe. Mi hanno massacrato ma c’è una cosa che mi fa più male delle ferite. E’ l’odio che ho visto nei loro occhi, erano come invasati...»
Che pensa di loro?
«Che sono ragazzi come me e che probabilmente hanno i miei stessi problemi. Coetanei che però mi vedono come un nemico, un qualcosa da eliminare. Vorrei spiegare loro che con la violenza non si risolve nulla, che ci sono altri modi di combattere le ingiustizie. Io per farlo mi sono arruolato in polizia e nel mio lavoro ci credo...».
(m.p.)