Michele Dalai, SportWeek 3/11/2012, 3 novembre 2012
PRESIDENTS OF THE UNITED SPORTS
Un’autorevole testata internet (Real Clear Sports) ha di recente stilato la classifica dei dieci presidenti americani meno atletici di tutti i tempi. Pur se molto complicato comparare le doti di uomini diversi nati in epoche diverse, lo sforzo dei compilatori è una delle tante prove di quanto lo sport sia collante fondamentale della più potente democrazia occidentale e dell’attenzione che gli uomini di Stato americani pongono al tema della propria immagine pubblica.
Nell’immaginario collettivo yankee lo sport è uno strumento di propaganda molto particolare, rassicurante e amichevole. Per esemplificare il concetto, George W. Bush disse: «Voglio che la gente mi veda seduto negli stessi posti in cui si siede, mentre mangio gli stessi popcorn che mangia e piscio negli stessi bagni in cui piscia». Uno di noi, insomma. L’iconografia sportiva dei presidenti Usa segue alla perfezione la regola aurea di Bush, le immagini dei capi di Stato alle prese con gli attrezzi del mestiere sono fatte per trasmettere un senso di intima complicità da spogliatoio, l’azzeramento delle distanze.
Golfisti della domenica, foto in bianco e nero di antiche glorie agonistiche, la subliminale richiesta di fiducia nei gesti calmi e sicuri. In quella speciale e divertente classifica Bush occupa la decima posizione; considerato un buon atleta fin dagli anni del college (studiava e giocava a Yale) e un assiduo corridore e ciclista, paga però l’infausta e ingloriosa esperienza di cheerleader del suo college e noi paghiamo cara la mancanza di immagini di quel periodo, perché vedere il goffo Bush jr alle prese con saltelli, mossette e cori non avrebbe prezzo.
Che quella di Real Clear Sports sia una classifica non partisan si evince facilmente dal nono posto affibbiato a Bill Clinton, uno dei presidenti più amati e discussi.
Nel suo libro Il primo della classe, biografia di Bill Clinton, David Maraniss dice: «Tutti gli amici di Clinton conoscevano bene la sua pochezza atletica. Aveva cominciato a correre l’estate precedente ma continuava a essere fuori forma. Negli anni del college non aveva mai praticato sport a livello agonistico. Persino sua madre lo definiva goffo e poco coordinato». Un ritratto inglorioso, completato da un aneddoto altrettanto ingeneroso: si dice che la più grande dote di Clinton quando giocava a touch football (la versione meno cruenta del football americano, che non prevede scontri e placcaggi ma solo il tocco dell’avversario) fosse la pedanteria con cui discuteva se quel famoso tocco ci fosse stato o no...
Al settimo posto c’è il truce Richard Nixon, il 37° presidente che pur facendosi forte di una carriera nel football universitario dimenticava spesso di menzionare le infinite ore spese in panchina senza mai vedere il campo. A lui è indirettamente legata una storia curiosa: l’allenatore di una squadra professionistica (i Washington Redskins) aveva inventato uno schema molto azzardato, dandogli il nome di Nixon. Nel 1971 quel gioco, il Nixon’s Play, costò ai Redskins una delle più amare sconfitte di sempre, contro i San Francisco 49ers, degno coronamento di una carriera sportiva infelice anche come ispiratore. Al sesto posto c’è Lyndon Johnson, di cui trovate una splendida foto in questa galleria, l’immagine in cui sorridente stringe la mano a un giocatore di football. Peccato che Johnson non praticasse alcuno sport, non ne seguisse alcuno e dicesse cose abbastanza sconvenienti su alcuni suoi colleghi più atletici. Un esempio? Su Gerald Ford disse: «Non c’è nulla di sbagliato in Jerry Ford, tranne il fatto che ha giocato troppo a football senza l’elmetto». Il giudizio sulle conseguenze lo lasciamo a Johnson, ma sappiamo che Ford, con o senza il casco, è stato uno sportivo vero e un atleta eccezionale. Da buon ragazzone di provincia Ford fu capitano della sua squadra alla Grand Rapids South High School e poi dei Wolverines dell’Università del Michigan, che guidò a due titoli nazionali senza sconfitte nel 1932 e ’33. L’anno successivo, nel 1934, la squadra visse una stagione orribile vincendo una sola partita. Ma nonostante i risultati negativi Ford rimase bandiera ed esempio per la squadra e fu protagonista di una memorabile partita difensiva contro i futuri campioni di Minnesota. Molti anni dopo, da Presidente, raccontò quanto quell’esperienza di resistenza eroica fosse stata fondamentale per la sua formazione: «In 25 anni di lavoro nel duro e rissoso mondo della politica mi è spesso capitato di ripensare a quello che è successo prima, durante e dopo quella partita del 1934. Ricordare mi ha aiutato spesso a superare situazioni difficili, a reagire e a fare ogni sforzo per ribaltare pronostici sfavorevoli». Resta nella storia anche la sua fenomenale prestazione contro uno dei corridori più forti della storia del football universitario, quel Jay Berwanger che Ford mise in terra, unico futuro presidente degli Stati Uniti ad aver abbattuto un vincitore dell’Heismen Trophy, come amava ripetere lo stesso Ford. Buffo pensare che uno dei migliori atleti della Casa Bianca sia rimasto nella storia per le sue rovinose cadute durante cerimonie pubbliche e incontri diplomatici, proprio lui che era stato un esempio di coordinazione e vigore: il povero Gerald Ford è passato alla storia come clumsy, il goffo.
Tornando alla nostra classifica degli orrori, gli altri presidenti in lista appartengono a momenti lontani dal nostro ricordo, ma vale la pena di citare il vincitore del non ambito premio, il Presidente meno atletico della storia americana. Calvin Coolidge e il suo pessimo rapporto con il golf sono nella leggenda: il gioco divenne popolare in America nei primi vent’anni del Novecento e l’etichetta avrebbe voluto che il Presidente si comportasse da vero primo cittadino, innamorandosi della disciplina e facendola sua. Il fatto è che Coolidge proprio non era capace e nemmeno si divertiva. Al momento di abbandonare la Casa Bianca per fare spazio a Herbert Hoover si racconta che Coolidge abbia portato via tutto tranne quella maledetta sacca da golf, ancora nuova e quasi mai utilizzata. Un altro presidente penalizzato da un fisico non prestante ma pieno di buona volontà è stato Harry S. Truman, che nella nostra galleria fotografica trovate sorridente sul ponte di una nave militare, mentre fa ginnastica sotto gli occhi di un giovane marinaio. Truman vedeva poco e male e quegli occhiali con le lenti spesse lo tennero lontano dalla pratica dello sport e dall’accademia di West Point tanto quanto le difficoltà familiari non gli permisero di frequentare il college. Tra tutte, l’immagine più bella e suggestiva come da tradizione è quella dei Kennedy in barca a vela. Eleganti, impeccabili, forse un po’ troppo per ottenere il risultato di cui sopra, quello di sembrare accessibili e simili ai loro elettori, gente che per dirla come Bush piscia negli stessi bagni. Ma la foto è talmente bella da meritare comunque uno spazio, anche se di sportivo c’è ben poco. Chissà se è stata scattata dalle parti di Martha’s Vineyard, dove a distanza di 40 anni anche Obama cerca ispirazione quando tutto intorno tira forte il vento?